13 Set 2012

12/13-09 – Di corsa prima di dormire

Scritto da: Daniel Tarozzi

Ho appena terminato di scrivere un post per il mio nuovo blog sul Fatto Quotidiano (spero che lo pubblichino domani […]

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Ho appena terminato di scrivere un post per il mio nuovo blog sul Fatto Quotidiano (spero che lo pubblichino domani mattina).
Sono a Torino, due e 15 di notte. Fa caldo. Vivere in camper mi piace. Chiaro, sono solo 3 giorni, però avere poco spazio ti obbliga ad avere poche cose e a perdere poco tempo nel sistemarle. Apri la porta e sei nel mondo. Un mondo sempre diverso.
Nuovi incontri, nuove persone, nuovi paesaggi, sensazioni, odori. Purtroppo, spesso, vecchi rumori (di moto con marmitta bucata o auto che sfrecciano in piena notte).
Intanto, voglio approfittare di questo spazio per sottolineare la straordinaria forza della Rete. E non mi riferisco, in questo caso, alla rete internet, bensì alla Rete Umana. Quella fatta di persone che si conoscono e si scambiano informazioni e contatti per un obiettivo comune.
E così, di mail in mail, di chiamata in chiamata, si organizzano incontri meravigliosi, imprevisti, che ti soprendono per il calore e la famigliarità immediata. E questo avviene sia quando il tuo interlocutore si presenta con un nome rituale, costituito da un animale ed una pianta, sia quando ti trovi davanti ad un Sindaco Virtuoso. Sia quando incontri un professore di Medicina che quando ti relazioni ad un grande artistia come Michelangelo Pistoletto.
La Rete non apre solo le porte ad un giornalista. Apre i cuori alle persone. “Ciao, ho avuto il tuo numero da XXX, sto scrivendo un libro sull’Italia che cambia e volevo sapere se potevo incontrarti”. Un attimo dopo mi trovo con appuntamento fissato, indicazioni su orari e luoghi, inviti, offerte, regali, consigli. Ma soprattutto passione, sorrisi, voglia di condividere.
Sono questi i momenti in cui mi ricordo perché ho deciso di fare il giornalista. Non esiste, secondo me, un modo più completo e appagante di viaggiare. Il taccuino o la telecamera ti permettono di “entrare in una realtà”, anziché limitarti ad osservarne i confini, come può accadere, in alcuni casi, ai più timorosi tra i turisti. Si arriva e subito si discute di massimi sistemi, si analizzano con attenzione i cibi locali, scoprendone le straordinarie virtù, si condividono i sogni e le vittorie, si trasmettono i dolori e le amarezze per le tante battaglie perse e per l’inesorabilità del Sistema che sempre cerca di schiacciarti. Poi si scherza, si ride, ci si scruta, vogliosi di ritrovarsi nell’altro.
Le difficoltà, non nascondiamocelo, sono tante e sempre all’ordine del giorno.
Ma la risposta migliore a tutte queste difficoltà me l’ha proposta in una mail di ieri Carlo Carlucci, un collaboratre de Il Cambiamento che non ho mai avuto il piacere di incontrare di persona ma che fa, appunto, parte della nostra fantastica Rete Umana: “la strada che stiamo percorrendo (contro corrente) è la più sommamente impervia”. Ha affermato Carlo. “Ma è l’unica”. Ha aggiunto.
Ed io sottoscrivo.

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