19 Giu 2015

Repubblica Nomade in Cammino a Cuncordu: incontro e accoglienza in Sardegna

Scritto da: Claudio Agosti

Mentre scrivo queste parole, sono già tornato a casa, al lavoro e alla vita “civile” di tutti i giorni. La […]

Salva nei preferiti

RN 1 (1)Mentre scrivo queste parole, sono già tornato a casa, al lavoro e alla vita “civile” di tutti i giorni. La parola che mi viene in mente (e nel cuore, e nei piedi) per prima, pensando a questi giorni di cammino in Sardegna, è, abbastanza naturalmente, “arrivederci”.

Arrivederci innanzitutto alle persone incontrate, di cui molte sono state trascinate dalla nostra Repubblica nomade, chi ci ha accompagnato, chi accolto e chi ci raggiungerà a Gavoi per il gran finale. E arrivederci all’isola e ai miei compagni di cammino: anch’io sarò di ritorno per l’arrivo.

 

Se la tematica più forte della prima settimana è stata il lavoro, i primi giorni di questa seconda settimana – che ci ha visto inoltrarci sempre di più nell’entroterra, attraverso il Gerrei – hanno avuto un filo conduttore femminile. A Sinnai Marilisa Piga ci ha fatto conoscere le Lunàdigas, donne che decidono di non avere figli; a Burcei Giacomo Mameli ci ha presentato il suo libro, “Le ragazze sono partite”, in cui raccoglie le storie delle giovani donne partite per lavorare, spesso come serve; a San Nicolò Gerrei, poi, Gerardo Piras ci ha introdotto alla sacralità del pane e alle varietà che le donne preparavano per il marito, a seconda delle esigenze che l’avrebbero portato lontano.


RN 2Ma vorrei sottolineare anche il tema dell’incontro, dell’accoglienza e della festa: abbiamo attraversato e ci siamo fermati in paesi isolati dove “Non si passa, ci si viene”, come Tommaso Lussu dice di Armungia. Ho fatto un piccolo calcolo: in alcuni paesi aumentavamo con la nostra presenza la popolazione del 5%. E ci è sempre stato offerto qualcosa: ospitalità, cibo, festa (come a Escolca, dove siamo stati ospiti della indimenticabile festa di San Simone) e storie, di cui ci nutriamo voraci.

 

Voglio raccontare un ultimo episodio: mentre facevamo una pausa a Ballao, abbiamo sentito una musicista suonata con il megafono che precedeva un annuncio: erano state ritrovate delle chiavi e chi le aveva smarrite le poteva ritirare presso il comune. Non so bene perché mi abbia colpito così tanto, forse mi ha riportato a una dimensione di comunità e semplicità. Forse è questa l’Italia che cambia, quella che resta fedele a se stessa, come un fiume che cambia continuamente restando se stesso. Un po’ come quel sogno in movimento che abbiamo chiamato Repubblica Nomade.

 

Arrivederci, dunque!

 

 

 

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Cristofero Costanzo: “Tra mandorle e ulivi ho scommesso sull’agricampeggio in Sicilia”
Cristofero Costanzo: “Tra mandorle e ulivi ho scommesso sull’agricampeggio in Sicilia”

Parchi italiani, 15 giorni di cammino per attraversarli e conoscerli
Parchi italiani, 15 giorni di cammino per attraversarli e conoscerli

Tempo di turismo, tra narrazioni, stereotipi e realtà: intervista a Federica Marrocu
Tempo di turismo, tra narrazioni, stereotipi e realtà: intervista a Federica Marrocu

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

La Grecia vieterà la pesca a strascico, primo paese in Europa – #920

|

L’assalto eolico è ingiustizia climatica: le conseguenze sul patrimonio culturale sardo

|

Franco D’Eusanio e i vini di Chiusa Grande: “È un equilibrio naturale, noi non interveniamo”

|

L’arte collettiva del sognare: il social dreaming arriva in Liguria

|

Quanto inquinano gli aerei? Ecco cosa dicono i dati e le leggi

|

No border books, un kit di benvenuto per i piccoli migranti che approdano a Lampedusa

|

Intelligenza artificiale in azienda: ci sostituirà o ci renderà il lavoro più facile?

|

HandiCREA e il sogno di Graziella Anesi di un turismo accessibile e inclusivo

string(9) "nazionale"