13 Gen 2016

Io faccio così # 103 – Lavorare meno, riprendersi il tempo: la Vita 2.0 di Gianni Davico

Scritto da: Paolo Cignini

Lavorare meno, riprendersi il tempo libero, avvicinarsi alla felicità. A quarant'anni Gianni Davico ha realizzato il suo sogno più grande: la liberazione del tempo. Lo abbiamo incontrato e ci ha raccontato la sua Vita 2.0.

Salva nei preferiti

Torino - “Quello che mi è successo, più o meno quando sono arrivato ai quarant’anni, è che ho visto la fine del mio tempo”. Per raccontare la storia di una persona, spesso una frase aiuta a sintetizzare un universo fatto di scelte, riflessioni e cambiamenti. E queste prime righe ci aiutano al meglio ad introdurre la storia che vogliamo raccontarvi: quella di Gianni Davico.

Gianni si definisce così: papà, golfista, imprenditore e blogger. Con una particolare propensione iniziale per l’imprenditoria: “Io ho cominciato a fare il mestiere di traduttore nel 1996. All’inizio avevo un sogno imprenditoriale di creare un’azienda con diverse persone in un ufficio”. E questo sogno Gianni lo stava realizzando: aveva comprato un ufficio a Torino con diverse stanze che ospitavano il lavoro di traduzione di sei persone.

Poi sono arrivati i quarant’anni: “lì ho visto la fine del mio tempo. Fino ad allora il tempo mi sembrava infinito, poi mi sono reso conto che non era così”. Complice anche la crisi economica, intorno alla fine del 2007, Gianni Davico ha deciso così di lasciare l’ufficio che aveva a Torino, spostandolo in casa propria, continuando a fare il lavoro che ama: quando riceve un ordine, cerca il traduttore più adatto per quel lavoro, pagandolo. Il rapporto è sempre molto stretto, ma non va al di là del singolo lavoro, e non ci sono ulteriori doveri reciproci da rispettare. Spostando l’ufficio in casa, sono diminuite sia le spese che il fatturato ma, a conti fatti, il guadagno rimanente è simile e permette a Gianni di mantenere la sua famiglia.

013

A quarant’anni Gianni Davico ha realizzato il suo sogno più grande: la liberazione del tempo

In realtà questo cambiamento ha contribuito a realizzare il suo sogno più grande: la liberazione del tempo. “Lavorare di meno mi permette di avere lo stesso tenore di vita, prima ero sempre impegnato, lavoravo di più per avere gli stessi guadagni. C’era qualcosa che non funzionava. Io oggi gestisco il mio tempo di lavoro e il pomeriggio faccio altre cose, ho recuperato il tempo della mia vita. Oggi fare un pranzo con la mia famiglia è diventato normale, prima era un evento. Ho più tempo per le mie figlie, sembrano cose piccole ma per me hanno assunto sempre più un significato profondo”.

Da un punto di vista materiale, la società di Gianni (Tesi e Testi, ndr) continua ad esistere, ma è il suo approccio al lavoro ad essere completamente cambiato: da fattore totalizzante, è diventato un fattore importante insieme alle altre attività che ama fare. Lo scrivere ne è un esempio: da questo suo sentire la fine del tempo, Davico ne ha ricavato un libro, “La Vita 2.0. Progetta il tuo tempo, esprimiti, prospera, lascia il tuo segno nel mondo e sii felice” , un tentativo di mettere su carta la sua esperienza.

Gianni Davico si definisce nell'ordine papà, golfista, imprenditore e blogger

Gianni Davico si definisce nell’ordine papà, golfista, imprenditore e blogger

“Premetto che sono solo delle indicazioni, non hanno la pretesa di essere universali. In questo campo è molto facile essere scambiati per guru e questo non è il mio obiettivo. Però, ogni tanto, incontro qualcuno che lo ha letto, che lo ha apprezzato e che lo ha messo in pratica e questo mi rende appagato, sembra che funzioni”.

Oppure il golf, un hobby che non è solo tale: “Non è mai stata un’attività tanto per farla. Pur divertendomi molto, è stata seria sin dall’inizio. Il golf è per me lo strumento dove unire pratica e disciplina, dove cerco di superare i miei limiti. Anche qui mi sono posto degli obiettivi di crescita che sto cercando di rispettare, non voglio diventare un giocatore professionista nel vero senso del termine ma voglio raggiungere l’obiettivo di giocare come un professionista”.

Così come abbiamo iniziato, concludiamo con una battuta finale che sintetizza bene le scelte di Gianni Davico: “La mia esperienza non è né migliore né peggiore di quella di nessun altro. Questo mestiere della vita non è che lo puoi insegnare a qualcun’altro, siamo tutti degli eterni allievi. Io stesso faccio errori marchiani, ma detto questo mi sembra che certe scelte possano essere utili. Dal lavorare la metà rispetto a prima, guadagnandone in affetti e in altre attività. Sono punti che possono ispirare processi importanti, anche al di là del lavoro”.

Il blog di Gianni Davico

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Fermarsi per cambiare vita: dal Gennargentu la storia del Selvaggio Verde di Gianluigi Bonicelli
Fermarsi per cambiare vita: dal Gennargentu la storia del Selvaggio Verde di Gianluigi Bonicelli

Andrea Cabassi: “Prima non decidevo nulla della mia vita, ora mi sono riappropriato del mio tempo”
Andrea Cabassi: “Prima non decidevo nulla della mia vita, ora mi sono riappropriato del mio tempo”

Sabrina Steriti: da cuoca vegana a nomade digitale, l’arte di reinventarsi continuamente
Sabrina Steriti: da cuoca vegana a nomade digitale, l’arte di reinventarsi continuamente

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Inquinamento: in Sardegna mille siti contaminati – INMR #27

|

Lezioni ecologiche nelle scuole italiane, fra antropocene ed ecologia profonda

|

Alberi monumentali, in Sicilia sono 311 i tesori vegetali da tutelare

|

Sanità e diritto alla cura: cronache da un’Ogliastra che vuole vivere, non sopravvivere

|

Basta favori ai mercanti d’armi: la finanza etica si mobilita contro l’industria bellica

|

Treat It Queer Foundation: l’arte per combattere l’invisibilità sanitaria

|

La Liguria paga i cacciatori per uccidere i cinghiali, le associazioni si mobilitano

|

Salviamo il Grande Albergo delle Fate, simbolo di sostenibilità in Calabria 

string(8) "piemonte"