13 Mag 2016

Una bambina pakistana salva il pianeta creando sacchetti di carta riutilizzabili

Scritto da: Tamara Mastroiaco

Liberare il pianeta dalla plastica dovrebbe essere un interesse e un dovere comune. Zymal Umar, la più giovane imprenditrice pakistana, con il progetto Zee Bags, sta contribuendo, intanto, a ripulire la propria città dai sacchetti di plastica, salvando animali e vite umane.

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Zymal Umar, 9 anni, ha avviato un progetto sociale chiamato Zee Bags con lo scopo di aiutare i bambini bisognosi e l’ambiente. Tre anni prima, la bambina, mentre stava facendo shopping con i genitori, guardandosi attorno, ha notato che la sua città, Sargodha, è invasa dalla plastica. Si sentì pervadere da un sentimento di delusione e amarezza, pensando alle ripercussioni che la plastica ha sull’ambiente e sugli animali, ma la sua attenzione fu anche catturata da un negoziante che distribuiva sacchetti fatti con carta di giornale.

 

Zymal Umar, la più giovane imprenditrice pakistana, vuole salvare il mondo dalla plastica (Foto di Zee Bags)

Zymal Umar, la più giovane imprenditrice pakistana, vuole salvare il mondo dalla plastica (Foto di Zee Bags)


Illuminata dal gesto dell’uomo, la bambina ha capito cosa fare per liberare la sua città e il mondo dalla plastica, creando centinaia di sacchetti riutilizzabili realizzati esclusivamente con vecchi giornali, i cui proventi sono destinati ad acquistare beni di prima necessità per bambini svantaggiati, appartenenti a villaggi della SOS Onlus.

 

Per il suo impegno, Zymal ha ricevuto una medaglia d’oro dal Segretario Federale per l’Istruzione per essere la più giovane imprenditrice pakistana e il suo progetto, grazie alla sua valenza sociale, è stato apprezzato anche in Arabia Saudita, dove la bambina è stata invitata per ritirare il Prince Abdulaziz Bin Abdullah International Award nella categoria Children Pioneer.

 

Zymal Umar, sostenuta dai genitori, si divide tra studio e lavoro; la mattina frequenta la Beacon House School di Sargodha e nel tempo libero porta avanti con grande impegno e piacere il progetto, inventando ogni giorno sacchetti unici, decorati anche con pietre e fiori, con la speranza di ispirare le persone a fare qualcosa per il pianeta.

I sacchetti realizzati utilizzando carta di giornale (Foto di Zee Bags)

I sacchetti realizzati utilizzando carta di giornale (Foto di Zee Bags)


Siamo tutti consapevoli che la plastica non scompare una volta che diventa spazzatura. Secondo l’Earth Institute, oltre un trilione di sacchetti ogni anno e due milioni di borse di plastica al minuto sono utilizzati in tutto il mondo, finendo, purtroppo, nei nostri oceani. Oltre 700 specie marine sono vittime di sportine e oggetti di plastica, rischiando l’estinzione a causa della nostra negligenza. Si parla, però, quasi sempre, dell’impatto che la plastica ha sugli animali marini, ma troppo poco di quello che essa ha su quelli terrestri.

 

Il cervo che vediamo nella fotografia, per esempio, ha pensato che il sacchetto di plastica in bocca fosse un “delizioso” spuntino. Tutti gli animali possono essere attirati dall’odore che emanano o dagli avanzi in essi contenuti, scambiandoli per gustoso cibo. L’ingestione, però, è fatale: quasi sempre muoiono per soffocamento o per occlusione intestinale. Il consumo non rappresenta l’unica minaccia. Un animale con la testa bloccata in un contenitore di plastica per alimenti può morire per asfissia e disidratazione dopo una lenta agonia. I sacchetti di plastica, inoltre, possono impedirgli di svolgere le principali funzioni vitali, che gli consentono la sopravvivenza, come mangiare, abbeverarsi o volare, nel caso degli uccelli, diventando, dunque, anche facili prede per altri animali.

 

Il cervo ha scambiato il sacchetto di plastica per uno spuntino (Foto di Zee Bags)

Il cervo ha scambiato il sacchetto di plastica per uno spuntino (Foto di Zee Bags)


 

Se tutti noi ci sforzassimo a tenere una borsa di tela a portata di mano da usare all’occorrenza o ci impegnassimo a identificare le possibili alternative alla plastica, contribuiremmo a ridurre drasticamente l’inquinamento ambientale causato dalla dispersione di questo materiale. È possibile che una bambina di soli 9 anni, con il suo progetto, si sta impegnando per migliorare la propria città e il pianeta, contribuendo a salvare vite umane e animali, e noi adulti abbiamo ancora difficoltà a cambiare le nostre piccole abitudini quotidiane? Zymal rappresenta davvero un grande esempio per tutti noi!

 

 

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