27 Mag 2016

La medicina è l'allegria: la terapia ricreativa di Dynamo Camp

Scritto da: Elena Risi

Un luogo di vacanza dove la vera cura è ridere e la medicina è l’allegria. Dynamo Camp ospita gratuitamente bambini e ragazzi affetti da patologie gravi o croniche, per periodi di vacanza e svago offrendo la possibilità di cimentarsi in numerose attività creative e sportive con la massima sicurezza.

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Come può tornare il sorriso sul viso di un bambino malato e ospedalizzato da mesi? Ascoltare le testimonianze di ragazzi che hanno partecipato all’esperienza del Dynamo Camp  può aiutare a darsi una risposta.

 

Sono bambini malati di tumore ricoverati per mesi negli ospedali, giovani affetti da malformazioni neonatali, come la spina bifida, costretti da anni in carrozzella, e molti altri. Ogni anno l’Associazione Dynamo Camp Onlus ospita minori ospedalizzati – di età compresa tra i 6 e i 17 anni – all’interno di un’oasi del WWF che si estende per dodici chilometri quadrati nella campagna pistoiese, a Limestre. I soggiorni sono completamente gratuiti, durano un massimo di nove giorni e alternano durante la giornata attività sportive e laboratori creativi. Tutto nella cornice di un paesaggio naturale unico. La stagione più intensa va da giugno a settembre e ogni sessione ospita circa novanta bambini.

 

Per i malati più gravi è garantito il soggiorno a tutta la famiglia, gli altri che lasciano i propri affetti a casa sono seguiti da personale certificato e, soprattutto, ad ognuno è garantita la possibilità di continuare la terapia grazie alla presenza di un centro medico specializzato. Come è possibile tutto questo?

 

Dynamo Camp ospita bambini e ragazzi affetti da patologie gravi o croniche, per periodi di vacanza e svago

Dynamo Camp ospita bambini e ragazzi affetti da patologie gravi o croniche, per periodi di vacanza e svago

L’esperienza del Dynamo Camp in Italia nasce quasi per caso grazie all’iniziativa privata di Vincenzo Manes, presidente dell’Associazione. Durante una cena conosce la madre di un bambino che aveva partecipato ad un soggiorno organizzato dal SeriousFun Children’s Network, un’associazione no-profit internazionale che gestisce programmi di terapia ricreativa in 22 paesi del mondo, nato dal sogno del famoso attore Paul Newman che nel 1988 ha realizzato il primo camp negli Stati Uniti. Manes riesce a mettersi in contatto con il fondatore del progetto internazionale e – anche grazie anche ad un primo investimento dell’attore – fa partire nel 2007 quest’esperienza, ancora oggi unica in Italia.

 

Le attività svolte durante i nove giorni nella riserva naturale di Limestre sono le più disparate: arrampicata, tiro con l’arco, piscina, equitazione, teatro, danza e tante altre ancora. “La nostra priorità è far sentire il ragazzo una persona come tutte le altre, non un malato e quindi un diverso”. A spiegarlo è Ilaria Giusti, responsabile commerciale della Dynamo Academy, una s.r.l. impresa sociale che sostiene la Onlus e si occupa di tenere in vita gli spazi del Camp quando non ci sono i piccoli ospiti. L’Academy si occupa di eventi e formazione, oltre a tematiche sul sociale e attività di Corporate Social Responsability. Molte aziende scelgono così di unire business e sociale.

 

Per toccare con mano il lavoro eccezionale che svolge questa realtà, l’Associazione programma ogni anno un “open day”, quest’anno cadrà il 2 ottobre, durante il quale sono tutti invitati a conoscere da vicino i luoghi del progetto e verificare in prima persona in che modo sono investiti i fondi raccolti.

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“Le strutture che ospitano i ragazzi”, chiarisce Ilaria, “sono fatte in modo che tutti, anche i bambini in carrozzella, possano svolgere qualunque tipo di attività, dal nuoto all’arrampicata”. Oltre all’abolizione di qualunque tipo di barriera architettonica, c’è dietro un enorme lavoro del personale di assistenza che gestisce le attività. In questo modo, l’esperienza in un Dynamo Camp non rappresenta soltanto un’occasione di svago e distrazione ma soprattutto un momento in cui i ragazzi riescono a diventare consapevoli delle proprie capacità e della propria autonomia. “In questo senso anche la breve lontananza dai genitori ha un influsso positivo”, aggiunge Ilaria Giusti, “perché dopo mesi e mesi di cure in cui la famiglia è una presenza centrale, questa parentesi li aiuta a riscoprire la propria autonomia”.

 

Non si tratta quindi solo di una vacanza in cui minori malati hanno la possibilità di divertirsi, ma soprattutto un luogo in cui riconciliarsi con la propria condizione, ricevendo gli stimoli che potrebbero diventare impulso per disegnare nuove strade.

 

 

 

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