3 Feb 2017

Hackability: designer e disabili per una tecnologia “dal basso”

Scritto da: Elena Risi

L'artigianato digitale si mette a disposizione dei disabili per progettare ausili capaci di venire incontro alle loro esigenze. Il progetto Hackability fra proprio questo, coinvolgendo competenze trasversali e mettendo i risultati a disposizione di tutti grazie all'open source.

Salva nei preferiti

Fabbricazione artigianale, tecnologia e confronto multidisciplinare: sono questi gli ingredienti che hanno dato vita ad Hackability, un punto di incontro per professionisti che impiegano la proprie conoscenze per cercare di migliorare la vita dei disabili.

Di Culo 2Oggi è un’associazione ma nasce come una community e il primo hackaton di Hackability si è svolto nel 2015 a Torino. Gli hackaton sono gare non competitive tra team composti da designer, maker e informatici che progettano ausili super personalizzati insieme ai disabili per rispondere alle esigenze della vita quotidiana garantendo un prodotto ideato“su misura”.

 

L’idea di kackability nasce dall’osservazione di quanto sia diffusa la richiesta di presidi,  oggetti o telecomandi che si adattino a richieste e problematiche specifiche. Da qui la consapevolezza che le risposte non possono che essere adattamento e personalizzazione di oggetti comunemente in commercio, l’autocostruzione o la realizzazione di nuove soluzioni supportate da tecnici o da piccoli artigiani. La produzione industriale non può essere in alcun modo la strada da percorrere, sia perché alcuni adattamenti sono così specifici da non essere spendibili per una linea seriale, sia perché i costi di produzione per oggetti che si diffonderebbero solo su strettissima scala sarebbe enorme.

Polito4
La soluzione è dunque la diffusione del principio che guida i fablab, utilizzando i migliori strumenti dell’alta tecnologia per la co-progettazione e lo sviluppo di oggetti dal “design for each” (un design su misura per ogni esigenza specifica). In questo modo macchine di prototipazione, stampanti 3D e schede open  source possono essere utilizzati per produrre presidi nuovi (o migliorati) e oggetti a basso costo per supportare le persone con disabilità nella vita quotidiana, facilitandone l’inclusione, l’autonomia lavorativa e la riabilitazione.

 

Ma il bello non finisce qui, perché una volta realizzato il prototipo i modelli sono gestiti in un regime di totale open source, i file di progettazione sono messi on-line e chiunque potrà riprenderli e adattare a sua volta l’oggetto alle proprie necessità.

 

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Sport paralimpici: a che punto siamo in Italia? Ne parliamo con Efrem Morelli
Sport paralimpici: a che punto siamo in Italia? Ne parliamo con Efrem Morelli

Disability Film Festival: parlare di disabilità oltre gli stereotipi pietistici o eroici
Disability Film Festival: parlare di disabilità oltre gli stereotipi pietistici o eroici

Giornata nazionale delle disabilità intellettive: ecco perché è urgente parlarne
Giornata nazionale delle disabilità intellettive: ecco perché è urgente parlarne

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Come trasformare gli allevamenti in fattorie vegane, l’esperienza svizzera – #917

|

Val Pennavaire in rete: la nuova e inaspettata zuppa di sasso

|

Gaetano, terapista forestale dei Monti Lattari: “La foresta mi ha guarito”

|

Cuscini Bio, la moda etica e quel giocattolo dentro a una fornitura tessile

|

Animal Talk Italia: parlare con gli animali è possibile – Io Faccio Così #402

|

Lezioni ecologiche nelle scuole italiane, fra antropocene ed ecologia profonda

|

Alberi monumentali, in Sicilia sono 311 i tesori vegetali da tutelare

|

Sanità e diritto alla cura: cronache da un’Ogliastra che vuole vivere, non sopravvivere

string(9) "nazionale"