10 Lug 2017

BEA, un progetto innovativo di educazione differente

Contrastare il fenomeno a della dispersione scolastica offrendo proposte didattiche innovative che possano riavvicinare i ragazzi  alla conoscenza, riattivare la loro motivazione e riscoprire i loro talenti, affinché siano in grado di tracciare il loro percorso verso il mondo del lavoro e, soprattutto, verso la loro autorealizzazione. Nasce a Bologna con questi obiettivi il progetto BEA (Bologna Edu Action).

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Ispirato all’esperienza e al metodo di Artademia, la “non-scuola” di Milano, sta nascendo a Bologna un progetto di educazione rivolto ai ragazzi che si sono trovati in difficoltà durante il loro percorso scolastico tradizionale e sono ora in cerca di nuove motivazioni. A portare avanti questo innovativo progetto è un team (1) di Agenti del Cambiamento che credono nel cambiamento, non solo in ambito educativo. Li abbiamo risentiti e ci hanno descritto gli obiettivi di BEA, spiegandoci in che modo è possibile sostenere questo progetto.

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Come nasce il progetto BEA (Bologna Edu Action)?

BEA nasce dalla constatazione del grande disagio che molti ragazzi e ragazze vivono oggi all’interno dell’istituzione scolastica tradizionale, disagio che si manifesta nel “migliore dei casi” con un totale disinteresse e ritiro, ma anche con atteggiamenti marcatamente provocatori, distruttivi ed autodistruttivi che spesso poi coincidono con la scelta dell’abbandono del percorso scolastico, senza peraltro avere alternative.

 

Accanto a ciò vediamo di frequente giovani etichettati con varie sindromi e deficit che spesso trovano la loro origine non tanto in “carenze” personali, quanto nell’inadeguatezza dell’ambiente nel dare risposte adatte ai bisogni “speciali” di queste persone dalla pelle troppo sottile.

 

BEA vuole ribaltare la prospettiva e finalmente vedere i ragazzi e le ragazze che vivono con difficoltà la scuola non come persone da omologare, ma come individui profondamente sensibili che semplicemente manifestano la loro difficoltà nello stare in una cornice statica. BEA vuole ritrovare la scuola dell’Educare, ovvero far emergere (letteralmente “tirar fuori”) da ciascun individuo le sue risorse e capacità, aiutandolo a diventare una persona nel pieno senso del termine.

 

 

Quali metodi verranno utilizzati?
Al centro del progetto vi saranno l’apprendimento esperienziale e individualizzato. Grande importanza sarà data al gruppo, come risorsa, e alla relazione come strumento educativo. Il territorio sarà l’aula e la natura l’ambiente educativo. Il corpo e l’attività fisica saranno centrali. Non ci saranno materie né voti ed i “maestri” saranno professionisti nei vari campi.

 

In che modo si può sostenere il progetto?
Affinché la sperimentazione possa cominciare vi chiediamo di contribuire (anche con piccole donazioni) e diffondere la nostra campagna di crowdfunding. Saremo lieti di ricevere anche proposte di partecipazione al progetto.

 

Vorremmo riuscire a diffondere BEA su internet, ampliare il numero di studenti, rafforzare il gruppo insegnanti. Trovare uno spazio adeguato e attivare i nostri corsi. Costruire collaborazioni con altre realtà educative e diffondere l’Educazione Differente e Inclusiva in Italia e in Europa.

 

1. Il team di BEA

 

Costanza Nadalini
Educatrice professionale e pedagogista clinico, da anni lavoro a fianco delle persone, bambini, ragazzi ed adulti, per aiutarle ad esprimere se stesse ed il proprio potenziale, attraverso esperienze educative di tipo laboratoriale, dove si impara, su se stessi e sul mondo, attraverso “il fare”. Mamma di Alessandro, posso dire che questa esperienza personale si rivela di giorno in giorno una  “scuola di specializzazione” umana ed educativa.
Le mie passioni: la natura e la sua tutela, i libri ed il riciclo creativo. Il mio lavoro è la mia più grande passione e tutto questo mio universo ci finisce inevitabilmente dentro. In ogni laboratorio ed attività educativa che conduco è bello poter condividere con gli altri le mie piccole scoperte: un racconto che mi ha commosso, un quadro che mi ha emozionato, la sensazione di un materiale che mi ha riportato alla mia infanzia o l’utilizzo di una tecnica con cui mi sono divertita a creare. Ma la cosa più bella di tutte è fare nuove scoperte insieme! 

 

Valeria La Pietra
Mi occupo di sviluppo e promozione di progetti culturali multimediali che spaziano dal cinema al teatro, dalla televisione ai laboratori di formazione. Seguo tutti gli aspetti legati alla comunicazione e alle strategie di distribuzione e marketing, e negli anni ho avuto modo di collaborare a diverse produzioni: film lungometraggi, documentari, fiction, serie tv, film d’animazione, cortometraggi, spettacoli teatrali, corsi di formazione, eventi culturali di vario genere.
Accanto alla mia professione, che svolgo con grande passione, ho sempre coltivato un forte interesse per le tematiche sociali della nostra epoca. Ho sempre creduto molto nella scuola e continuo a pensare che sia uno dei pochi luoghi al mondo in cui è possibile vivere pienamente in comunità, agire democraticamente e progettare il futuro della società. Ho una bimba di 5 anni e ho deciso che non posso più delegare agli altri la sua educazione, la sua crescita come individuo, la sua felicità e il futuro della sua generazione. 

 

Daniele Quattrocchi
Padre ed esperto di comunicazione, attivista e formatore. Dal 1990 partecipo ad attività politiche e sociali seguendo i principi dell’Umanesimo Universalista. Mi sono occupato di un giornale locale per i diritti umani, di attività per l’integrazione culturale e di campagne di cooperazione internazionale in Senegal. Ho contribuito nel 2009 alla realizzazione della Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza. Dal 2007 approfondisco la formazione alla nonviolenza come strumento per la risoluzione dei conflitti. In particolare utilizzo il metodo MmE dell’antropologa belga Pat Patfoort e lo promuovo attraverso corsi e incontri nell’ambito educativo. Realizzo interviste e video reportage per diverse agenzie stampa web e frequento la scuola italiana di Arte del Processo, approccio multidisciplinare per la crescita consapevole dei gruppi. 

 

 

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