26 Mar 2018

Si può meditare ridendo? Dialogo con uno scettico

Scritto da: Lucia Berdini

Ridere e basta. In questo consiste la meditazione della risata, una disciplina che comporta molteplici benefici fisici e mentali, tra i quali quello di rendere la vita più leggera anche nei periodi più “densi”. Avere delle resistenze iniziali è normale: provare è l’unico modo per comprendere quanto questa disciplina possa cambiare in meglio la nostra vita.

Salva nei preferiti

Solo con una pratica sono riuscita, da quasi tre anni a questa parte, a essere costante: la Risata. Dopo aver scoperto la risata incondizionata (Yoga della Risata o Hasya Yoga) la mia vita si è ribaltata. Capovolta sottosopra come un calzino. Il turbine di eventi e cambiamenti in cui mi sono ritrovata poco tempo dopo mi stringe ancora a sé. Ho ricominciato a vivere, a sentirmi, ad accettarmi.

 

foto-per-articolo-768x512


La meditazione della risata

In cosa consiste quindi la meditazione della risata? Si ride e basta. Per almeno 10 minuti, che è il tempo minimo necessario per avere dei benefici reali. Se stai leggendo questo articolo e non hai mai sperimentato sulla tua pelle la meditazione della risata, farai sicuramente fatica a immaginare come sia possibile. Io ti assicuro che lo è, perché – insieme a me – altre migliaia di persone in tutto il mondo la praticano ogni giorno. È stato un medico indiano – Madan Kataria – ad avere questa grande intuizione e il coraggio di diffonderla in tutto il mondo.

 

Si vabè, e se non ho niente da ridere? Se sono triste? Ma poi così a buffo, senza un motivo?
Esattamente così a buffo, senza un motivo.

 

Sì ma come si fa? Non posso mica far finta di ridere. È da scemi!
Questo è quello che credi tu perché la cultura in cui sei immerso te lo dice fin dalla nascita. (Leggi l’articolo “I proverbi sbagliati”). In realtà i bambini, specialmente quando ancora non conoscono il linguaggio (e quindi non potrebbero comprendere le nostre sagaci battute), ridono senza un motivo. Noi abbiamo semplicemente dimenticato come si fa.

 

Vabè, avrai pur ragione, magari tu ci riesci ma io no. Mi rifiuto.

Nessuno potrebbe mai obbligarti a farlo. Per ridere incondizionatamente (ovvero, senza condizioni esterne) c’è bisogno di un requisito fondamentale: la volontà. Se non vuoi farlo non puoi farlo. Funziona così anche con tutto il resto delle cose. Tutti i limiti che ci vengono trasmessi vanno a plasmare il mondo delle nostre possibilità. Tutte le barriere nella tua mente sono anche i limiti della tua realtà.

 

Va bene, allora voglio essere limitato. Continua a sembrarmi una cosa ridicola.
Può sembrarti anche ridicola, anche il senso del ridicolo in effetti  dipende molto dalla nostra cultura. In realtà è solo ciò che è: ridere e basta. Anche correre senza andare da nessuna parte potrebbe sembrarti ridicolo ma noi siamo nati per muoverci, altrimenti il nostro corpo (e di conseguenza il nostro universo emotivo ) si atrofizza. Sappiamo che correre fa bene e quindi lo facciamo.

 

La risata incondizionata funziona nello stesso identico modo, ma praticarla va a risvegliare in modo forte il nostro giudice interiore, il nostro mondo bambino. A volte è troppo doloroso perché magari da piccoli un genitore, o un insegnante, ci hanno detto di non farlo, o di non farlo sguaiatamente. La risata è l’espressione più alta dei nostri bambini interiori, che gioiscono della presenza, dell’essere qui e ora. Se fossimo privi di giudizio sarebbe semplicissimo e non ci sentiremmo affatto ridicoli.

13413585_10208157918059704_3418067896919584716_n-768x512


È che mi resta difficile fare una cosa in maniera forzata.

Solo all’inizio è forzata, un vero e proprio esercizio. Come diciamo noi, la risata da spintanea diventa spontanea. E comunque partiamo dal presupposto che il nostro corpo non distingue la differenza tra una risata vera e una indotta, quindi di conseguenza ti fornisce comunque tutta una serie di benefici. A volte capita anche a me di praticare per 10 minuti senza mai riuscire a ridere in maniera spontanea, dopo però mi sento immensamente meglio. Perché mi sono ossigenata in maniera profonda e la mia mente era solo nel momento presente. Questo, per noi abituati a essere ipercerebrali, è già un grandissimo dono. 

 

Una volta ho visto delle persone farlo in piazza e mi sono sentito a disagio per loro. Non mi è sembrata una cosa naturale, anche se sembravano divertirsi realmente.

La nostra società non è ancora pronta per praticare la risata incondizionata in un luogo pubblico per le tare culturali di cui ti parlavo prima. Secondo me è anche controproducente, perché chi osserva è fuori dal processo e sviluppa (molto spesso) delle resistenze. In Oriente la gioia è un elemento vissuto in maniera forte, come parte della vita spirituale. Noi siamo stati affossati dal concetto di peccato e la nostra società è orientata al dramma e alla negatività. Spesso, a chi ride in maniera sguaiata, diciamo frasi del tipo “Ma stai male? Hai la febbre? Sei impazzito?” e ci sentiamo imbarazzati per loro – anche se effettivamente vediamo che si stanno divertendo un mondo. 

 

Sì perché è come perdere il controllo.
Esatto, è perdere il controllo per un istante, non per sempre. È lasciarsi andare completamente, infatti quando si sblocca la risata non riesci a fermarmi neanche volendo, hai mollato le briglie. Certo, non accade a tutti e subito, alcuni sbloccano la risata e vivono la catarsi la prima volta che provano, ad altri è necessario più tempo. A me ad esempio è stato necessario qualche mese per raggiungere il livello che vedevo in altri, perché quando ho iniziato stavo vivendo un momento particolare della mia vita. Perdere il controllo ci fa paura, perché siamo abituati ad esercitarlo continuamente. Perché non esiste un posto dove ci è permesso farlo.

 

Quindi quando fate questa roba qua perdete tutti il controllo?
Al Club della Risata, che è il luogo protetto dove praticare la risata incondizionata, più che perdere il controllo ci lasciamo andare. Giochiamo insieme come quando eravamo bambini, entriamo in contatto con gli altri in maniera pura, ci guardiamo negli occhi, e già i primi baluardi del giudizio cominciano a cadere. Verso la fine della sessione invece pratichiamo la risata incondizionata vera e propria: ci sediamo in cerchio o sdraiati a terra e ridiamo per 10 minuti (anche se a volte non riusciamo a fermarci), senza un motivo. Quindi sì, in parte lavoriamo per lasciar andare il controllo. Poi nell’ultima parte della sessione c’è un radicamento in cui rientriamo in contatto con noi stessi, con il respiro e il silenzio.

13100932_10207925048918121_1135015524098035853_n-768x512

Ma un motivo per cui vi sbellicate dalla risate ci deve pur essere! Continua a sembrarmi assurdo!
Beh effettivamente un motivo c’è. Ma non è una motivazione logica. Sono ragioni percettive, legate ai sensi. A far scatenare la risata catartica potrebbe essere la vista di qualcuno con una faccia particolarmente buffa, o il suono di una risata irresistibile. Il click che si fa quando si raggiunge la catarsi non coinvolge mai il linguaggio, che infatti è bandito nei 10 minuti della meditazione, proprio per evitare di coinvolgere la corteccia pre-frontale, che si occupa principalmente delle funzioni logiche.

 

E proprio tutti quelli che vengono alle sessioni riescono a ridere poi in maniera spontanea?
Non sempre e non tutti. Come ti ho detto prima dipende dallo stato di ciascuno. Ma la cosa interessante è che le persone tornano, perché – anche se magari le prime volte non riescono a sbloccare la risata – nei giorni successivi stanno decisamente meglio sul piano fisico, mentale ed emotivo e anche perché, vedendo gli altri che ridono di cuore, con le lacrime agli occhi, sanno che è possibile anche per loro. Sono poi io, o chi conduce la sessione, a rassicurarli sul fatto che in breve tempo anche loro riusciranno a raggiungere quello stato.

 

Ho paura che mi sentirei comunque troppo stupido.
Forse inizialmente sì, potresti sentirti stupido. Ma solo perché non lo hai mai fatto prima e perché in genere gli adulti non fanno questo genere di cose. Ma poi osservando il gruppo ti lasceresti andare. I volti distesi degli altri ti rassicurerebbero e sono quasi certa che anche tu ti spanceresti dalle risate. Quando poi sbloccherai la risata, oltre ad avere tutti i benefici fisici, ti sentirai immensamente più leggero anche dal punto di vista emotivo e mentale. I problemi ti sembreranno meno grandi o impossibili da risolvere. La risata rende la vita più leggera e vivibile.

 

Cominci quasi a convincermi ma sento di avere comunque paura, perché?
Perché mettersi in gioco, fare qualcosa di nuovo e per di più con persone che non conosci fa sempre emergere la paura. È la paura di essere giudicati. Si esce letteralmente dalla propria zona di comfort. Anche io ero impaurita la prima volta. La maggior parte delle persone che comincia a praticare lo Yoga della Risata non sa molto bene perché lo sta facendo. La maggior parte di loro vogliono semplicemente tornare a ridere, perché sentono che non lo fanno da troppo tempo. C’è quindi una volontà di tornare a stare bene, fondamentale per superare i momenti che io amo chiamare “densi”. Quindi sì, ci vuole un po’ di coraggio per vincere la paura iniziale (questo concetto del coraggio me lo ha insegnato lui).

 

Quando si rientra in contatto con il proprio bambino interiore ogni paura svanisce e si ricontatta un potenziale naturale e innato, che ci dà una carica pazzesca: quella per realizzare i nostri sogni, per riscoprire i propri talenti e fare un milione di altre cose belle.

 

N.b.: Lo scettico che mi ha fatto le domande è un personaggio che ho creato sulla base di tutte le domande che mi sono state fatte in questi anni. Avere delle resistenze è naturale – quasi tutti quelli che ora lo praticano inizialmente avevano dei dubbi  – e nessuno obbliga o trascina qualcuno alle sessioni di yoga della risata. ? Ma provare è l’unico modo per comprendere a fondo quanto questa disciplina possa cambiare in meglio la nostra vita.

 

Strumenti per ridere

I Club della risata sono disseminati in tutta Italia, sono gratuiti o quasi (a volte si paga una piccola quota se bisogna coprire delle spese di affitto per la sala) e solitamente sono a cadenza settimanale.
Se vuoi praticare la risata puoi farlo anche con il Club su Skype, ti basterà aggiungere a Skype il contatto “ skyperisata” e mandare uno smile in chat alle 7.00 , alle 8.00 o alle 21 dal lunedì al venerdì (solo alle 8 il sabato e la domenica) , verrai subito chiamato e aggiunto a una call di gruppo, alla quale partecipa gente da tutta Italia e ridere per 20 minuti ogni volta.
Puoi anche essere coraggioso e provare a ridere da solo, magari guardando il video di Madan Kataria, il fondatore dello YdR ? Guarda qua!
Un altro modo di sperimentare sulla propria pelle il potere della risata incondizionata è diventare leader, partecipando alla formazione intensiva di due giorni. Qui puoi leggere alcune delle testimonianze di chi ha già partecipato.

 

 

 

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
La missione di Michael Plant: “La felicità è una cosa seria. E io la misuro”
La missione di Michael Plant: “La felicità è una cosa seria. E io la misuro”

Pura Vita, nel cuore delle Madonie un luogo per la cura di sé in connessione con la Natura
Pura Vita, nel cuore delle Madonie un luogo per la cura di sé in connessione con la Natura

Moderne Persefone, le storie di donne che rinascono si concludono per trasformarsi
Moderne Persefone, le storie di donne che rinascono si concludono per trasformarsi

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Come trasformare gli allevamenti in fattorie vegane, l’esperienza svizzera – #917

|

Val Pennavaire in rete: la nuova e inaspettata zuppa di sasso

|

Gaetano, terapista forestale dei Monti Lattari: “La foresta mi ha guarito”

|

Cuscini Bio, la moda etica e quel giocattolo dentro a una fornitura tessile

|

Animal Talk Italia: parlare con gli animali è possibile – Io Faccio Così #402

|

Lezioni ecologiche nelle scuole italiane, fra antropocene ed ecologia profonda

|

Alberi monumentali, in Sicilia sono 311 i tesori vegetali da tutelare

|

Sanità e diritto alla cura: cronache da un’Ogliastra che vuole vivere, non sopravvivere

string(9) "nazionale"