26 Apr 2018

Io Faccio Così #208 – Instabile Portazza, il luogo abbandonato auto-ristrutturato dai cittadini

Scritto da: Francesco Bevilacqua

A Bologna c'è Instabile Portazza, uno spazio sociale nato grazie alla riqualificazione da parte dei cittadini di un vecchio palazzo pubblico abbandonato e degradato. In maniera condivisa e partecipata, gli abitanti della zona si sono auto-organizzati e hanno aperto un dialogo con le istituzioni, rimboccandosi le maniche e provvedendo loro stessi alla ristrutturazione e all'organizzazione di attività per la comunità.

Salva nei preferiti

Dalla periferia di Bologna arriva una bellissima storia di riappropriazione di spazi abbandonati, di auto-organizzazione, di cittadini che di fronte al degrado e alla mancanza di spazi sociali non rimangono con le mani in mani aspettando un intervento dall’alto, ma si rimboccano le maniche e agiscono.

 

È la storia di Instabile Portazza, che fino a pochi anni fa era un inquietante palazzone abbandonato dalla cattiva gestione pubblica, maltrattato dal tempo e dagli atti vandalici, avvolto in un fitto strato di vegetazione spontanea, desolatamente vuoto e inutile.

 

Proprio lì incontriamo Jacopo e Luca, due ragazzi che fanno parte del gruppo di cittadini che hanno deciso di ridare vita a questo ammasso di cemento e farlo diventare un bene a disposizione della comunità, bisognosa di spazi e luoghi di socialità.

 

«Nel 2014, grazie alla social street di zona – racconta Jacopo –, abbiamo iniziato a chiederci cosa fare. Abbiamo fatto delle ricerche scoprendo la sua storia e abbiamo capito che l’interesse di tutti era entrarci e trasformarlo in uno spazio per la comunità».

 

Sin da subito il progetto è partecipato e condiviso. I primi incontri con i residenti hanno lo scopo di capire quali sono le loro esigenze e cosa vorrebbero per la zona in cui vivono. Ciò che manca in questo “quartiere dormitorio” sono gli spazi sociali dove ritrovarsi, le attività da condividere, i servizi e le occasioni per coltivare le relazioni umane.

instabile portazza 1

«Abbiamo raccolto le idee ed elaborato un progetto parlando con gli interlocutori – ACER e Comune di Bologna – e siamo partiti». La prima mossa era ristrutturarlo, renderlo di nuovo vivibile. Ma come fare senza soldi e senza attrezzature? Semplice: con la condivisione!

 

«Ci siamo chiesti: “Quali sono le nostre competenze? Cosa siamo disposti a imparare?”. Quindi ci siamo affidati alla condivisione dei saperi: due domeniche al mese ci siamo ritrovati all’in-cantiere e ciascuno trasmetteva agli altri le proprie competenze, spiegava cosa fare e come farlo e imparava ciò che non sapeva».

 

Tutti insieme, i cittadini della zona si sono messi in gioco, hanno dedicato tempo e sudore al progetto e hanno creato un contenitore. Dopodiché è partita la seconda fase: riempirlo! Questo è stato possibile grazie al nutrito gruppo di associazioni che partecipano all’iniziativa, come Promuovo, Architetti di strada, Leila, Camelot, Metropolis. «Da soli – ammette Jacopo – non andremmo da nessuna parte».

instabile portazza 4

Dopo quasi quattro anni la trasformazione non è ancora completa, ma questo non-luogo è tornato a vivere. È davvero entusiasmante vedere che là dove prima c’erano polvere, rifiuti e calcinacci oggi si svolgono concerti, corsi di auto-costruzione, cineforum, repair cafè, lezioni di musica e tante altre attività.

 

Giovani e anziani si ritrovano e stanno insieme, riappropriandosi degli spazi comuni. Centinaia di cittadini e decine di associazioni hanno dimostrato che far rinascere e riqualificare il territorio è possibile: dal basso, in maniera condivisa e partecipata, senza tanti soldi, ma con consapevolezza e voglia di fare!

 

Intervista: Francesco Bevilacqua e Daniela Bartolini
Riprese: Daniela Bartolini
Montaggio: Paolo Cignini

 

 

 

 

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Dot, un incubatore sociale per cambiare il futuro di Benevento
Dot, un incubatore sociale per cambiare il futuro di Benevento

Biodanza: un percorso di riscoperta umana attraverso musica, movimento e relazioni
Biodanza: un percorso di riscoperta umana attraverso musica, movimento e relazioni

Costa Orientale Sarda: dal calcio al territorio un progetto per unire
Costa Orientale Sarda: dal calcio al territorio un progetto per unire

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Le nuove ipotesi su ufo e uap. Cosa sappiamo? – #981

|

I giochi da tavolo come strumenti per il dialogo filosofico

|

EcoMondo Salerno: difendere l’ambiente per tutelare i diritti di tutte le persone

|

Sarotto Group: ripensare l’abitare per ridurre inquinamento, sprechi e consumo di suolo

|

La ricetta del pedagogista Daniele Novara per cambiare la scuola: “Basta voti e lezioni frontali”

|

Il sindaco Maurizio Onnis: “Le comunità energetiche dovrebbero spandersi a macchia d’olio”

|

Licheni: decrescita ed ecologia queer per costruire nuovi modi di vivere

|

Yurii Sheliazenko: “Dobbiamo cambiare la narrativa dell’inevitabilità della guerra”

string(9) "nazionale"