26 Set 2018

Filomena Pucci: la passione delle donne è un'impresa (av)vincente – Meme #11

Seguendo la propria passione e "mettendo le gambe" ai propri sogni le donne possono trovare la realizzazione, rivoluzionare con successo il settore dell'imprenditoria e contribuire a cambiare in meglio il mondo in cui viviamo. Lo dimostrano le "Appassionate" imprenditrici femminili protagoniste del racconto di Filomena Pucci che con il suo progetto e la propria esperienza personale testimonia che "Quello che ti piace fare è ciò che sai fare meglio".

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Incontro Filomena in una calda mattina di fine luglio a Roma, dove torna di tanto in tanto dopo essersi trasferita in Francia per amore (“finalmente quello giusto!”, ammette). Le brillano gli occhi, è piena di energia ed impaziente di mostrarmi il suo nuovo libro intitolato Quello che ti piace fare è ciò che sai fare meglio, un manuale per esaltare i propri talenti ed un viaggio a caccia delle passioni che ci animano e attraverso le quali possiamo imparare ad eccellere. “Questa frase è il titolo del mio secondo libro ma è, prima ancora, il post-it da cui tutto è cominciato”.

-filomena-pucci

Seduta su una panchina con le gambe incrociate, Filomena inizia così a raccontarmi di come, partendo dalla ricerca della sua vera passione, ha trasformato la sua vita e creato “Appassionate”, un libro ed un progetto nato con l’intento di diffondere storie esemplari di donne che si sono inventate un lavoro e hanno creato imprese di successo.

 

Qualche esempio? L’imprenditrice sarda Daniela Ducato che partendo dal recupero degli scarti ha creato un’azienda entrata nella top ten delle eccellenze tecnologiche mondiali. O ancora Luciana Delle Donne, ex manager nel settore bancario, che ha deciso di cambiare completamente vita e ha creato in Puglia la cooperativa sociale Made in Carcere che offre lavoro in tutta Italia a donne detenute per reati minori.

 

Ogni donna può esaltare i propri talenti, far fiorire (e fruttare) la propria passione e fare ogni giorno ciò che la rende veramente felice. È questo il messaggio che Filomena Pucci vuole trasmettere attraverso il suo esempio, i suoi libri, un sito editoriale ed una serie di workshop e conferenze che oggi porta in Italia e all’estero.

 

 

“La mia è stata una trasformazione faticosa, solitaria e ossessiva”, ricorda Filomena. “Per prima cosa mi sono chiesta: ma come hanno fatto le altre a trasformare la loro passione in un’impresa? Come fanno le altre, quelle che riescono ad essere felici con il proprio lavoro? Da lì è nata l’idea di andarle a cercare per chiederglielo e per farmi ispirare. Inoltre, non mi riconoscevo nell’immagine che i giornali ci restituiscono ogni giorno della nostra società: i cervelli in fuga, la precarietà, l’abbassamento delle ambizioni. Non mi ritrovavo in questa generalizzazione della vita e la rifiutavo. Mi sono quindi detta: ci deve essere anche tanta altra gente che non è raccontata.

 

Conoscevo Italia che Cambia ed ero già consapevole di una serie di nuove possibilità. Ho così deciso di andare a incontrare le donne che a mio avviso meritavano di essere raccontate. Volevo delle ispirazioni potenti per smuovermi da quello stato di difficoltà in cui mi trovavo. Desideravo degli incoraggiamenti forti per cambiare la mia vita e allo stesso tempo ricercavo delle storie importanti da raccontare. Perché io racconto storie, scrivo storie e amo le storie. È questo che mi piace e che so fare. Ed è ciò che ho deciso di mettere al centro del mio progetto di lavoro e di vita”.

 

È così che Filomena ha incontrato dieci imprenditrici italiane eccellenti, ma non “figlie di”, divenute le protagoniste del libro “Appassionate” e le ispiratrici di tutto il più ampio progetto messo in piedi inizialmente grazie ad una campagna di crowdfunding (perché “è fondamentale mettere le gambe ai sogni”, ripete).

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“Le ‘Appassionate’ sono le donne che partendo da un’intuizione, idea o passione personale sono riuscite non solo ad intercettare un bisogno collettivo ma anche a farlo diventare un mestiere, un prodotto, un servizio, un’impresa”.

 

Come fare però quando non si sa qual è la propria passione? Da dove partire per trovarla o ritrovarla? “È nella specificità di chi siamo e chi siamo stati che si disegna l’unicità della nostra impresa. Dobbiamo quindi partire dal riconoscimento delle nostre caratteristiche perché la cosa che ci piace fare c’è già, da sempre, dentro noi stessi. È quella cosa che spesso gli amici ci suggeriscono di fare perché ci riesce bene. Iniziamo così dunque: chiediamo ai nostri amici di elencarci le nostre caratteristiche. Facciamo poi noi stessi delle liste di ciò che ci piace o vogliamo fare e poi affiniamole, scolpiamole: è un modo per immaginare la vita che vogliamo. Immaginare è fondamentale, ma è importante farlo in una maniera non completamente illusoria. È importante avere una visione”.

 

“Dopo aver intercettato ciò che ci piace è importante avere pazienza e cura”, continua Filomena facendo riferimento alle lezioni che compongono il libro Quello che ti piace fare è ciò che sai fare meglio. “Piantare un bulbo è un esercizio utile per imparare a prendersi cura della nostra idea e osservarla attivamente. Poi è importante tirare fuori il coraggio e accettare la fatica, perché il percorso per far fiorire la nostra passione è spesso faticoso. Ma è così che si può dar vita ad un’impresa, economica e di vita”.

 

Fare ciò che ci piace richiede fatica sì, ma non solo è possibile, è anche la migliore scelta da compiere per essere pienamente se stessi e vivere bene”.

 

Intervista: Alessandra Profilio
Riprese: Elisa Elia
Montaggio: Elisa Elia e Paolo Cignini

 

 

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