6 Dic 2018

Inquinamento e salute. Quando la sfiga ci vede benissimo

Scritto da: Annalisa Jannone

La visione ecologica e sistemica è parte integrante della medicina più innovativa. Lo studio delle relazioni e dei rapporti nei sistemi viventi e di quelli con il proprio ambiente permette di acquisire nuove conoscenze e molti dati scientifici. Molte malattie non sono “un incidente di percorso”: tante di queste potrebbero essere evitate o risolte se si riconoscessero le dinamiche biologiche dei sistemi viventi, anche nella medicina delle istituzioni.

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Aumenta la mobilitazione di scienziati, medici e associazioni per l’incremento di patologie dovute ad inquinanti. Sempre più studi clinici e rilevazioni tecniche confermano il nesso di causa-effetto con malattie gravissime ormai epidemiche. Eppure, non riconoscendo appieno tale relazione, lo stato normativo e la scienza istituzionale non riescono a promuovere la salute.

 

Di inquinamento e salute si è parlato in modo approfondito al congresso italiano Saluscienza, di Medicina Integrata, Scienza e Fisica Quantistica organizzato per la prima volta da tre realtà italiane protagoniste nel panorama della divulgazione scientifica e culturale: Med CAM, Spazio Tesla e Scienza e Conoscenza.

Il dottor Antonio Pasciuto al congresso italiano Saluscienza

Il dottor Antonio Pasciuto al congresso italiano Saluscienza


Come emerso anche in questa occasione, l’aumento vertiginoso di tumori infantili, disturbi cognitivi neurologici dello sviluppo e di malattie croniche risulta in crescita tanto da parlarne come di epidemie. Il cancro, tuttavia, viene ancora considerato un incidente genetico, un accumulo di mutazioni casuali del DNA. Per la scienza istituzionale, dunque, siamo in presenza di un’epidemia di sfiga incontrollabile.

 

Il problema è grave perché non si può fare una reale prevenzione senza diagnosi, ovvero se non si capiscono le cause delle patologie. In ambito medico sono poche le patologie che arrivano ad avere una diagnosi. Ipertensione, gastralgia, cefalea, non sono diagnosi ma descrizioni in linguaggio medico dei sintomi e degli effetti.

 

Eppure studi sulle correlazioni tra malattie e fattori causanti sono sempre più numerosi. La scienza statistica epidemiologica produce dati incontrovertibili. Ma la statistica e l’epidemiologia possono solo leggere la punta di un iceberg perché gli esseri viventi sono sistemi complessi e sottostanno a rapporti non lineari di causa-effetto.

Ad esempio ormai sappiamo, grazie alle nuove scoperte, che la maggior parte delle patologie gravi infantili sono malattie della gestazione cioè di quel periodo delicatissimo in cui la plasticità dello sviluppo è massima. L’esposizione della madre ad agenti patogeni attiva reazioni difensive agli insulti ambientali. La maggior parte del DNA (quella non codificante) agisce come dei sensori del genoma che si muovono (traslocazioni) per tentativi ingegneristici adattativi, non aberrazioni cromosomiche attivate a caso.

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Durante l’adattamento programmatico del feto si forma la capacità di compensazione che l’individuo porta con sé durante il resto della propria vita e che trasmette ai propri figli e nipoti. Questo rende difficile l’analisi dei rapporti causa-effetto ma lo studio dell’epigenetica  chiarisce sempre più i meccanismi che stanno all’origine delle manifestazioni patologiche, anche se si sviluppano in età avanzata o in generazioni successive. La placenta è un organo di nutrizione e informazione ed è il centro nevralgico anche delle patologie croniche dell’adulto.

 

I fattori inquinanti: cosa ci fa ammalare?

I maggiori fattori inquinanti sono le sostanze chimiche dell’agrochimica (non più definibile agricoltura), i campi elettro-magnetici (tralicci alta tensione, wi-fi, cellulari), metalli pesanti e particolato da incenerimento (dei rifiuti e dall’industria).

 

I pesticidi inducono una risposta genomica che porta le cellule ad attivare una sorta di memoria per poter continuare a riconoscere l’agente tossico ma questo le porta a trasformarsi in cellule immortali e quindi facilmente in cancerose. Si stima che il 98% delle donne in gravidanza sia contaminata dal glifosato.

 

Il 75% delle coltivazioni OGM sono create perché possano sopportare i pesticidi, ma le aziende che li producono sono le stesse che producono i fitofarmaci appunto e spesso i farmaci ad uso umano.  La recente fusione Bayer-Monsanto è stata una tappa significativa di questo processo tutto a sfavore della salute. Quindi chi produce sostanze chimiche è lo stesso soggetto che produce dati scientifici determinanti per le normative; un uso elitario della sfiga altrui.

 

Anche se poco presente a livello mediatico, la ricerca medica indipendente si dota di strumenti sistemici, di dati scientifici più vicini alle dinamiche biologiche offrendo capacità di diagnosi e cura innovative; essa integra la visione ecologica dei sistemi ponendo l’attenzione sullo studio delle relazioni tra le parti. L’inquinamento ambientale è un fattore determinante per la salute e condiziona tutti gli aspetti della vita, da quella psico-fisica a quella sociale ed economica.

 

L’altro ieri alla Camera dei Deputati è stata consegnata la petizione di 25.000 firme ai parlamentari durante la conferenza stampa organizzata dal gruppo NO PESTICIDI. In gioco c’è il nuovo PAN (Piano d’Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari).

La conferenza stampa organizzata dal gruppo NO PESTICIDI

La conferenza stampa organizzata dal gruppo NO PESTICIDI


Nella conferenza stampa è emersa la poca trasparenza sulle modalità di revisione. Mancano 3 mesi alla scadenza della revisione ma il comitato scientifico mantiene, per ora, bloccato il documento del ministero dell’ambiente e non si avvale della partecipazione di esperti del settore come formalmente dichiara di fare. Manca la rilevanza dell’effetto multiplo dei pesticidi che invece vengono studiati singolarmente, mancano gli studi su gestanti e bambini cioè dove la suscettibilità è maggiore. È in atto un vero e proprio scontro sui livelli di pesticidi permessi e sulla reale contaminazione dell’ambiente.

 

Risulta che le persone maggiormente esposte sono quelle che vivono nelle zone rurali. Pianure e campagne sono più inquinate delle città perché la chimica per l’agricoltura ha un’azione più profonda e sistemica degli inquinanti urbani. Chi lavora nei campi si protegge con attrezzature e maschere a gas, chi vive nelle zone limitrofe ne viene colpito a sua insaputa. Tra le richieste della petizione c’è l’obbligo di avvisare i residenti prima dei trattamenti e della distanza di sicurezza perché i prodotti irrorati si depositino. Per ora le distanze di sicurezza sono solo a carico degli agricoltori biologici che per non essere contaminati creano zone cuscinetto.

 

Nello studio GBH, dell’Istituto Ramazzini è emerso come i limiti giornalieri ritenuti sicuri degli Stati Uniti (ADI) si siano rivelati, in realtà, dannosi per il DNA, per lo sviluppo sessuale e per il microbioma intestinale che sappiamo essere strettamente collegato al neuro-sviluppo del cervello. Quindi è importante fissare dei limiti alle sostanze tossiche che non siano decisi a tavolino ma provenienti dalla ricerca indipendente.

 

Il coordinamento STOP Glifosato, a cui hanno partecipato 57 organizzazioni tra ecologisti, medici e agricoltori biologici, tra cui ISDE e Slow Food, ha raccolto in Europa più di un milione e 200.000 firme per far approvare nuove norme grazie a studi scientifici indipendenti che vietassero la sostanza o almeno togliessero i contributi a chi la utilizzava.

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“Il cervello dei nostri bambini è nelle nostre mani, la scienza, se non è indipendente, non è dalla parte della salute e della verità”. È quanto afferma la dott.ssa Gentilini dell’ISDE, oncologa ed ematologa, che ha denunciato le continue deroghe ai divieti. Negli ultimi 30 anni sono state autorizzate 176 deroghe cioè sostanze prima vietate poi permesse, ad esempio negli ortaggi in serra come le fragole. Anche il decreto sull’uso dei fanghi è una deroga poiché invece di incentivare i depuratori permette l’accumulo di tossicità conclamate e già vietate come alcuni Idrocarburi, il Cromo esavalente, il Toluene.

 

A livello normativo la dott.ssa Altera, esperta di valutazione del rischio, denuncia i continui rimandi legislativi al recepimento delle direttive. Manca un organo europeo che sanzioni chi non rispetta le leggi. Ci si sente non tutelati e senza diritti. Presenti alla consegna delle firme la deputata del Gruppo Misto: Silvia Benedetti, Sara Cunial e Saverio De Bonis entrambi M5S.

 

In generale emerge l’esigenza di attivarsi dal basso, nei tribunali, nella ricerca, di studiare i contaminanti prodotto per prodotto, di sensibilizzare e contrastare le industrie inquinanti. Emerge anche la volontà e la necessità di incentivare il biologico, l’agricoltura integrata. Nei prodotti bio, infatti, i residui sono più bassi e l’incidenza di patologie neurologiche, metaboliche e autoimmuni sono inferiori per chi li consuma abitualmente; i dati ci sono. Bisogna fornire alternative alle produzioni convenzionali. Sono già molte le esperienze positive ed economicamente sostenibili, bisogna promuoverle.

 

Così come la medicina integrata studia e si avvale di nuovi sistemi di interpretazione, di diagnosi e di cura basati sul paradigma scientifico sistemico e non riduzionista-lineare, anche il modello ecologico per la gestione del sistema economico, sociale e produttivo sembra parlare la stessa lingua. Ci si richiama agli stessi valori per costruire insieme relazioni sinergiche efficaci e un sapere diffuso. Ogni componente della società dovrebbe attivarsi perché la sfiga spesso è figlia di comportamenti quotidiani poco consapevoli.

 

FONTI:

Dott. Ernesto Burgio ECERI (European Cancer and Environment Research Institute), ISDE, Associazione internazionale medici per l’ambiente a Saluscienza

Dott. Antonio Pasciuto (EUROPAEM: Accademia europea di medicina ambientale) a
Saluscienza

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15589307

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26339156

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/10346991

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=pediatricassosiation+between+organic+dietary+choice+during+pregnancy+and+hypo

 

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