29 Gen 2019

Closlieu, l'atelier di pittura dove l'arte è libertà

Scritto da: Sara Capurso

Un luogo protetto dove ognuno può dipingere in libertà e creare la propria traccia in modo autentico e naturale, con assoluta spontaneità, lontano dai condizionamenti esterni e dai commenti altrui sulla propria opera. A Tradate, in provincia di Varese, abbiamo visitato un Closlieu, uno degli atelier di pittura e di espressione ideati da Arno Stern.

Salva nei preferiti

Varese, Lombardia - Esiste un luogo dove ognuno può dare libera espressione del proprio essere, attraverso “il gioco del dipingere”. Siamo entrati in un Closlieu, un atelier di pittura ideato dall’educatore tedesco Arno Stern e ci siamo entrati in punta di piedi, come se fosse un luogo segreto, dove non ci sono parole, giudizi, interpretazioni ma solo la libertà espressa attraverso un foglio immacolato e i colori.

closlieu--

“Closlieu” significa “luogo protetto” ed è proprio la sensazione che si ha appena si entra in questa stanza, separata dall’esterno da una tendina. Appena entriamo, ci accoglie un arcobaleno di colori, mescolati tra loro sul legno che ricopre interamente le pareti. L’ effetto meraviglioso è dato dai fogli che vengono attaccati e staccati alle pareti per permettere alle persone di dipingere liberamente, stando in piedi e scegliendo dove attaccare il proprio foglio. La sensazione che si prova ricorda l’interno di un giardino segreto e viene naturale calmarsi, smettere di parlare e lasciare fluire le sensazioni di pace e tranquillità.

 

Ci accolgono Juana, Sara e Antonella, tre donne che sorridendo ci raccontano che anche loro sono state “bambine del Closlieu” e ora sono diventate “Praticien” o “Servant”: “colui che è il servitore dei gesti all’interno del Closlieu” dopo essersi formate direttamente con Aldo Stern. Anche i loro racconti ricordano il dolce mescolare sulla tavolozza perché ognuna condivide una sfumatura diversa di ciò che è stato e che è diventato per loro il Closlieu, di come lo vivono, lo osservano e di come conducono il gioco senza interferire minimamente con le persone che partecipano.

 

Questa è una delle caratteristiche fondamentali del Closlieu: nessuno deve commentare o interpretare le tracce altrui. I gruppi sono di età mista, chiunque può partecipare, non è un corso di pittura o una classe suddivisa per livelli, ognuno partecipa con la propria unicità. Gli incontri si svolgono una volta a settimana, per circa un ora e mezza, da Ottobre a Maggio in gruppi eterogenei di massimo 15 persone e i partecipanti sono di tutte le età (da 3 a 99 anni), in questo modo non c’è alcuna competizione, conta solo l’individuo.

closlieu-4

Quando siamo arrivati, abbiamo notato che fuori dal Closlieu c’era qualche genitore ad aspettare i propri bambini, questo per permettere loro di esprimersi senza essere influenzati dal parere di una mamma, un papà, un insegnante come spesso accade nella realtà quotidiana. Si può anche condividere il gioco tra mamma e bambino ma l’importante è che nessuno dei due interferisca nell’espressione dell’altro e, in caso di necessità, l’unico punto di riferimento dovrà essere il Praticien.

 

All’interno si può parlare ma non della propria traccia, perché il rispetto per ciò che si sta facendo è totale e deve essere protetto da qualunque opinione altrui. Il praticien, conduce il gioco nel modo più delicato possibile, creando la situazione ideale perché la persona possa dipingere senza distrazioni e questo richiede un’attenta osservazione e attenzione a ciò che si svolge all’interno, alle persone, ai loro bisogni e al rispetto assoluto dei loro tempi.

 

Un esempio? Se il Praticien nota che una persona sta cercando di dipingere su una parte di foglio troppo alta con fatica, provvederà ad avvicinare uno sgabello, in modo che non ci sia la distrazione e l’interruzione del gioco, permettendo così a chi dipinge di lasciarsi davvero trasportare dal pennello e i colori. Come afferma Arno Stern, “poiché è servito, il bambino non viene mai distratto dal suo impulso creativo; egli può concentrarsi totalmente sul formarsi della Traccia. Naturalmente, non faccio nessuna differenza tra il piccolo e il grande, ed essi si sentono presi sul serio, e godono della mia attenzione, alla quale nulla sfugge”.

 

Esiste un piccolo rituale che dà il via al gioco: si indossa il grembiule prima di entrare e si prende un foglio bianco, si sceglie su quale parete appenderlo e il Praticien aiuta a posizionarlo con delle puntine. Al centro della stanza c’è una tavolozza con 18 scodellini di colori a tempera naturali e acqua e tre pennelli ciascuno a completa disposizione dei partecipanti.

closlieu-pittura

“Qui – ci raccontano le Praticiens – si impara il rispetto per se stessi e per gli altri, ci si arricchisce continuamente attraverso le sensazioni che non vengono interpretate ma sono libere di fluire dentro ognuno di noi”, all’interno di questa stanza infatti tutte le emozioni e sensazioni sono protette. I fogli non vengono portati via, ognuno ha un proprio archivio dove può lasciarli e le tracce possono essere continuate in un altro momento o lasciate semplicemente così, dando spazio a un nuovo foglio, ad altri colori.

 

Quando chiediamo se è una sorta di Arteterapia, la risposta è che non è questo l’obiettivo e che secondo Stern “Non c’è nulla da curare”. Sicuramente durante la traccia ci possono essere molteplici sensazioni, gioie, emozioni e scoperte ma ognuno potrà farle sue e ascoltarle senza doverle condividere all’interno e soprattutto all’esterno del Closlieu.

 

Tutti siamo stati abituati ad interpretare ciò che disegnavamo. Fin dai primi anni di vita ci veniva chiesto cosa fosse quel cerchio o quel quadrato o ci veniva insegnato a trasformarlo in qualcosa che ricordasse la realtà quotidiana: un sole, una casa e ci veniva dato un giudizio, qui tutto questo non esiste, la traccia resta così com’è, non viene richiesto alcun significato o senso, non c’è un’interpretazione dei colori ma ciò che conta è stare bene, divertirsi e regalarsi un momento per se stessi, liberi da qualsiasi condizionamento esterno e dalla frenesia della nostra quotidianità.

 

Il Closlieu che abbiamo visitato si trova a Tradate, in provincia di Varese ma i Closlieu sono presenti in tutta Italia e in altri paesi, trovate quello più vicino a voi, è un’esperienza che almeno una volta nella vita, bisogna provare.

 

 

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Arte e ricerca al femminile: a Cagliari un stanza tutta per loro, artiste del nostro tempo
Arte e ricerca al femminile: a Cagliari un stanza tutta per loro, artiste del nostro tempo

Spazi personali e collettivi: la cultura del gesto in Sardegna
Spazi personali e collettivi: la cultura del gesto in Sardegna

Jorge Eielson, l’artista peruviano che ha scelto Bari Sardo come dimora per l’eternità
Jorge Eielson, l’artista peruviano che ha scelto Bari Sardo come dimora per l’eternità

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

La Grecia vieterà la pesca a strascico, primo paese in Europa – #920

|

L’assalto eolico è ingiustizia climatica: le conseguenze sul patrimonio culturale sardo

|

Franco D’Eusanio e i vini di Chiusa Grande: “È un equilibrio naturale, noi non interveniamo”

|

L’arte collettiva del sognare: il social dreaming arriva in Liguria

|

Quanto inquinano gli aerei? Ecco cosa dicono i dati e le leggi

|

No border books, un kit di benvenuto per i piccoli migranti che approdano a Lampedusa

|

Intelligenza artificiale in azienda: ci sostituirà o ci renderà il lavoro più facile?

|

HandiCREA e il sogno di Graziella Anesi di un turismo accessibile e inclusivo

string(9) "nazionale"