17 Set 2014

Io faccio così #40 – “Risparmiare risorse è il nuovo umanesimo”: PeR, il Parco dell'Energia Rinnovabile

Un centro scientifico, divulgativo e ricreativo in prima linea nella ricerca e nella sperimentazione di tecnologie, processi e azioni virtuose che migliorino la vita dell’uomo e riducano l’impatto delle attività della società civile sul pianeta. Al Parco dell'Energia Rinnovabile, accoglienza, formazione e didattica si intrecciano alla ricerca del proprio sistema ecologico.

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Terni, Umbria - Mini pale eoliche, pannelli fotovoltaici e per il solare-termico di vario tipo immerso in prati, colline e campi agricoli. In Umbria, precisamente a Frazione Frattuccia, sorge il PeR, Parco dell’Energia Rinnovabile. Si tratta di “un centro scientifico, divulgativo e ricreativo in prima linea nella ricerca e nella sperimentazione di tecnologie, processi e azioni virtuose che migliorino la vita dell’uomo e riducono l’impatto delle attività della società civile sul pianeta”.

Al PeR si offre anche accoglienza, formazione e didattica per piccoli e grandi, relax e cultura.

Tutto è iniziato nel 1999 quando è stato acquistato il rudere ed è iniziata la ricostruzione. A dar vita al centro è stato Alessandro Ronca, presidente e Socio fondatore del PeR, che dopo anni di esperienza in paesi dalle difficili situazioni ambientali, in particolare in Africa, ha dedicato la sua preparazione sulle nuove tecnologie energetiche per ideare il Parco dell’Energia Rinnovabile con lo scopo di promuovere e perseguire uno stile di vita sostenibile.

Il PeR sorge volontariamente in un luogo privo di acqua potabile, di pozzi, o di fonti. “Volevamo dimostrare – spiega Alessandro Ronca – che si poteva essere autosufficienti anche in condizioni ‘difficili’. Se ci riescono in Africa, possibile che non ci si riesca in Umbria? Abbiamo così realizzato un complesso sistema di recupero e depurazione delle acque piovane unito ad una riduzione drastica dei consumi per l’intera struttura”.

Efficienza energetica, distribuzione integrata dell’energia, autonomia energetica condivisa ed un uso ottimale dell’acqua sono dunque i principi  fondamentali che regolano il PeR. Questa, tuttavia, è una delle molte possibili idee di sistema ecologico. “Ogni luogo, ogni clima, ogni progettista, ogni contesto paesaggistico, ogni destinazione d’uso, la presenza o meno in loco di pietre e legno a chilometri zero, ogni diverso decennio di storia delle tecnologie dolci, ha le proprie priorità. Ne deriva una sorta di ‘stile’ dell’efficienza energetica. Ecco, voi siete benvenuti nel nostro stile, vi spiegheremo tutto ma senza la presunzione di insegnare niente, solo di testimoniare. L’unica asserzione assoluta che sentirete da noi, dunque, è questa: non imitate nessuno e traete ispirazione da tutti, cercate anche voi il vostro stile”.

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Alessandro Ronca, presidente e socio fondatore del PeR

I fondatori stessi del PeR, portando avanti il loro progetto, hanno nel tempo modificato le loro convinzioni in merito alla sostenibilità. “Quando abbiamo iniziato – racconta Alessandro Ronca – ho cercato di usare più tecnologia possibile. Liberarsi dai condizionamenti, infatti, è uno dei passi più difficili da compiere. Via via mi sono reso conto che le tecnologie ‘più semplici’ sono spesso le più sensate”.

In quest’ottica, tutto al PeR comincia dalla più antica delle tecnologie umane per produrre calorie: l’agricoltura. Quella del Parco dell’Energia Rinnovabile è un’agricoltura “moderna”, nel senso vero della parola: abolizione dei fertilizzanti artificiali e degli antiparassitari chimici, lotta integrata, compostaggio, associazione, rotazione, dissuasori fotovoltaici per tener lontani i cinghiali, grandi cisterne per l’acqua piovana.

“L’agricoltura del futuro non è quella della chimica e delle serre di plastica, quello è un retaggio novecentesco che non ha mantenuto la sua promessa di togliere il mondo dalla fame, anzi ha aumentato le differenze tra ricchi e poveri, provocato l’ inurbamento di metà della popolazione mondiale, impoverito i terreni, generato la selezione di nuovi parassiti famelici”.

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Daniel Tarozzi e Alessandro Ronca

In linea con questo principio, il PeR è divenuto anche un presidio Slow Food della “fava cottora”, un legume che necessita di pochissima acqua per vivere e contiene “straordinarie qualità nutritive”.

Ogni attività al PeR, riflette dunque la filosofia del centro: “Vogliamo essere felici e rendere felici. Risparmiare risorse non è un sacrificio, è il nuovo edonismo, è il nuovo umanesimo. È lo spreco che comporta, a lungo termine, infelicità, sacrifici e lutti”.

Il sito del PeR 

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