28 Mag 2015

Il Progetto Molin di Bucchio selezionato per ReStartApp

Scritto da: Daniela Bartolini

L'Antica Acquacoltura Molin di Bucchio in Casentino selezionata da ReStartApp, il campus residenziale che sostiene la nascita di imprese impegnate nelle filiere tipiche dell’Appennino.

Salva nei preferiti

La realizzazione del sogno, nato lunghi i fossi del Casentino, di due giovani trentenni casentinesi, è sempre più vicino.

Domenica, durante la presentazione del portale di Casentino che Cambia, Andrea Gambassini e Alessandro Volpone si sono emozionati nel comunicare la notizia della loro partecipazione a ReStartApp, il campus residenziale per lo sviluppo di idee di impresa e startup impegnate nelle filiere tipiche dell’Appennino.

ReStartAppidee che muovono montagne è un incubatore di impresa per il rilancio dell’economia appenninica, promosso dalla Fondazione Edoardo Garrone. Non solo un campus in cui, affiancati da docenti, esperti e professionisti dei principali settori dell’economia appenninica e montana, apprendere importanti elementi per avviare e gestire un’impresa rurale, ma anche un concorso di idee. Per i 30 giovani aspiranti imprenditori under 35 scelti in base alle idee che mirano a creare impresa nei settori dell’agricoltura, dell’allevamento, dell’agroalimentare, del turismo e della cultura e all’effettivo contributo che possono fornire al rilancio e alla valorizzazione dell’Appennino, la fondazione mette a disposizione premi per 120 mila euro per l’avvio dell’impresa.

Il Progetto Molin di Bucchio ha tutti i punti di forza e le connessioni necessarie per puntare a vincere uno dei premi come miglior progetto d’impresa. Definirlo solo un progetto di allevamento ittico, sarebbe infatti riduttivo.

Il sogno di Andrea e di Alessandro era di fare della biodiversità e della sua tutela un progetto di lavoro. E’ nata così l’idea di restaurare e riportare in funzione l’Antica Acquacoltura Molin di Bucchio.

La troticoltura nacque alla fine dell’800 accanto ad uno dei più antichi mulini del Casentino, il primo mulino lungo il corso dell’Arno. Siamo tra Londa e Stia, il grande fiume toscano nasce pochi chilometri sopra, arriva al mulino e all’acquacoltura che è ancora torrente, piccolo ma abbastanza forte da azionare le pale del mulino. E sopratutto con acque pulite ed incontaminate, adatte all’allevamento ittico e habitat naturale per lo sviluppo di molte specie anfibie.
Tre antiche vasche a monte del mulino, due di fine ‘800 e il bottaccio del mulino risalente al 1200, e sette vasche moderne a monte. Un grande impianto attivo fino agli anni ’70 che negli anni ’30 ricevette numerosi riconoscimenti da parte del Ministero dell’Agricoltura ed oggi di proprietà della famiglia Bucchi, custode anche dell’antico Molino di Bucchio sede di una delle antenne dell’Ecomuseo del Casentino, con la quale Alessandro ed Andrea hanno stipulato un contratto ventennale di gestione.

Salvaguardia delle locali specie ittiche d’acqua dolce a rischio di estinzione per la ripopolazione.
Salvaguardia storica attraverso il restauro di un luogo antico con i materiali originali.
Sostenibilità ambientale, un impianto a impatto zero che prevede la fitodepurazione delle acque di allevamento.
Attenzione verso la qualità ed il benessere delle specie allevate per ridare dignità al cibo che mangiamo, attraverso l’utilizzo di mangimi biologici ed un allevamento naturale
Educazione, con la creazione di percorsi didattici alla scoperta degli anfibi (salamandre e tritoni in particolare) che trovano in queste acque il loro habitat naturale, e agli impianti della troticoltura.
Socialità, uno spazio da restituire alla comunità che diventi punto di ritrovo, di incontro, di condivisione.
Nell’antica acquacoltura si seguirà tutto il ciclo di vita della trota, dalle uova alla riproduzione, per arrivare agli avannotti e a pesci di due, tre anni di vita.

Italia che cambia aveva già incontrato questi giovani imprenditori un anno fa.
In questi mesi le vasche degli anni ’50 sono state svuotate, ripulite dai sedimenti così come la vanotteria per la riproduzione. Adesso i lavori sono fermi, i prossimi interventi edili necessitano di professionisti. E di investimenti.

ReStartApp rappresenta una grande occasione per realizzare il sogno di unire passione e amore per il proprio territorio ad un progetto di vita e di lavoro.
Nove settimane di campus a Portico di Romagna sono un grande impegno per due giovani padri ma Alessandro e Andrea sono fieri di rappresentare la propria terra e di provare a far rinascere uno dei mestieri più antichi del mondo: l’acquacoltura montana.

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Animal Talk Italia: parlare con gli animali è possibile – Io Faccio Così #402
Animal Talk Italia: parlare con gli animali è possibile – Io Faccio Così #402

La Liguria paga i cacciatori per uccidere i cinghiali, le associazioni si mobilitano
La Liguria paga i cacciatori per uccidere i cinghiali, le associazioni si mobilitano

Rete dei Santuari di Animali Liberi: un altro modo di relazionarci con loro è possibile
Rete dei Santuari di Animali Liberi: un altro modo di relazionarci con loro è possibile

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Come trasformare gli allevamenti in fattorie vegane, l’esperienza svizzera – #917

|

Val Pennavaire in rete: la nuova e inaspettata zuppa di sasso

|

Gaetano, terapista forestale dei Monti Lattari: “La foresta mi ha guarito”

|

Cuscini Bio, la moda etica e quel giocattolo dentro a una fornitura tessile

|

Animal Talk Italia: parlare con gli animali è possibile – Io Faccio Così #402

|

Lezioni ecologiche nelle scuole italiane, fra antropocene ed ecologia profonda

|

Alberi monumentali, in Sicilia sono 311 i tesori vegetali da tutelare

|

Sanità e diritto alla cura: cronache da un’Ogliastra che vuole vivere, non sopravvivere

string(9) "casentino"