30 Giu 2015

“Il Casentino ‘ndo sto io!”: un’originale guida turistica

Scritto da: Daniela Bartolini

Una guida turistica realizzata dagli ospiti dei centri diurni di socializzazione del Casentino.

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“Il Casentino ‘ndo sto io!” è uno dei prodotti realizzati dagli ospiti dei Centri diurni di socializzazione il Pesciolino Rosso di Pratovecchio e Tangram di Rassina, gestiti dall’Unione dei Comuni Montani del Casentino, all’interno del Progetto “Il Casentino visto con i nostri occhi”. Un progetto sul racconto e sopratutto sul raccontarsi che è stato il filo conduttore degli interventi pedagogici di entrambi i centri negli ultimi anni.

Racconto, disegno, realizzazione di quadri, interpretazione, scelta di foto e materiali, confronto e condivisione per creare una guida turistica, una mappa di comunità del Casentino che diventa strumento per guardare il luogo in cui si vive o scoprirlo per la prima volta da un punto di vista inusuale, inatteso. Una narrazione familiare che racconta i luoghi abitati da chi li descrive e che restituisce al lettore vita vissuta, rielaborata e donata.

Un racconto che ogni autore ha realizzato con il proprio linguaggio, per alcuni la parola, per altri, per cui la comunicazione verbale è assente o difficoltosa, l’immagine, disegnata, fotografata, dipinta.

Un Casentino fatto di indicazioni stradali originali, di racconti nuovi delle bellezze storiche ed artistiche, di ricordi di vita, di rielaborazione di incontri ed esperienze fatte nelle tante uscite sul territorio organizzate dai centri, di relazioni e di luoghi “importanti per me”: Entrano così nella guida la gelateria “bona”, le “macchinine” al Ponte a Poppi, dove si va a fare la spesa o a correre, giocare a pallone, fare sport.

Duecento pagine per fare un’esperienza “viva” del territorio ed uno strumento di integrazione sociale, per rafforzare il senso di identità e di appartenenza alla comunità. Uno strumento che può essere punto di partenza per nuovi interventi educativi.

E sopratutto una guida piena di bellezza, in cui si percepisce l’amore per i luoghi e le persone della propria vita ed il grande lavoro educativo e pedagogico svolto dagli operatori dei centri che hanno saputo mettere al centro la persona e accompagnarla nel racconto, nel recuperare la memoria del sé, nel riappropiarsi e dare valore alla propria storia.

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