7 Gen 2016

Una Carta per il Pratomagno

Scritto da: Daniela Bartolini

Sabato 9 gennaio a Loro Ciuffenna, il secondo incontro tra enti, istituzioni e associazioni del Casentino e del Valdarno verso la realizzazione di una "Carta del Pratomagno".

Salva nei preferiti

Il 28 novembre, con un incontro presso l’Ecomuseo della Castagna di Raggiolo, ha preso avvio un percorso partecipativo verso una Carta del Pratomagno. Una ventina di soggetti, fra Enti e Associazioni, si sono incontrati per la prima volta con l’intento di promuovere, far vivere, costruire un futuro migliore per il Pratomagno, come montagna che congiunge due versanti, il Casentino e il Valdarno, e non come crinale di divisione fra realtà differenti e separate.
Questo è stato l’inizio di un cammino comune per raggiungere importanti risultati in futuro ed una progettualità condivisa tra Casentino e Valdarno.

La spinta decisiva nacque un paio di anni fa in occasione del grande restauro della Croce del Pratomagno, ed è stata ribadita poi negli eventi legati alla memoria del trasvolatore australiano Bert Hinkler. Grazie a tutto questo, l’attenzione su questo luogo dall’identità e dal fascino indiscutibili è stata amplificata, fino a raggiungere un livello che adesso le associazioni del Pratomagno cercano in sinergia di mantenere e incrementare, con azioni mirate alla valorizzazione e tutela di questa montagna.

Il 9 gennaio a Loro Ciuffenna, si terrà il secondo incontro con l’obiettivo di facilitare la conoscenza tra le associazioni e le istituzioni di volontariato operanti nel territorio, per uno scambio di esperienze, prospettive ed idee, per parlare di un programma congiunto di iniziative per il 2016 e per confrontarsi sull’ultima versione elaborata de “La Carta del Pratomagno”.

La Carta pone l’accento nella sua premessa sulla bellezza e il fascino di questo crinale. Sul Pratomagno come luogo straordinario il cui delicato equilibrio paesaggistico va custodito e preservato.
“Sentiamo il desiderio di gettare una rete attraverso il crinale e tra le valli per scambiarci esperienze, prospettive e idee, per creare solidarietà tra le associazioni, far crescere il senso di appartenenza e rendere espliciti i valori che costituiscono l’identità della nostra montagna.
Al vecchio concetto della montagna come territorio svantaggiato è opportuno sostituire quello di montagna come territorio di valore e di senso, come culla di diversità e quindi di identità storicoculturali e naturali da preservare e valorizzare con giudizio e rispetto, a partire dalle popolazioni che vi abitano.
Parliamo di luoghi dove il silenzio non è un vuoto da colmare, ma pace e discrezione, la lentezza una risorsa esistenziale. Qui la sobrietà vissuta con consapevolezza diviene rispetto dell’ambiente, dell’uomo e della comunità, pensiero rivolto alle generazioni future.
Le nostre piccole valli con la loro quiete sono la risposta al frastuono del mondo contemporaneo, alla sua insensata monocoltura. Sono una rarità e un vantaggio competitivo. Per questo già adesso il nostro territorio è un richiamo e un’oasi per un turismo responsabile, capace ancora di percepire lo spirito del luogo, altrove scomparso per il dilagare del brutto, dell’ignoranza, della volgarità.
Serve quindi una risposta comune degna del Pratomagno, per valorizzarne le potenzialità economiche utili alla definizione di politiche territoriali coerenti ed espansive, giocate sul verde, l’artigianato e l’accoglienza, l’autenticità. Forse è la strada perché i giovani trovino elementi di richiamo e di garanzia nei territori di origine, a cominciare dalle reti tecnologiche.
Sono temi che ci interrogano da vicino e davvero ci sembra arrivato il momento di operare insieme, ciascuno con la propria identità e la propria storia, senza rinunciare a nulla delle proprie attività, ma collegandosi per quanto possibile agli altri per trarre forza e idee da quanto ci unisce.
Serve un patto del Pratomagno per definirne un profilo condiviso, tutelarne il valore e svilupparne il patrimonio. È il modo per fare del crinale una cerniera, non più una frontiera.”

Sottoscrivere la Carta del Pratomagno significa diventare “agenti della salvaguardia del paesaggio e del patrimonio del Pratomagno, nel rispetto ed in continuità con la storia, i caratteri ed i valori che hanno ereditato dal passato”.
Lo scopo è quello di impegnare le istituzioni pubbliche e le associazioni a promuovere, insieme, il territorio del Pratomagno ed impegnare le istituzioni pubbliche e le associazioni a mettere a disposizione le risorse umane e/o economiche adeguate alla preservazione e al rinnovamento dei valori condivisi e a promuovere la loro conoscenza ai visitatori esterni; lavorare con l’obbiettivo di lasciare alle generazioni che verranno un territorio migliore di quello presente, stimolando anche la nascita ed il rafforzamento di “comunità di eredità”, costituite da “insiemi di persone che attribuiscono valore a degli aspetti specifici dell’eredità culturale, che desiderano, nell’ambito di un’azione pubblica, sostenere e trasmettere alle generazioni future” (cfr. Convenzione di Faro); impegnare le istituzioni a lavorare insieme alle popolazioni per favorire le azioni di controllo e salvaguardia del territorio, comprese quelle di prevenzione e ripristino dei danni atmosferici causati dai cambiamenti climatici.

La Carta del Pratomagno individua anche una serie di azioni a sostegno del paesaggio, della comunità, della mobilità, della conoscenza e dello sviluppo dell’area, dell’animazione socio-culturale, delle attività economiche e dell’ospitalità.

Per quanto riguarda la comunità, la carta individua nelle tradizioni, nelle ritualità e nelle varie forme di patrimonio materiale ed immateriale un elemento centrale per consolidare il senso di appartenenza e pone l’attenzione sull’importanza di preservare gli insediamenti abitativi ed i servizi ai cittadini come presupposto per contrastare la deantropizzazione di questi luoghi e favorire lo sviluppo di nuove forme di lavoro.

Tra i servizi la mobilità, dalla rete delle strade minori ai percorsi storici, dal trasporto pubblico, al promuovere la “mobilità lenta”, ha un ruolo fondamentale, sia per gli abitanti che per chi arriva come turista.

La Carta del Pratomagno impegna anche i sottoscrittori, con particolare riferimento alle istituzioni, a promuovere la conoscenza e lo sviluppo dell’area individuando delle azioni da finanziare con la ricerca di fondi economici: dalla raccolta di studi e ricerche già effettuate nell’area attraverso l’identificazione di un centro di documentazione in entrambi i versanti, all’attivare studi e ricerche, in collaborazione con dipartimenti universitari, intorno alle diverse tematiche e alla realizzazione di un censimento del patrimonio immateriale dei versanti del Pratomagno.

Nell’animazione socio-culturale, l’associazionismo locale è riconosciuto nella sua importanza a tutela e valorizzazione dell’area e come tale l’impegno da parte delle istituzioni firmatarie è di supportarne il lavoro e qualificare e promuovere le azioni già in essere. I due versanti si impegneranno nel valorizzare la rete dei presidi culturali, rappresentati dalle strutture dell’Ecomuseo e dalle altre forme di luoghi della cultura per incrementare la socialità e alimentare atteggiamenti di cura e cittadinanza attiva e promuovere una pianificazione culturale e turistica integrata fra i due versanti.
Una delle proposte è anche di realizzare un’antenna dell’Ecomuseo dedicata al Pratomagno presso lo Chalet di Giocondo con funzioni di cerniera tra i due versanti.

Le attività economiche saranno invece a sostegno delle risorse locali (artigianato, prodotti del bosco, prodotti agricoli, allevamenti) e di stimolo alla nascita di imprese innovative in grado di coniugare tradizione e innovazione, attraverso percorsi anche sperimentali in collegamento con istituti di ricerca.

Il turismo e i servizi al turista sono una delle attività per cui questa montagna ha una vocazione naturale e possono essere un importante fattore per l’economia locale. Come tale all’interno della carta sono individuate azioni a sostegno dell’ospitalità: promuovere forme di “ospitalità di comunità” responsabili, andando ad esempio a definire e mplementare protocolli e documenti di regolamentazione e incentivazione di azioni eco-sostenibili e di promozione e tutela ambientale; mantenere e valorizzare la rete dei sentieri attraverso una loro tematizzazione legata alle tradizioni locali (croce del Pratomagno, Hinkler, transumanza); promuovere iniziative turistiche e culturali di rilievo, con modalità congiunte, tra i due versanti; promuovere azioni di promozione e valorizzazione delle attività già in essere attraverso anche un sito comune (www.crocedelpratomagno.it).

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Cristofero Costanzo: “Tra mandorle e ulivi ho scommesso sull’agricampeggio in Sicilia”
Cristofero Costanzo: “Tra mandorle e ulivi ho scommesso sull’agricampeggio in Sicilia”

Parchi italiani, 15 giorni di cammino per attraversarli e conoscerli
Parchi italiani, 15 giorni di cammino per attraversarli e conoscerli

Tempo di turismo, tra narrazioni, stereotipi e realtà: intervista a Federica Marrocu
Tempo di turismo, tra narrazioni, stereotipi e realtà: intervista a Federica Marrocu

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Corruzione e mafia ai vertici della politica siciliana. Che succede? – #916

|

Lezioni ecologiche nelle scuole italiane, fra antropocene ed ecologia profonda

|

Alberi monumentali, in Sicilia sono 311 i tesori vegetali da tutelare

|

Sanità e diritto alla cura: cronache da un’Ogliastra che vuole vivere, non sopravvivere

|

Basta favori ai mercanti d’armi: la finanza etica si mobilita contro l’industria bellica

|

Treat It Queer Foundation: l’arte per combattere l’invisibilità sanitaria

|

La Liguria paga i cacciatori per uccidere i cinghiali, le associazioni si mobilitano

|

Salviamo il Grande Albergo delle Fate, simbolo di sostenibilità in Calabria 

string(9) "casentino"