5 Apr 2016

Cinespazio: amici al cinema cercasi

Scritto da: Daniela Bartolini

Cinema, cultura, amicizia in Casentino! Cinespazio cerca nuovi cineamici per nuove avventure.

Salva nei preferiti

Cinespazio, chi in Casentino non conosce questa associazione?Amici al cinema, cineamici, dove “amicizia” è il termine che fa la differenza perché vuol dire cura, attenzione, apertura alla relazione, clima conviviale. La cifra di ogni manifestazione, di ogni mercoledì dessè (scritto volutamente così, per non prendersi troppo sul serio), in grado di scaldare le sale spesso gelide dei cinema del Casentino per 25 anni. Dagli anni ’90 al 2015 tanti i momenti di cultura e socialità realizzati: rassegne cinematografiche durante l’autunno-primavera, incontri con autori (Benvenuti, Salani, Marco Tullio Giordana, Capuano, Lucchetti, per citarne alcuni), rassegne tematiche, e la mitica Sagra del cinema: due/tre giorni di visioni gratuite no-stop di pellicole ispirate dal titolo di un film cult della storia del cinema.

“Tutte le ore feriscono… l’ultima uccide” la XIII Sagra del Cinema del Novembre 2015, ha avuto un titolo profetico?
Per la prima volta dopo 25 anni infatti non c’è stata nessuna stagione dessè…

E’ una domanda che faccio a me stessa perché è per me impossibile scrivere con distacco di Cinespazio, di cui faccio parte dal 2002 e al quale lego tanti ricordi belli ed emozionanti.
Ieri abbiamo inviato una mail a tutti i nostri soci, oltre 300 persone che in questi anni hanno creato il piccolo miracolo di riempire 40/80 posti nel Cinema Italia di Soci durante il rigido inverno casentinese, sorprendente anche pensando alla conformazione della nostra valle, alla normale pigrizia invernale e alla difficoltà di spostarsi dai piccoli centri periferici. “Grazie Cinespazio di esserci stato e continuare a esserci. Credo che le pause non facciano mai male se non altro uno si riposa” questa è una delle simpatiche risposte che ho ricevuto a questa mail-appello in cerca di nuovi cineamici.

Perché non abbiamo organizzato i mercoledì dessè quest’anno? Lo domando a Marcello Miozzo, storico presidente di Cinespazio.
(Ride) “Forse è mancata la voglia di impegnarsi, di continuare questa attività. C’era bisogno di una pausa ma non ce lo siamo detti esplicitamente ed il tempo è passato senza che accadesse niente. In realtà l’inizio del 2015 è stato difficile, in quel momento però abbiamo fatto una scelta diversa: rilanciare l’entusiasmo dandoci un obiettivo più alto, elaborando un progetto più grande che comprendesse incontri con autori, un festival dedicato al documentario ed una programmazione settimanale più corposa. Un progetto per il quale ci eravamo ripromessi di cercare per la prima volta degli sponsors, cosa che poi non abbiamo avuto l’energia di fare. E’ però arrivata la risposta del Comune di Bibbiena che ci ha dato credito, questo va riconosciuto, e con il suo contributo abbiamo potuto passare un anno più tranquillo.”

Cinespazio si è sempre sostenuta principalmente attraverso il tesseramento e i contributi dei propri soci. A parte alcune belle manifestazioni come “La finestra sul cortile” che era riuscita a coinvolgere tutte le comunità straniere del territorio.
“Sì, e non è semplice visti anche i costi alti che ha organizzare una proiezione cinematografica. L’anno scorso il contributo del comune ci ha permesso di vivere questo con meno apprensione. E sopratutto abbiamo potuto nuovamente sperimentare che quando in Casentino si propone qualcosa poi la si riesce a fare, che quello che facciamo è qualcosa di cui c’è voglia, richiesta, bisogno. L’anno scorso è stato una anno molto partecipato. La cosa più preziosa sono le persone che sono venute al cinema, è grazie a loro che tutto questo è stato possibile.”

L’anno scorso abbiamo chiuso la stagione premiando alcuni nostri soci/spettatori, con l’ironia che ci contraddistingue. E’ stato un bel momento…
“La coppia mamma e figlia, il socio assiduo che viene da più lontano (Arezzo), l’irriducibile che non ha mancato neanche una proiezione o un evento e che in questo caso è pure un signore straniero che abita in una zona di montagna.
Avevamo chiuso la stagione felici. Poi però anche la sagra di novembre ha messo in luce i limiti del momento, che sono stati sopratutto di natura personale e ci siamo ritrovati ad essere in due o tre a portare davvero avanti tutto. Non è la stessa cosa. Viene meno la dimensione relazionale alla quale abbiamo sempre tenuto, anche se poi è stata partecipata, anche se un po’ meno degli anni precedenti. Da quando la organizziamo al Teatro Dovizi, all’interno degli Appuntamenti d’Autunno della Nata è sempre stata un successo strepitoso.”

Cinespazio è stata attraversata da tre generazioni: i fondatori erano venticinquenni nati negli anni ’50, poi è arrivata la generazione dei tuoi coetanei cinquantenni e intorno al 2002/2003 si sono avvicinati quelli che come me sono nati negli anni 70. Dove sono finiti gli anni 80?
L’aggregazione, la condivisione anche di spazi, crea relazione e coinvolgimento, anche nel fare. Fino a dieci anni fa avevamo la nostra sede al Ciaf di Soci ed era più che una sede, era un luogo sociale e un punto di riferimento. Permetteva di realizzare l’incontro, lo scambio tra generazioni. Senza questo incontro libero, spontaneo è difficile creare coinvolgimento. Organizzavamo lì anche molte attività gratuitamente, potevamo “fare di più”. Fermo restando che parte del nostro impegno è sempre stato nel salvaguardare la presenza dell’unico cinema rimasto in Casentino e che ritengo un presidio culturale fondamentale, è comunque complicato gestire l’intera offerta in un luogo privato. La creatività vuole anche un po’ di caos, quella giusta misura di caos che c’era al Ciaf. Siamo sempre stati un’associazione indipendente, che vuol dire possibilità di scegliere senza freni o implicazioni economiche quello che volevamo fare, cercando di offrire un vero e proprio servizio pubblico da cui nessuno trae “vantaggi”. Personalmente l’ho fatto sempre per questo, per qualcosa di elementare: per il piacere di stare al cinema, per la “magia”, perché fare le cose insieme mi fa stare bene ed è un antidoto anche a quello che spesso viviamo lavorativamente in termini di regole e di stress.”
Per partecipare al prossimo incontro di Cinespazio scrivi a cinespazio@libero.it

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Spazi personali e collettivi: la cultura del gesto in Sardegna
Spazi personali e collettivi: la cultura del gesto in Sardegna

Jorge Eielson, l’artista peruviano che ha scelto Bari Sardo come dimora per l’eternità
Jorge Eielson, l’artista peruviano che ha scelto Bari Sardo come dimora per l’eternità

Chi furono i primi abitanti della Sardegna? Un viaggio lungo 11mila anni
Chi furono i primi abitanti della Sardegna? Un viaggio lungo 11mila anni

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Corruzione e mafia ai vertici della politica siciliana. Che succede? – #916

|

Lezioni ecologiche nelle scuole italiane, fra antropocene ed ecologia profonda

|

Alberi monumentali, in Sicilia sono 311 i tesori vegetali da tutelare

|

Sanità e diritto alla cura: cronache da un’Ogliastra che vuole vivere, non sopravvivere

|

Basta favori ai mercanti d’armi: la finanza etica si mobilita contro l’industria bellica

|

Treat It Queer Foundation: l’arte per combattere l’invisibilità sanitaria

|

La Liguria paga i cacciatori per uccidere i cinghiali, le associazioni si mobilitano

|

Salviamo il Grande Albergo delle Fate, simbolo di sostenibilità in Calabria 

string(9) "casentino"