3 Mag 2017

Un film su Giorgio Bettinelli e il suo giro del mondo in vespa

Ha attraversato decine di paesi, conosciuto migliaia di persone, raccontato storie di ingiustizia e di speranza, di sofferenza e di ribellione. Tutto questo in sella a una Vespa. Oggi un gruppo di ragazzi vuole rilanciare la testimonianza di Giorgio Bettinelli ristampando il suo libro fotografico e realizzando un film sulla sua vita.

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Più di centomila chilometri in giro per il mondo in sella a una Vespa, dall’Australia alla Terra del Fuoco, dall’Alaska alla Siberia, dal Sudafrica alla Cina. È l’incredibile vita di Giorgio Bettinelli, viaggiatore, scrittore, musicista ma soprattutto spirito libero, che ha affrontato sfide impossibili dimostrando che con passione e caparbietà tutto si può realizzare. Un gruppo di ragazzi sta raccogliendo la documentazione che ci ha raccolto durante i suoi viaggi – Giorgio ci ha lasciato nel 2008 –, per ripubblicare un libro fotografico e produrre un film sulla sua vita e le sue avventure. 

bettinelli1Cosa vi ha spinto a lanciare questo progetto e perché avete pensato al crowdfunding per finanziarlo?

 

Stiamo lavorando da circa un anno a un progetto di film biografico sulla vita di Giorgio Bettinelli, viaggiatore e scrittore famoso per i suoi viaggi in Vespa. Durante le nostre ricerche ci siamo imbattuti nelle pellicole che erano state usate per stampare la prima edizione del suo libro fotografico “In Vespa Oltre l’Orizzonte” (oggi introvabile e ricercatissimo). Informandoci meglio abbiamo scoperto che questo libro non era mai stato stampato proprio perché si pensava non fosse rimasto nulla e che queste pellicole perfettamente conservate erano l’unica cosa che poteva portare a una riedizione. Abbiamo subito pensato che dovevamo provare a ristampare questo libro, e grazie a questo far conoscere e far partire il nostro progetto di film.

 

Il crowdfunding ci è sembrato un modo per far contenti tutti: i molti che lo cercano da anni avrebbero potuto partecipare alla ristampa e acquistare una copia, noi avremmo potuto far conoscere la nostra idea e racimolare un piccolo budget per partire con il progetto cinematografico. Il tutto in breve tempo e in maniera diretta. Il crowdfunding inoltre è un ottimo strumento per testare le proprie idee e capire la forza di un progetto, chiedendo direttamente l’intervento del pubblico e il coinvolgimento delle persone alle quali la tua idea è rivolta. Scegliendo questo strumento volevamo quindi anche metterci alla prova, vedere la reazione del pubblico a un progetto del genere, capire se riscuoteva interesse.

 

In che modo la storia di Giorgio Bettinelli ha influenzato e influenza la vostra vita?

 

A parte la passione per i viaggi e per la Vespa quello che ci ha avvicinato a lui è stato il suo spirito libero e la sua storia, che è una storia in cui molti si possono ritrovare in vari momenti della vita: la ricerca della propria strada, la voglia di cambiamento e il sogno di vivere facendo quello che davvero si vuole. Di sicuro ci ha influenzato e ci influenza tutt’ora visto che ci siamo buttati a capofitto in questo progetto. Ci stiamo lavorando con convinzione perché sentiamo che vogliamo farne un film e far conoscere questo personaggio e il suo messaggio a tante persone.

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Spesso, passando in zone afflitte da guerre, malattie ed emergenze sociali ed economiche, Giorgio si chiedeva quale fosse il peso di un “semplice” viaggio in Vespa di fronte a tanta sofferenza. Cosa rispondereste a questa sua domanda?

 

Si, Giorgio ha attraversato molti paesi tormentati da guerre o dalla povertà. Addirittura ha rischiato di morire quando è stato rapito dai ribelli in Congo. Di sicuro quello che lo ha sempre accompagnato sono stati la curiosità verso le diverse culture, il piacere di stare con gli altri e la libertà di girare il mondo e conoscere, più che il mero obiettivo di aggiungere una bandierina del paese appena conquistato sulla sua vespa. Alla fine se avesse dovuto evitare tutti i paesi afflitti da povertà e guerre non ci sarebbero stati il Bettinelli che conosciamo né i libri che ci ha lasciato.

 

Quello che lo ha sempre contraddistinto, quindi, è l’atteggiamento con il quale affrontava i suoi viaggi e per rispondere a questa domanda ci piace citare una sua bella frase: “Qualcuno riesce a fare di più, qualche altro di meno; e c’è chi prende un aereo e va nei lebbrosari di Calcutta, e c’è chi si trova a entrare nel foyer di Los Escudos e prende una camera e una birra gelata. L’importante, credo, sia non fingere; giocare la partita con le carte che si hanno in mano cercando di essere più buena gente che hijo de puta, sentendosi più vicini alla nobiltà di chi ha perso che all’arroganza di chi ha vinto, e più lontani dalla meschinità di chi ha perso che dalla generosità di chi ha vinto”.

 

Molti – fra cui anche lui stesso – prima di partire pensavano che i suoi viaggi fossero impossibili da portare a termine. Alla fine però è sempre arrivato a destinazione, coronando i suoi sogni. Cosa ci ha insegnato con questo?

 

Bettinelli è un chiaro esempio di come la testardaggine e il credere nelle proprie capacità in un modo o nell’altro alla fine ti permettono di realizzare qualsiasi tipo di progetto, anche il più bizzarro. Ma soprattutto credo che la cosa che più insegna la sua storia è che non esistono un modo giusto e un modo sbagliato di vivere la propria vita: ognuno dovrebbe seguire quello che si sente di fare obbedendo più al cuore che alla testa.

 

 

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