27 Set 2017

Casa imparo a fare?

Scritto da: Daniela Bartolini

Con l'autunno riprende “Casa Imparo a Fare?”, un percorso lungo un anno per le Case del Quartiere di Torino per incentivare la cura degli spazi delle Case da parte dei cittadini attraverso laboratori formativi e realizzativi, basati sulle pratiche di autocostruzione e autoproduzione. Un’occasione per sensibilizzare la cittadinanza e gli operatori all’uso di materiali e tecniche artigianali eco-compatibili, per costruire qualcosa di utile per la comunità e diffondere competenze pratiche e ripetibili da portare nella propria vita e nella propria casa.

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Torino - Il Piemonte è uno dei nodi più attivi della Rete Solare per l’Autocostruzione, associazione che ha sede legale a Reggio Emilia ma che propone le proprie attività in molte regioni d’Italia. Una rete costituita da un insieme di persone ed organizzazioni, che hanno deciso di collaborare per promuovere l’autocostruzione in Italia, la diffusione del solare termico, delle energie rinnovabili, dei materiali naturali e, in generale, ogni forma di condivisione e autoproduzione e scambio di competenze su questi temi.
Oltre 10 anni di attività svolte con un approccio cooperativo e attenzione allo sviluppo di tecnologie efficienti, semplici, appropriate ed economiche da divulgare, praticamente.

A Torino questa rete da tempo lavora con un’altra importante rete, quella delle Case del Quartiere, da qui l’idea di ideare insieme dei laboratori che rispondessero ai loro bisogni ed esigenze, elaborati con le case del quartiere per creare opere e oggetti utili che rimanessero alle case stesse. Un’idea che si è poi concretizzata con il finanziamento della Fondazione Compagnia di San Paolo, che ha permesso di offrire workshop a costi contenuti allargando l’accesso ad un pubblico più ampio.

È nato così il ciclo di incontri “Casa Imparo a Fare?”, un percorso lungo un anno per le case del quartiere di Torino per incentivare la cura degli spazi delle Case da parte dei cittadini attraverso laboratori formativi e realizzativi, basati sulle pratiche di autocostruzione e autoproduzione. Un’occasione anche per sensibilizzare la cittadinanza e gli operatori all’uso di materiali e tecniche artigianali eco-compatibili, per costruire qualcosa di utile per la comunità e diffondere competenze pratiche e ripetibili da portare nella propria vita e nella propria casa.

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I primi workshop, dedicati all’autoproduzione, dall’autocostruzione solare termica al feltro artigianale, dalla tessitura alla falegnameria con materiali di recupero, si sono svolti in primavera, con un grande successo di partecipazione e soddisfazione. Gli arazzi e tessuti frutto dei laboratori sono rimasti alla Casa del Quartiere di via Agliè, alle Officine Creative del Cecchi Point è stato realizzato il solare termico per dare acqua calda alla cicloofficina, alla Casa nel Parco di Mirafiori è stata costruita una libreria con materiali riciclati.
Questa prima parte del percorso è adesso raccontata per immagini e manufatti in una mostra visitabile presso i Bagni Pubblici di via Agliè fino al 2 ottobre.

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Parte deilaboratori autunnali sarà dedicata alle calci, dopo la realizzazione già effettuata degli intonaci di fondo, verrà concluso il ciclo dell’intonaco applicando le finiture, ovvero strati di intonaco a granulometria più fine a base di cocciopesto. Si useranno sempre materiali naturali, con una miscela composta sul posto per ottenere un intonaco traspirante e resistente all’umidità. Anche il cocciopesto, che si ottiene dalla frantumazione dei mattoni, verrà preparato in loco con la molazza. A contorno della parte pratica ci sarà una parte teorica dedicata alle caratteristiche della calce, alle dosi, a come si compongono gli intonaci. Il 30 settembre e primo ottobre alla Cascina Roccafranca.

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Per poi continuare il 14 e 15 ottobre al Barrito, con la realizzazione di un intonachino, ovvero uno strato murario di finitura, con la tecnica tradizionale del graffito. L’intonachino, molto usato nel rinascimento toscano e nelle ville settecentesche lombarde, come finitura decorativa delle facciate delle case nobiliari e che spesso si ritrova nelle fasce superiori degli edifici dell’800 anche a Torino, consiste nell’applicazione di strati di intonaco a calce di diverso colore, e successivamente dello sgraffio (da cui il termine) dello strato superiore per fare affiorare il colore sottostante. Durante il laboratorio si comporranno le miscele partendo da ingredienti completamente naturali, tra cui calce, cocciopesto e terre coloranti, e si eseguirà stesura e lavorazione secondo le tecniche della tradizione artistica italiana. La parte pratica sarà affiancata dalla teoria su dosi, miscele e materiali.

Il 25 e 26 novembre nella Casa del Quartiere delle Vallette sarà realizzato un intonachino a base di grassello di calce stagionato applicando varie tecniche decorative di finiture per interni. Miscelando la calce con gli inerti e le terre colorate, e stendendo l’impasto in vari modi per ottenere diversi effetti decorativi di pregio. Si realizzerà la decorazione di un muro interno apprendendo diverse tecniche decorative. La parte pratica sarà sempre affiancata da una parte teorica.

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Il 13 ottobre il laboratorio, pensato per bambini e famiglie ma aperto a tutti, sempre al Barrito, sarà invece dedicato all’autocostruzione di giochi con materiali di riciclo, partendo da materiali di riciclo come carta, bottiglie di plastica, bottoni, tessuti, saranno creati giochi che andranno poi ad arricchire la ludoteca collegata ai Bagni Pubblici di via Agliè. Un’occasione per sensibilizzare i partecipanti alle tematiche del riutilizzo e della riduzione dei rifiuti, stimolando al contempo la creatività e la fantasia.

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