15 Set 2017

AAA cercasi giovane agricoltore amante della terra

Arriva dal biellese l'appello di "Let Eat bi", associazione che mette al centro il recupero delle "Terre AbbanDonate". L'obiettivo è mettere a disposizione dei giovani agricoltori terreni agricoli facendo incontrare le potenziali domanda e offerta.

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Biella - Il tema del consumo del suolo è sempre più frequentemente al centro del dibattito politico. Tuttora manca una legge che, a livello europeo, tenti di arginare questo fenomeno. Tra gli agenti del consumo di suolo si considerano comunemente operazioni antropiche quali lo scavo, il disboscamento, la cementificazione, l’inquinamento, l’utilizzo di pesticidi e diserbanti, ma anche fenomeni naturali – spesso conseguenza dell’azione dell’uomo – come erosioni e frane. Anche l’abbandono delle terre è da considerarsi a tutti gli effetti consumo di suolo fertile, eppure solo di rado rientra in questa discussione. In quelle aree rurali e marginali piemontesi, in cui è stato significativo lo spopolamento delle campagne a partire dagli anni Settanta del Novecento, il fenomeno è evidente: i terreni incolti caratterizzano ormai il nostro paesaggio, rendendolo più fragile.

“Terre AbbanDonate”, progetto nato all’interno dell’associazione Let Eat Bi di Cittadellarte, è sostanzialmente una piattaforma web – www.terreabbandonate.com) – attiva da giugno 2017, con l’obiettivo di favorire l’incontro tra i soggetti proprietari di terreni, di cui non vogliono o non possono più prendersi cura, e quei cittadini che vorrebbero coltivare un terreno, ma non lo hanno a disposizione. Il sito consente di incrociare in modo veloce la domanda con l’offerta, proponendosi come valido strumento per stimolare la nascita di buone pratiche sul territorio.
Terre AbbanDonate pone al centro proprio il territorio dimenticato del biellese un “capitale” assopito, ma potenzialmente bacino di nuove risorse.

Allo stesso tempo il progetto vuole intercettare quella tendenza, in aumento soprattutto nelle giovani generazioni, al ritorno alla terra, alla cultura del cibo sano a km 0 e alla creazione di redditi alternativi che, in un periodo di crisi, possano derivare dall’agricoltura.

La “riattivazione” della terra dimenticata e in disuso, ma ancora fertile, e il suo utilizzo consapevole nel rispetto dell’ambiente, sono azioni concrete – e locali – che rientrano tra le strategie – globali – di contrasto al consumo di suolo

Nel corso delle nostre ricerche di terre abbanDonate, abbiamo incontrato e intervistato Renzo Baietto, pensionato di Zubiena, alla ricerca di un giovane agricoltore che possa prendersi cura della terra che, all’età di 28 anni, lui ha dovuto abbandonare per cercare lavoro all’estero.

I terreni che Renzo mette a disposizione sono a Zubiena e, pur non essendo al momento produttivi, sono curati con dedizione e profondo rispetto dal suo proprietario. Quello che ci ha particolarmente colpito di Renzo è la forza del suo legame con una terra in cui, rientrato in Italia, ha ritrovato le sue radici. Nonostante si dichiari in generale pessimista, noi pensiamo che in realtà nutra una fiducia autentica in questo progetto e nei giovani del territorio, tanto da chiederci di aiutarlo a condividere con altri le sue terre. Renzo mette anche a disposizione un alloggio, in comodato d’uso, e i suoi macchinari agricoli, chiedendo in cambio solo parte del raccolto e una cura attenta della terra.

Chi è e cosa fa nella vita? Vuole raccontare brevemente la sua storia?

Sono Renzo Baietto e sono pensionato. Sono nato da una famiglia contadina e ho lavorato come carpentiere fino all’età di 28 anni. Poi sono emigrato in Africa dove ho passato il resto della mia vita fino alla pensione. Ora sono tornato a Zubiena.

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Come è venuto a conoscenza di questo progetto?

Sono venuto a conoscenza del vostro progetto leggendo su “Il Biellese” un articolo su “Terre AbbanDonate”.

Per quale motivo ha deciso di partecipare mettendo a disposizione i suoi terreni?

Ho deciso di partecipare e mettere a disposizione i miei terreni (a Zubiena) in quanto ho sempre amato la campagna e, una volta in pensione, pensavo di poter fare finalmente tutto quello che avevo lasciato in sospeso quando, a 28 anni, ho dovuto abbandonare l’Italia per andare a lavorare all’estero. Purtroppo, per ragioni di salute, non posso occuparmi di tutti gli appezzamenti, e mi dispiace vederli in stato di abbandono e infestati dai rovi.

Come erano utilizzati i terreni prima dell’abbandono?

Quando ero giovane, e aiutavo mia mamma in campagna, in alcuni appezzamenti erano coltivati grano, mais e patate; altri erano invece vigneti o prati. In tutti i terreni avevamo piantato alberi da frutto e avevamo anche le bestie, che utilizzavamo per la concimazione della terra. Ora i miei terreni non sono del tutto incolti, in quanto ho sempre tagliato il fieno, ma non sono produttivi. Per poter rendere un terreno nuovamente produttivo sono necessari circa 3-4 anni di buona concimazione.

Quale tipo di coltivatore potrebbe essere interessato? Ha preferenze?

A mio parere potrebbe essere interessato un giovane che voglia, ad esempio, intraprendere una coltivazione biologica specifica, come noccioleto, od ortofrutticola con api e intenda magari anche allevare qualche capo di bestiame per ricavare il letame per la concimazione. E’ da tenere presente che un noccioleto comincia a dare una resa dopo 5 anni, mentre per l’ortofrutta e le api si comincia da subito.

Cosa si aspetta dall’agricoltore che se ne prenderà cura?

Dall’agricoltore che si prenderà cura dei miei terreni mi aspetto che sia una persona che ha veramente a cuore la terra, e che non venga solo per mettere delle bestie al pascolo, altrimenti non andremo d’accordo.

Quali benefici darà a lui e cosa crede di ricevere da questo “scambio”?

È difficile quantificare i benefici che darei e quelli che penso di ricevere, vorrei però precisare alcuni punti:

1- oltre ai terreni da coltivare, darei anche una casa in comodato d’uso (sempre a Zubiena);

2- il coltivatore interessato potrà usare tutti i macchinari di cui dispongo senza dover affrontare ulteriori spese. In cambio mi piacerebbe poter avere alcuni ortaggi per il consumo personale, e il raccolto delle piante da frutto di cui mi sono occupato fino ad ora.

Crede che questo progetto possa facilitare le relazioni sociali sul territorio e favorire il dialogo intergenerazionale?

Non ne sono sicuro, ma spero che questo progetto possa in qualche modo facilitare la relazione sul territorio, anche se ho molti dubbi, in quanto il Biellese ha una vocazione più industriale che agricola; non sono molte le persone interessate ad intraprendere un’attività agricola perchè comporta troppi sacrifici. Una situazione in parte diversa rispetto alla zona dell’Astigiano: anche lì esiste un sito per l’affidamento di terre Abbandonate, ma è previsto un concorso ed è necessario presentare un progetto, e ci sono molti vincoli. Sono un po’ pessimista, ma spero vivamente che il vostro progetto possa veramente andare a buon fine.

In una battuta: inviti un agricoltore a prendersi cura del suo terreno.

Se lei è un giovane e ha intenzione di cominciare un’attività agricola, io sono a disposizione per aiutarla.

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