17 Apr 2019

La “restanza” pugliese passa dal primo mulino di comunità

Scritto da: Redazione

La cura della terra e del paesaggio può essere un antidoto all’abbandono delle campagne e alla fuga dei giovani dai paesi nel sud dell’Italia. Lo dimostra la storia della Casa delle Agriculture di Castiglione d'Otranto, in provincia di Lecce, che da anni con le sue attività genera economia sostenibile e rafforza i vincoli di comunità. La cooperativa, nata nel 2011 e supportata da Banca Etica, ha presentato da poco il primo mulino di comunità della Puglia.

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Lecce - «La nostra cooperativa prevede, come primo obbiettivo, di restituire dignità al lavoro sia in termini di qualità del prodotto che in termini di qualità del lavoratore. Impresa possibile se c’è la volontà dei giovani agricoltori. Lavoriamo su tutta la filiera dei grani antichi (farro monococco e bicocco, gentil rosso, le popolazioni evolutive di Salvatore Ceccarelli) e, da anni, studiamo quali potranno essere i grani del futuro pensando ai cambiamenti climatici in atto».

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Queste le parole di Donato Nuzzo della cooperativa Casa delle Agriculture, a testimoniare un programma ambizioso che, giorno dopo giorno, a partire dalla nascita dell’associazione omonima nel 2011, si sta trasformando in buone prassi. Un programma concepito e vissuto dalla comunità di Castiglione d’Otranto, che punta così  sulla cura della terra, dell’ambiente e del paesaggio come antidoto all’abbandono delle campagne e alla fuga dei giovani dai propri paesi nel sud dell’Italia.

 

Una volontà tradotta prima nel termine “restanza” in occasione di una Notte verde, iniziativa simbolo della Casa delle  agriculture; e in atto più che mai concreto inaugurando il 31 marzo 2019 il primo mulino di comunità della Puglia, a cui hanno lavorato progettisti e impiantisti in forma di volontariato.

 

Al mulino accedono i soci conferitori, ovvero produttori locali a cui è chiesta la sottoscrizione di un protocollo d’intesa per la produzione agricola che sia organica, naturale, e tuteli la biodiversità rurale e cerealicola. «Nel nostro mulino – prosegue Nuzzo – il chicco viene spremuto, conservando l’endosperma, il germoplasma e tutta la crusca, portando quindi a una farina integrale. Quindi con proprietà organolettiche completamente differenti rispetto a quella, raffinatissima, prodotta in un mulino a cilindri. Contadini e soci che portano il loro grano usufruiscono del 5% di sconto per ogni fase di lavorazione (pulitura, decorticatura, molitura e confezionamento), secondo un processo certificato. Ci aspettiamo quindi molte adesioni dalla prossima semina. E di poter erogare un servizio per tutte le piccole aziende agricole locali, fornendo i semi e mostrando come si possa stare insieme, anche per la costruzione di un consorzio per la commercializzazione del prodotto sul territorio nazionale e internazionale».

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La Casa delle agricolture procede dunque in un viaggio per il consolidamento dell’economia territoriale. Cui Banca Etica ha contribuito con le risorse finanziarie necessarie all’acquisto e alla ristrutturazione dei locali all’interno dei quali si trovano ora mulino e attrezzature, oltre a uno spazio di vendita dei prodotti dei contadini. «Un mutuo da 60mila euro cui abbiamo aggiunto 15mila per i bisogni di liquidità della cooperativa. Banca Etica, di cui siamo diventati soci, da sempre per noi è stata la banca che poteva e doveva finanziare questa iniziativa, che non avrebbe avuto senso se ci fossimo rivolti ad altri. Certo ci sono dei vantaggi dal punto di vista dei tassi, ma soprattutto sono stati i “vantaggi etici” a spingerci in questa direzione».

 

Oggi la cooperativa assume persone, ha un suo marchio e coltiva più di 13 ettari di terreno (che presto aumenteranno), ricevuti in comodato gratuito da soggetti privati. È inserita nella rete Salento km 0  (insieme a realtà importanti come Semi rurali), ha un forno di comunità e sviluppa iniziative come le semine collettive, la Scuola delle agriculture coi bambini, corsi di ippoterapia per persone affette da deficit fisici e mentali, favorisce il turismo sostenibile attraverso la pulitura dei sentieri in collaborazione con il Parco Otranto Leuca. Un lavoro quasi decennale di bonifica delle strade di campagna, già liberate da oltre 100 tonnellate di rifiuti e piantumate coi cosiddetti frutti minori: corbezzolo, carrubo, albicocchi di Spongano … a tutela della biodiversità frutticola e per la creazione di un parco diffuso in continua espansione.

 

Articolo tratto dal Blog di Banca Etica e realizzato in collaborazione con Corrado Fontana di Valori.it 

 

 

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