9 Apr 2019

Vaccini, le questioni aperte #3 – La tolleranza verso batteri e virus è la strategia della vita

Scritto da: Annalisa Jannone

Siamo giunti alla terza ed ultima parte di questo approfondimento dedicato ai vaccini. Dopo aver accennato al contesto farmaco-economico, culturale, mediatico e scientifico italiano e internazionale in materia vaccinale, cerchiamo di cogliere qualche aspetto più strettamente biologico e medico per capire le ragioni di chi vuole contribuire ad una miglior pratica vaccinale riducendo al massimo i rischi.

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L’IMMUNITA’ DA VACCINO

Per quanto riguarda l’efficacia, la copertura vaccinale, cioè la percentuale di popolazione che si vaccina, è solo uno dei fattori in campo. Infatti tra i vaccinati ci sono i non responder cioè quelli che comunque non raggiungono l’immunizzazione seppur vaccinati. Inoltre i virus possono mutare differenziandosi nel tempo da quello vaccinale o comunque possono coesistere diverse varianti dell’agente patogeno non coperte più dal nostro vaccino (44). Inoltre c’è il fenomeno dei vaccinati portatori sani, alcuni per fallimento del vaccino (41,50) altri come per la pertosse perché il vaccino incide sulle complicanze e non sul virus che continua a circolare (45).

 

Inoltre, ad esempio per il morbillo, l’immunità da vaccino dura solo alcuni anni al contrario di quella naturale che dura, nella maggior parte dei casi, tutta la vita e che si trasmette da madre a figlio durante la gravidanza e con l’allattamento. Oggi sappiamo infatti che numerosi componenti bioattivi contenuti nel latte materno conferiscono una determinata e importantissima protezione immunologica.

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Quindi le future mamme, perché vaccinate, non passeranno ai propri figli l’immunità e tutta una parte di popolazione sarà sempre esposta al virus se non esegue i richiami. Questo rende più difficile l’obiettivo di raggiungere le soglie dell’immunità di gregge e la possibilità di eradicazione totale sperata (3, 4, 5, 35, 46, 47). Questo stesso ragionamento viene fatto dall’OMS anche per la difterite(55).

 

La valutazione dei rischi da vaccinazione dipende dai fattori e dai dati scientifici che si raccoglie. Gli individui reagiscono in diversi modi e l’indagine di un sistema così complesso non risulta essere univoco ne è omogeneo.

 

La suscettibilità alle complicanze dovute alle infezioni naturali e alle complicanze da vaccino dipende fondamentalmente dal grado di immuno-competenza cioè dallo stato ottimale del sistema immunitario. Egli è il naturale sistema di regolazione e difesa dalle intrusioni attraverso l’attivazione dell’infiammazione, della febbre e delle diverse cellule immunitarie. Dapprima si attiva una difesa innata, aspecifica, infiammatoria poi una difesa detta immunità specifica con produzione di anticorpi. Alcuni individui sviluppano una risposta infiammatoria e/o anticorpale debole e altri troppo forte. Il confine tra risposta adattata e risposta patologica è sottile e dipende da molti fattori (6,7).

 

Molta letteratura scientifica si sta occupando della relazione tra vaccinazioni e malattie autoimmuni trovando associazioni statisticamente significative benché rare (8,9,56). Ma mancano gli studi controllati a lungo termine, cioè le patologie che si sviluppano dopo una latenza di anni.

 

Queste considerazioni valgono in procedure di vaccinazioni ancor più che nelle malattie naturali perché i vaccini utilizzano adiuvanti e altro materiale inorganico, come l’incriminato Alluminio, nella forma nano e micro-particolata, proprio per rompere i meccanismi di auto-tolleranza di protezione (10,11,12,13,29,30,32,37,51,52). Gli adiuvanti possono aumentare la risposta aspecifica: le cellule dell’infiammazione si diffondono nell’organismo e possono stimolare processi reattivi preesistenti innescati poi dal vaccino. L’attivazione della risposta immunitaria può amplificare processi infiammatori acuti o cronici già esistenti nel soggetto.

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L’IMPORTANZA DEL MICROBIOTA

Il sistema immunitario è strettamente legato all’attività del microbiota, quella popolazione di batteri, virus e funghi che popolano le nostre mucose e che fanno dell’intestino la più grande palestra per la tolleranza immunitaria del nostro sistema difensivo.

 

Il microbiota sta diventando sempre più uno dei determinanti essenziali della salute. Ormai, infatti, le sue alterazioni sono associate a moltissime patologie infiammatorie croniche, autoimmuni, neurologiche, metaboliche, psichiatriche, allergiche, etc. (14,36). Ecco perché per migliorare l’efficacia dei vaccini si sta studiando quali microbi intestinali siano associati ad una migliore o peggiore risposta alla profilassi vaccinale (27,28). Addirittura si pensa che il Citomegalovirus (CMV), uno dei virus più studiati, possa essere visto come un regolatore del sistema immunitario nel continuo confronto interno all’organismo (38). Così sembra anche che il virus del morbillo possa essere usato per distruggere alcune forme di cancro (53).

 

La salute quindi dipende dall’equilibrio delle specie microbiche con cui siamo in relazione fisiologica e questo incide sulla nostra capacità di reagire correttamente agli insulti. Un’infezione può dare risposte diverse con diversi quadri di malattia a seconda dello stato dell’ospite. Il livello di pericolosità di un microbo o di un virus dipende da molti fattori: genetici, epigenetici, ambientali, dall’esposizione all’inquinamento, lo stile di vita, la nutrizione, lo stress, etc. Tutto questo trasforma sia il grado di infiammazione sotterranea dell’organismo sia la tolleranza agli insulti. Essi si sommano, si accumulano e sinergizzano rendendo l’individuo più predisposto alle complicanze da infezioni o agli eventi avversi alle vaccinazioni.

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VACCINI E SISTEMA NERVOSO

Le risposte alle infezioni e ai vaccini coinvolgono anche il sistema nervoso e quello endocrino/ormonale (2,43). Il dott. Ernesto Burgio uno degli autori del testo Pneireview “Oltre i vaccini. Prendersi cura del sistema immunitario infantile” affronta le problematiche legate al neuro-sviluppo e ai disturbi dello spettro autistico che generano i maggiori problemi di diffidenza relativi alle vaccinazioni.

 

Le patologie del neuro-sviluppo sono complesse e multifattoriali, non ascrivibili ad unico agente ma a disregolazioni del sistema immunitario e del microbiota, alle infiammazione e neuro-infiammazione, alle molecole neurotossiche come metalli pesanti e pesticidi, alle infezioni, etc. (15,16,17,18) . I dati indicano che un ruolo primario ce l’abbia la MIA (attivazione immunitaria materna) cioè che un alterato assetto immunitario materno a ridosso e durante la gravidanza sia una “condizione primer” su cui altri fattori hanno effetti sinergici non valutabili con i tradizionali modelli causa-effetto.

 

Lo sviluppo embrio-fetale, dove esiste la massima neuro-plasticità, ha un ruolo predittivo per lo sviluppo dei diversi percorsi patologici compresa l’induzione del fenotipo autism-like (19).  I vaccini sono tra i numerosi possibili fattori trigger che contribuiscono a rendere manifesta una fragilità preesistente ma sotto-soglia con conseguenze cliniche diverse.  In particolare sotto osservazione sono la tossicità delle contaminazioni in tracce da metalli pesanti in forma di nanoparticelle (20), la frequenza degli stimoli antigenici cioè le infezioni ricorrenti (asilo, fratelli maggiori, antigeni alimentari, allergeni) oltre agli antigeni vaccinali (31).

 

Risulta quindi indispensabile per ridurre le possibili complicanze nelle persone più suscettibili la massima attenzione alla vulnerabilità che precede la nascita e i cosiddetti 1000 giorni dopo di essa. Questo dovrebbe imporre misure urgenti di prevenzione primaria visto il continuo aumento, anche in soggetti giovani e molto giovani di patologie autoimmuni, neurologiche, psichiatriche, degenerative e metaboliche tanto più che i nostri organismi sono sempre più esposti ad una maggiore quantità di sostanze inquinanti.

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UN APPROCCIO SISTEMICO ALLA PREVENZIONE

La multifattorialità e la complessità sono un evidente freno alla presa di responsabilità da parte dei decisori politici e dei cittadini. La raccolta dei dati per studi epidemiologici risulta difficile e questo limita ulteriormente le possibilità di opporsi ai grandi interessi delle aziende produttrici. Esse, oltre allo sviluppo di tecnologie e farmaci importanti per la salute, sconfinano troppo spesso nell’imporre la sola soluzione farmacologica a problemi che solo un approccio sistemico e di prevenzione può tentare di risolvere. Gli elementi tossici si accumulano ogni volta che mangiamo, beviamo e respiriamo. L’inquinamento ormai è devastante, eppure il Ministero della Salute continua ad approvare deroghe al divieto di sostanze chimiche vietate (54).

 

Così le pratiche vaccinali non sono il determinante più importante per la salute. Paesi come gli USA, il Gambia, la Mongolia hanno il più alto grado di copertura vaccinale per copertura e numero di vaccini, superiore alla nostra, ma confrontati con paesi di pari sviluppo economico hanno i dati di mortalità infantile più alti (1). Quindi le politiche sanitarie devono investire sull’insieme dei fattori che determinano la salute superando la sola visione malattia-farmaco.

 

Abbiamo visto nella prima parte, che troppo spesso sono gli investimenti economici che determinano le traiettorie politiche in materia di prevenzione e cura, e i forti investimenti per la ricerca su questa biotecnologia hanno chiaramente indicato una strada preferenziale (34).

 

Un approccio sistemico alla salute che valuti l’insieme delle dinamiche e dei processi fisiologici e patologici nel continuo adattamento all’ambiente potrebbe permettere di evitare errori come l’aver usato indiscriminatamente l’antibiotico contro i microbi sottovalutando le conseguenze sull’intero sistema e a lungo termine. Ora in Italia abbiamo più di 10.000 mila morti l’anno per l’antibiotico resistenza e il dato è destinato a crescere pericolosamente. Tanto che per risolvere alcune infezioni si sta iniziando ad usare il trapianto fecale cioè il trasferimento da un individuo ad un altro del microbiota intestinale: dagli antimicrobici al trapianto di microbi! (21,23,24,) Inoltre il trapianto fecale si sta rivelando utile anche in tante altre patologie, come l’autismo (22, 25, 26).

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Le simbiosi, la capacità di tolleranza, le condizioni sistemiche dell’organismo e le specificità individuali sono concetti fondamentali per valutare i rischi/benefici degli interventi sanitari. Infatti molte delle relazioni di medici, ricercatori e professori universitari alle audizioni svolte in Commissione Igiene e Sanità per l’iter di discussione del DDL 770/2018 del M5S e Lega, hanno evidenziato la necessità di valutare le profilassi vaccinali in funzione del reale contesto epidemico e del rischio individuale con le visite prevaccinali oltre alla ripetuta richiesta di studi di controllo sulle vaccinazioni multiple (33,49). I normali e ciclici picchi epidemici, come ad esempio quello del virus del morbillo, non sono di per sé fonte di preoccupazione ma è il rischio delle complicanze che avvengono sui soggetti più vulnerabili che dovrebbe richiamare l’attenzione delle politiche sanitarie.

 

Molte di queste relazioni vertevano anche sui pazienti immunodepressi e più volte è emerso come fosse pericoloso sostenere di poter proteggere i bambini in tali condizioni qualora tutti i compagni di classe fossero vaccinati. Questo sia per i numerosi casi di non responder, sia per i portatori sani ma soprattutto per la trascurabile protezione che le 4 (MPRV) infezioni trasmissibili e prevenibili dal vaccino abbiano sulle realistiche possibili infezioni a cui essi vanno incontro. Nelle famiglie, nei luoghi pubblici e nelle scuole, un qualsiasi influenzato mandato a scuola con l’antipiretico è fonte di pericolo. La caccia agli untori dei non vaccinati potrebbe esporre ad un pericolo maggiore gli immunodepressi e le loro famiglie nel sottostimare i reali pericoli che sono costretti ad affrontare quotidianamente (39,40,42).

 

Da un interessante articolo dell’associazione Assis leggiamo che “…la scoperta degli antibiotici e dei vaccini è il fiore all’occhiello della scienza occidentale ma anche funzionale all’obiettivo di colpire un singolo microorganismo con una sostanza farmacologica senza agire sulle cause e senza intervenire sull’ospite.

 

La storia dell’Uomo è intrinsecamente legata con quella degli altri organismi viventi, esterni e interni a lui, grandi, piccoli, invisibili. La comparsa dell’homo sapiens dotato di intelligenza e conoscenza ha sconvolto questo equilibrio, perché l’Uomo non accetta che ci siano degli altri esseri, grandi o microscopici, più potenti di lui che possano annientarlo, distruggerlo ed eliminarlo fisicamente. È riuscito a dominare e spesso a eliminare ed estinguere grandi animali, ma non ancora quelli microscopici, e ovviamente non ci riuscirà perché sono i batteri che ci permettono di vivere: senza batteri non saremmo comparsi e non potremmo vivere, moriremmo subito.

 

La possibilità che i germi possano provocare malattia negli organismi superiori, dipende in parte dal tipo di germe e dalla sua numerosità, ma soprattutto dalle condizioni metaboliche dell’organismo ospite e dalla sua capacità di adattarsi all’ambiente in cui nasce: non è sufficiente la presenza di un germe (virus o batterio o parassita) per provocare la malattia.

 

Fin dagli anni ’70, l’OMS, in un rapporto sosteneva che: Un organismo debilitato è molto meno resistente agli attacchi dei microbi che incontra. Generalmente il morbillo o la diarrea – malattie senza conseguenze e di breve durata tra i bambini ben nutriti – sono malattie gravi e spesso fatali per quelli cronicamente mal nutriti”.

 

La narrazione mediatica di TV e giornali mainstream dei problemi legati alle vaccinazioni evita il confronto su temi seri e sulle reali possibilità di fare scelte ragionate. L’Italia eredita il ruolo di capofila del Programma di Vaccinazione Globale. È urgente mettere in campo tutti gli sforzi per comprendere come migliorare al massimo gli interventi e sostenere l’insieme dei fattori che incidono sulla salute. Affrontare la complessità richiede nuovi strumenti, nuove strategie e il coraggio di superare convinzioni basate sulla consuetudine.

 

LEGGI LA PRIMA PARTE

LEGGI LA SECONDA PARTE

 

Fonti

(1) https://journals.sagepub.com/doi/abs/10.1177/0960327111407644
(2) Bellavite 2009, Bottaccioli 2003
(3) https://cvi.asm.org/content/24/7/e00034-17
(4) Barnett et al. 2015; Croucher et al. 2014
(5) Kilgore et al. 2016; Hickman et al. 2011
(6) Cappelletti et al., 2015
(7) Cruz-Tapias et al. 2012; De Martino et al. 2013; Israeli et al. 2012; Rinaldi et al, 2014
(8) Wang et al., 2017
(9) Perricone et al. 2014; Soriano et al. 2015; Tossito e Bereau, 2015; Wang et al. 2017
(10) Poland et al. 2009; Poland et al. 2013, Whitaker et al. 2015
(11)Terthune e Deth 2013
(12) Favoino et al, 2014; Bagavant et al.2014; Ruiz et al. 2016
(13) Esposito at al.2014; Pellegrino et al. 2015; Shoenfeld e Agmon-Levin 2011
(14) Anaya et al. 2016
(15) McElhanon et.al. 2014; Metanalisi su Pediatrics
(16) Lancet, Grandina et al. 2014
(17) Bilbo e Schwarz, 2012
(18) Ashwood et al. 2011
(19) Estes e Mcallister, 2015; Knuesel et al. 2014
(20) Gatti e Montanari 2017
(21) https://microbiomejournal.biomedcentral.com/articles/10.1186/s40168-015-0070-0
(22) http://www.spazioasperger.it/index.php?q=articoli-divulgativi&f=381-sensazioni-di-pancia-come-i-microbi-influenzano-autismo
(23) http://policlinicogemelli.it/news_dett.aspx?id=9FBFE7D9-61C2-48FE-A4C1-FC855381C1C4
(24) https://www.facebook.com/notes/achille-daga/prof-gasbarrini-trapianto-di-microbiota-fecale-nelle-malattie-da-diabete-a-obesi/821078574667735/
(25) https://www.osservatoriomalattierare.it/sperimentazioni/6821-nel-trapianto-di-microbiota-possibile-soluzione-a-tante-malattie-da-diabete-a-obesita-fino-anche-ad-autismo-e-sclerosi-multipla
(26) http://www.spazioasperger.it/index.php?q=articoli-divulgativi&f=276-un-enigma-molto-intricato-lintestino-autistico
(27) https://microbioma.it/immunologia/vaccini-ecco-come-il-microbiota-intestinale-influenza-la-risposta-immunitaria/
(28) http://www.notiziariochimicofarmaceutico.it/2016/03/31/18014/
(29) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24238833
(30) http://www.mednat.org/vaccini/ASIA_Sindrome%20infiammatoria-dai-vaccini-Riassunto.pdf
(31) http://www.mednat.org/vaccini/neuroinflammation_vaccines.pdf
(32) diffusione migrazione traslazione alluminio nel cervello
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4318414/?fbclid=IwAR3wVOyki4FAiB-guaFEgEJMKz-xyjwFbt1oc3XWHJM4BO9hd_vcrfsO6Ig
(33) https://www.senato.it/application/xmanager/projects/leg18/attachments/documento_evento_procedura_commissione/files/000/000/995/BELLAVITE_DA_PUBBL.pdf
(34) https://www.facebook.com/PolloniRino/videos/231941244393963/
(35) https://www.epicentro.iss.it/morbillo/morbillo
(36) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3890451/
(37) https://www.cochranelibrary.com/cdsr/doi/10.1002/14651858.CD012805/full
(38) Pneireview “Oltre i vaccini. Prendersi cura del sistema immunitario infantile”
(39) http://www.paolobellavite.it/files/313_2019-ImmunodepressiEP-inpress.pdf
(40) http://www.assis.it/una-mamma-immunodepressa/
(41) https://www.cdc.gov/mmwr/volumes/67/wr/mm6742a4.htm?fbclid=IwAR1RT0CEHxbZIvfstN7ZoyN1BZlMEZbR32oo3YnFhFN_Ce05GNTzPcQvTAA
(42) http://webtv.senato.it/webtv_comm?video_evento=854
(43) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/10589903
(44) http://www.assis.it/epidemie-nonostante-i-vaccini/
(45) https://www.uspharmacist.com/article/asymptomatic-vaccinated-persons-are-transmitting-whooping-cough?utm_source=TrendMD&utm_medium=cpc&utm_campaign=US_Pharmacist_TrendMD_1
(46) https://www.bmj.com/content/362/bmj.k3976
(47) https://www.bmj.com/content/362/bmj.k3976/rr-11
(48) https://www.nap.edu/read/1815/chapter/2#8
(49) https://www.senato.it/application/xmanager/projects/leg17/attachments/documento_evento_procedura_commissione/files/000/005/198/ASSIS_1.pdf
(50) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23264672
(51) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4466342/
(52) https://medcraveonline.com/IJVV/IJVV-04-00072.pdf
(53) https://www.mayoclinicproceedings.org/article/S0025-6196%2814%2900332-2/fulltext
(54) http://www.europeanconsumers.it/tag/deroghe/
(55) http://www.assis.it/difterite-informazioni-e-riflessioni/
(56)
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4475239/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/m/pubmed/17630224/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/m/pubmed/11027094/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/m/pubmed/27417999/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/m/pubmed/20708902/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/m/pubmed/12145534/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/m/pubmed/25962455/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15722255
https://ard.bmj.com/content/73/12/e75.long
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/m/pubmed/12482192/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/m/pubmed/21425100/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/m/pubmed/9733447/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/m/pubmed/10714532/
http://autoimmunityreactions.org/2016/06/14/patologie-autoimmuni-i-vaccini-le-innescano/

 

 

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