18 Feb 2020

Una classe impara la lingua dei segni per comunicare con il compagno

Scritto da: Lorena Di Maria

A Balangero, in provincia di Torino, una classe della scuola elementare E. De Amicis ha deciso di imparare la lingua dei segni per poter comunicare con Paolo, il compagno che, a causa di una malattia rara, ha difficoltà nella comunicazione verbale. Un bellissimo esempio di inclusione che dimostra come, insieme, si può abbattere qualsiasi barriera valorizzando le differenze e divertirsi imparando.

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Torino - Il piccolo Paolo è un bambino di otto anni con una rara malattia che causa disprassia, un disturbo che riguarda il movimento e che genera difficoltà a compiere gesti coordinati, con significative ricadute anche sul linguaggio. La disabilità di Paolo non è facile da affrontare, specialmente in un contesto scolastico dove gli insegnanti di sostegno finiscono per cambiare spesso, non facilitando l’apprendimento costante di un bambino che, come tutti i suoi coetanei, ha un grande bisogno di esprimersi, comunicare e sentirsi parte di un gruppo.

Così l’intera classe di terza elementare dell’istituto E. De Amicis di Balangero, comune della provincia di Torino, ha deciso, con un grande gesto di solidarietà, di impararare la lis, la lingua dei segni, per capire e farsi capire da Paolo, costruendo insieme un’amicizia dove comunicare non è mai stato così divertente.

Il progetto è partito grazie alla determinazione di Adriana, mamma di Paolo, che ha investito soldi ed energie per dare all’intera classe l’opportunità di frequentare le lezioni e avviare un percorso tanto voluto e richiesto sia dai compagni che dai loro genitori.

Lingua dei segni1

«Il progetto è nato per dare a Paolo la possibilità di comunicare ma soprattutto per facilitare i suoi compagni e le sue compagne nella comprensione delle sue espressioni. I medici mi avevano messa in guardia sul fatto che fosse poco efficace applicare la lis sulle problematiche di Paolo, proprio perché questo disturbo va ad agire sulla capacità di coordinazione dei movimenti». Ma Adriana, che da anni lavora come operatore sanitario, non si arrende e accanto ai percorsi individuali di logopedia e psicomotricità che da anni il piccolo frequenta, è convinta dell’enorme potere della relazione e della collaborazione della classe nel processo di apprendimento, quale risorsa preziosa e fondamentale nell’affrontare la disabilità.

Così è partito il corso, pensato con cadenza settimanale e tenuto da un’educatrice dell’Istituto dei Sordi di Torino che terminerà nel mese di giugno, con la speranza che possa proseguire gli anni successivi.

 Imparare la lingua dei segni non solo è un’esperienza didattica formativa ma è anche uno strumento di inclusione che permette di imparare divertendosi, a qualsiasi età. «La grande conquista di Paolo è aver appreso, nel giro di poco tempo, una cinquantina di nuove parole con la lingua dei segni. Oltre alla sua gioia nell’essere maggiormente compreso, tutta la classe ne è rimasta incredibilmente entusiasta, rendendo quest’esperienza un grandissimo successo».

Lingua dei segni

La lingua dei segni, oltre che essere divertente, è anche capace di allenare la memoria aiutando Paolo a ricordare meglio i concetti e le parole grazie al riscontro dei suoi compagni. Ad esempio, come ci spiega Adriana, «i bambini hanno imparato a dire “sole”, mimandone la figura e pronunciandone contemporaneamente il nome e ciò aiuta Paolo a collegare la gestualità con la parola, riproducendone il suono».

L’esperienza di Paolo ci insegna che ogni bambino ha un potenziale di miglioramento enorme ed è quindi essenziale rispettando la sua unicità comprendendo il modo più efficace per confrontarsi con i problemi affinchè questo miglioramento possa avvenire.

«È molto inusuale usare la lis su un bambino che non ha problemi di sordità» ci confida Adriana. «Avviare questo corso è una grandissima occasione per dimostrare che, nella gestione della disabilità, non ci sono solo cure specifiche in base alle singole patologie, ci sono bambini specifici e proprio per questo bisogna fare un lavoro complessivo e personalizzato che tenga conto delle caratteristiche di ognuno».

Il prossimo obiettivo è portare il progetto di sensibilizzazione sulla disabilità anche al di fuori delle mura scolastiche, attraverso l’attivazione di un corso di lis sul territorio con il supporto dell’Istituto dei Sordomuti di Torino e del sindaco di Balangero, che, molto sensibile alla tematica, ha messo a disposizione degli spazi per svolgere il corso a partire dal mese di settembre. Questo è pensato per giovani e adulti proprio perché sono in aumento le persone interessate a imparare la lingua dei segni come supporto a persone sorde o per accompagnare familiari con problemi di comunicazione, proprio come Paolo, ma anche per motivi professionali o per cimentarsi in questa arricchente esperienza.

Come ci spiega Adriana, non è stato semplice inserire questo laboratorio nella programmazione scolastica. Ma l’esperienza di Paolo può davvero costituire una risorsa per l’intero istituto, poichè, proprio come ci viene ricordato «è fondamentale garantire l’inclusione tramite progetti scolastici di questo tipo poichè il problema di uno può essere risolto insieme a tutta la classe».

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