26 Feb 2020

Sicilia che Cambia: il primo seme è stato lanciato

Scritto da: Daniel Tarozzi

Il 23 febbraio, nei pressi di Enna, circa 60 persone si sono riunite per compiere insieme i primi passi della nascente Sicilia che Cambia. Un percorso dalla radici ormai salde che - dopo anni di silenziosa preparazione - si appresta a vedere la luce nei prossimi mesi. Vi proponiamo la cronaca di questo giorno di “ordinario cambiamento” attraverso le voci di alcuni dei protagonisti.

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Enna - È notte fonda, la notte tra martedì 25 e mercoledì 26 febbraio. Sono qui, al computer, mentre mezzo Paese è paralizzato dal panico e dai virus influenzali e mediatici, e mi appresto a scrivere la cronaca di quanto vissuto due giorni fa, domenica 23 febbraio 2020, vicino Enna, a Pergusa, ovviamente in Sicilia.

Sono molto stanco, ma un lavoro che pare arduo, raccontare una delle giornate più intense degli ultimi mesi della mia vita, diventa improvvisamente semplice quando scorro gli appunti e i resoconti che mi hanno inviato i miei colleghi/amici/compagni d’avventura. Ma cominciamo dall’inizio.

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L’arrivo
Domenica mattina – dopo una notte trascorsa in un’ampia stanza catanese – io, Gabriele Giannetto, Selena Meli e Lorena Di Maria giungiamo a Pergusa. Qui ci raggiunge il mitico Marcello Bellomo ed ecco che – con il team al completo – allestiamo la sala.

La sala è vuota, ma già le aspettative e le sensazioni che si innalzano dai nostri corpi elettrici cominciano a colmare la stanza. I muri e i tavoli vengono ricoperti da cartelloni con ODG, post it vari, programma dei tavoli tematici. Arrivano gli amici de Le Galline Felici ed ecco che anche il cibo entra trionfalmente in sala, con tanto di piatti e posate, ovviamente rigorosamente NON usa e getta.

Improvvisamente il brusio dei miei pensieri diventa reale e mi accorgo che in sala siamo in 60. 58 per la precisione. Persone super-impegnate che hanno deciso di dedicare un’intera domenica della loro vita ad un sogno tutto da costruire. Persone che hanno fatto una, due, tre ore di viaggio per essere qui, nel centro della Sicilia. Seduti in cerchio, in piedi, in movimento, ci spostiamo nello spazio. Ci presentiamo, ci rappresentiamo, ci scopriamo. Come singoli, come cellule di uno stesso corpo, come organismo pulsante, mutevole e multiforme. La giornata ha inizio.

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Marcello Bellomo, Gabriele Giannetto, Lorena di Maria, Anna Tinebra, Daniel Tarozzi e Selena Meli

I compagni di viaggio
Marcello… Marcello – di Caltanissetta – è Il precursore di Sicilia che Cambia. Un amico, un fratello, che da anni si attiva e lotta per connettere e valorizzare territori, volti, esperienze.

Gabriele – di Palermo – è il nostro inviato da un paio d’anni. Scrive articoli, realizza – con amici e colleghi – video-reportage, esplora la Sicilia e il mondo con il suo camper. Ci incontriamo spesso in giro per l’Italia ed è sempre casa.

Selena – di Modica – è “l’ultima arrivata”, ma solo in ordine di tempo. Ha saputo conquistarci subito con la sua passione, la sua proattività e la sua voglia di mettersi in gioco. Ed ecco che nei giorni scorsi ha preso in mano l’organizzazione di questo evento sorprendendomi come raramente mi capita.Lorena – di Torino ma di padre palermitano – è insieme a me “l’imbucata” all’evento siciliano. È qui in rappresentanza di Piemonte che Cambia e se il buon giorno si vede dal mattino, la giornata si annuncia assolata.
E poi… gli altri 53 partecipanti! (ma probabilmente di più, visto che qualcuno è arrivato dopo). Galline Felici, Addio Pizzo, Clean Up, Rifiuti Zero, permacultori, contadini, artigiani, professori, filosofi, professionisti, studenti, facilitatori, artisti, scrittori, giovani, giovanissimi, diversamente giovani, persone che provengono letteralmente da tutta la Sicilia. Fame, fame, fame di rete, di cambiamento, di connessioni, di azioni concrete.

Il tutto è stato possibile – ancora una volta – grazie alla facilitazione. Non posso quindi non ringraziare, oltre al team appena nominato, Anna e Vincenzo, che hanno facilitato insieme a noi alcuni tavoli e le nostre compagne di avventura di TARA – Ilaria e Melania – che non erano fisicamente presenti, ma con le quali abbiamo costruito il programma della giornata in questione.

La giornata
L’obiettivo della giornata era incontrarsi e incontrare un pezzo di Sicilia in cambiamento per avviare un percorso condiviso che porti all’apertura del portale siciliano ma anche e soprattutto alla nascita di una rete off-line, una rete liquida. L’evento, organizzato in poche settimane, non è stato promosso su nessun canale e non ha potuto vedere invitate centinaia di persone e progetti meravigliosi attivi in questa straordinaria isola. Ci siamo quindi mossi per conoscenza diretta, vicinanza, consuetudine. È stato solo il primo passo di un percorso che ci porterà lontano, ma la cui direzione sarà costantemente stabilità dalla bussola che gli attori del cambiamento decideranno di volta in volta. Il nostro ruolo, quello di Italia che Cambia, Sicilia che Cambia, come sempre, sarà quello di raccontare, mappare, mettere in rete e facilitare i processi di trasformazione positiva in atto. Noi siamo lo strumento al servizio del cambiamento. I protagonisti, sono loro, siete voi.

Mentre la giornata scorre veloce, ogni tanto osservo il cellulare e leggo di città bloccate, panico, psicosi, assalto ai supermercati. Mi guardo intorno e vedo luce, amore, connessioni. Mi chiedo quale sia la realtà. Quella dei media o quella che sto toccando con mano? La risposta non sembra difficile. Ma bando alle mie ciance. Lascio la parola ai compagni d’avventura!

SICILIA CHE CAMBIA 5
Lorena di Maria presenta Piemonte che Cambia

Dal Piemonte alla Sicilia
Lorena: Il viaggio dal Piemonte alla Sicilia è stato lungo ma ogni chilometro percorso ne è valso la pena. L’incontro con Sicilia che Cambia è iniziato e finito con un grande cerchio nel quale ognuno ha portato la sua storia e il racconto del suo territorio, dando voce ai propri sogni e alle proprie paure. Ciò che mi ha colpita maggiormente è il forte senso di appartenenza che è emerso. La voglia di rimanere e il coraggio di costruire insieme un nuovo paradigma.

Per me, il viaggio nella Sicilia che Cambia è iniziato ben prima di quest’incontro. È iniziato il giorno in cui ogni singola persona presente si è domandata come poter dare il suo contributo per cambiare concretamente le cose. Perché il vero cambiamento è fatto di azioni, è fatto di persone che si siedono allo stesso tavolo per ragionare insieme sul mondo che sognano, è fatto di una tavola imbandita con del cibo condiviso tra sconosciuti e la consapevolezza che insieme, nonostante le difficoltà, si può arrivare lontano.

GABRIELE GIANNETTO SICILIA CHE CAMBIA
Gabriele Giannetto

Pronti, partenza… via!
Gabriele: Ho conosciuto Italia Che Cambia durante un corso residenziale in Umbria, a Panta Rei, un ecovillaggio in prossimità del lago Trasimeno, un posto incantato. Da lì abbiamo iniziato, ormai da circa due anni, a collaborare. La tappa del 23 Febbraio ha rappresentato per me un punto di partenza. Il tempo e il lavoro impiegato in questi anni hanno, infatti, da sempre, puntato alla creazione di un progetto su scala regionale. Ho quindi osservato con ammirazione i modelli e gli strumenti proposti in altre regioni e su tutto il territorio nazionale; finalmente, oggi, è l’ora della Sicilia.

La scelta di Pergusa, come luogo d’incontro, trova giustificazione nella posizione centrale rispetto l’intera isola. I partecipanti, provenienti da varie città, hanno accolto positivamente l’invito e la giornata è trascorsa, nonostante i ritmi serrati, con naturalezza.

Tutte le persone presenti mi hanno incantato raccontando i loro progetti meravigliosi e il pensiero che rappresentino soltanto alcuni degli esempi di una regione così estesa e variegata mi rende ottimista e orgoglioso di questa terra. È vero, in Sicilia, più che altrove, è spesso difficile rimanere, lo dicono i numeri relativi all’emigrazione giovanile, ma le testimonianze che le opportunità ci sono, se cercate o inventate bene, erano in quella stanza. Con fiducia ed entusiasmo inizia il percorso di Sicilia Che Cambia e con la speranza di invertire la tendenza.

selena sicilia che cambia
Selena Meli

Cosa si aspettano da noi?
Selena: È difficile spiegare la sensazione che ho provato ieri quando ho visto la sala di un piccolo hotel nel cuore della Sicilia riempirsi gradualmente già dalle 9,30 del mattino di una domenica di febbraio. Alle 10,30 la sala è gremita di gente, arrivano persone da ogni parte della Sicilia, Catania, Palermo, Ragusa, Modica. La mia pancia comincia ad attorcigliarsi… cosa si aspettano da noi? Non tradire le aspettative di fronte a tanto entusiasmo è la priorità che nasce dentro me.

Alcuni di questi visi li avevo già incontrati due anni fa, quando decisi di trasferirmi nuovamente in Sicilia dopo 15 anni tra Italia ed Europa. Allora non sapevo ancora che con quel viaggio in furgoncino accompagnata da Daniel, Emanuela, Marcello, Cristina e Paolo, stavamo mettendo le basi per la nascita di un progetto meraviglioso di cui avrei fatto parte.
Sono molto emozionata, mi sento profondamente grata a queste persone che con le loro storie mi hanno spinto a lasciare il mio lavoro e a tornare in Sicilia.

Ci raccogliamo, ci conosciamo, sono tutti desiderosi di raccontare la loro esperienza: ci sono storie di associazioni che mettono al centro la sostenibilità umana e ambientale, di giovani che hanno scelto di tornare in Sicilia per realizzare progetti di integrazione sociale, ci sono singole persone, imprenditori, agricoltori, permacultori. La costellazione che creiamo con i nostri corpi al centro della sala è quasi completa.

Le prime rigidità si sciolgono e già dopo un’ora sembriamo un gruppo coeso, pronto a costruire una Sicilia che Cambia accomunata da desideri e bisogni concreti: fare rete, progettare insieme, condividere e scambiare esperienze, esportare esempi virtuosi sono parole ricorrenti dai discorsi e dai primi tavoli tematici.

Vorrei ascoltare attentamente ognuna di queste storie, ma mi rendo subito conto che non sarà quello il luogo e il momento. É venuta molta più gente di quella che ci aspettavamo e non possiamo disperdere le energie. Partire dallo scambio di idee e progetti per arrivare a concretizzare passi e azioni è fondamentale per questa giornata. È così che si crea l’entusiasmo. La mattina sarà tutta dedicata a questo.

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La pausa pranzo è un momento straordinario. Ognuno ha portato qualcosa da condividere e i tavoli si riempiono di prelibatezze e leccornie, evitando plastica e monouso.

Ma è durante il pomeriggio che nascono i primi progetti. Ci dividiamo in tavoli a seconda delle tematiche che sono emerse rifiuti, lavoro, educazione, cibo, mobilità sostenibile, strumenti e rete.

Io scelgo i rifiuti, tema a cui sono molto legata. Al mio tavolo ci sono rappresentanti di associazioni che stanno già lavorando virtuosamente sul territorio: Rifiuti Zero Sicilia, Clean-up Catania, Addio Pizzo e Addio Pizzo Travel, Galline Felici, Pulito è Più Bello. Il dibattito si orienta subito sulle priorità: lavorare sulla cultura ambientale nelle scuole, sensibilizzare la cittadinanza, costruire una cultura del riuso e della gestione dello scarto sono le priorità che emergono subito e a cui abbiamo in breve tempo trovato passi e soluzioni concrete da avviare. I protagonisti del dibattito sono preparati e consapevoli e sono pronti a lavorare insieme. Ne usciamo con i prossimi passi.

La giornata si chiude, è volata, alcuni devono andare via prima del previsto, non riesco a salutarli ma so che li rivedrò presto. Il giro di feedback è positivo e nonostante il livello di stanchezza sia alto vedo la soddisfazione nei volti dei più.

Il viaggio che mi riporta verso casa è il primo momento di riflessione che riesco a concedermi. La stanchezza si fa sentire e l’adrenalina è ancora forte. Mentre attraverso le strade buie dell’entroterra siciliano ripenso a tutte le storie che ho ascoltato, ma soprattutto alle azioni concrete che sono emerse dal tavolo tematico a cui ho partecipato.

Ho toccato finalmente l’idea di Sicilia che per anni è stata custodita del mio cuore, fatta da persone coraggiose, positive, vogliose di ribaltare i luoghi comuni. Esiste davvero e ho sempre più voglia di raccontarla.

Arrivo a casa, mi metto a letto, guardo distrattamente il cellulare cercando di evitare le notizie della giornata e trovo la prima notifica: “Sei invitato ad aggiungerti al gruppo Sicilia Che Cambia senza munnizza”. Sorrido e chiudo gli occhi. Il primo seme è stato lanciato.

Foto di Cathie Peltier

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