4 Set 2020

Diamo una casa alle api: il progetto che aiuta impollinatori e biodiversità

Le misure adottate finora dall'UE, secondo nuova relazione della Corte dei conti europea, non sarebbero sufficienti a garantire la protezione di specie come bombi, coleotteri, vespe e farfalle. Il WWF e Intesa San Paolo, anche per far fronte a questa criticità, hanno lanciato il progetto “Diamo una casa alle api" per sostenere la salvaguardia di questi animali.

Salva nei preferiti

Le strategie messe in atto dall’UE nel settore dell’apicoltura per proteggere gli impollinatori sono inefficaci: è questo quanto emerso da un nuovo studio della Corte dei conti europea. L’annuncio fa riferimento a una relazione sul tema, che ha evidenziato come l’Unione Europea non abbia preso provvedimenti necessari per queste specie di animali.

Un aspetto critico per l’ambiente, considerando che le api rivestono un ruolo importante per tutto l’ecosistema: come sottolineato dal WWF, l’impollinazione rappresenta uno dei servizi ecosistemici più importanti forniti dalla natura per il benessere umano e per la nostra economia. «Delle circa 1.400 piante che nel mondo producono cibo e altri prodotti – specifica in una nota l’organizzazione internazionale non governativa di protezione ambientale – quasi l’80% richiede l’impollinazione da parte di animali. In Europa l’84% delle principali colture coltivate per il consumo umano, come molti tipi di frutta e verdura, hanno bisogno dell’impollinazione degli insetti per migliorare la qualità ed i rendimenti dei raccolti.

Considerando le sole api selvatiche si tratta di un vero e proprio esercito di oltre 20mila specie che insieme garantiscono l’impollinazione dei fiori da cui dipende il 35% della produzione agricola mondiale». Bastano questi numeri per fornire un quadro sull’importanza degli impollinatori, ma attualmente più del 40% delle specie di invertebrati, in particolare api e farfalle, rischiano di scomparire.

Le cause sarebbero da ricondurre a molteplici fattori, come la gestione intensiva dell’agricoltura, l’uso di pesticidi, il cambiamento climatico, l’inquinamento ambientale e le specie esotiche invasive. La Corte ha constatato che, nel complesso, la Commissione Europea non ha adottato un approccio coerente nella protezione degli impollinatori selvatici nell’UE, rilevando lacune nelle principali politiche volte a far fronte alle maggiori minacce per gli impollinatori selvatici. Il risultato? L’iniziativa a favore di queste specie “non dispone degli strumenti e dei meccanismi necessari ad ovviare a tali carenze”.

La Corte dei conti ha così suggerito alla Commissione Europea di agire per porre rimedio alla criticità, a partire da tre macro azioni: valutare la necessità di predisporre misure specifiche per gli impollinatori selvatici nelle azioni e nelle misure di follow-up relative alla strategia dell’UE sulla biodiversità fino al 2030; integrare meglio azioni volte a proteggere gli impollinatori selvatici negli strumenti strategici dell’UE inerenti alla conservazione della biodiversità e all’agricoltura; migliorare la protezione degli impollinatori selvatici nel processo di valutazione dei rischi legati ai pesticidi.

Anche se le prospettive non sono rosee, non mancano le buone pratiche. WWF e Intesa Sanpaolo hanno avviato una iniziativa in sinergia tesa ad aiutare l’ambiente: il progetto “Diamo una casa alle api”. Quest’ultimo è nato per sostenere la salvaguardia degli impollinatori e il relativo lavoro di supporto del WWF; un’idea virtuosa a cui chiunque può dare il proprio supporto economico attraverso la piattaforma di crowdfunding For Funding. Intesa Sanpaolo, inoltre, contribuirà in prima persona al progetto con una donazione per ogni mutuo Green e per ogni prestito Green erogato.

L’obiettivo delle due realtà, anche sulla base del sostegno ricevuto, è quello di realizzare almeno 20 Oasi WWF, che diverranno aree per l’alimentazione degli impollinatori attraverso la semina di piante nettarifere. Nello specifico, in spazi dedicati, verranno collocati orti, parchi urbani e “Oasi delle Case delle Api” o “Bee Hotel” (rifugi specifici per api e altri insetti per favorire la nidificazione). Non solo: il progetto prevede il posizionamento di alcune “camere” adibite a misurare le abitudini delle api e la manutenzione periodica delle aree affinché possano essere sempre accoglienti per gli impollinatori e visitabili dagli ospiti delle oasi.

Articolo tratto da: Journal Cittadellarte

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Alberi monumentali, in Sicilia sono 311 i tesori vegetali da tutelare
Alberi monumentali, in Sicilia sono 311 i tesori vegetali da tutelare

A Niscemi la sughereta secolare riprende vita grazie al centro di educazione ambientale ODV
A Niscemi la sughereta secolare riprende vita grazie al centro di educazione ambientale ODV

Laura e Sonia, le sorelle Di Pino che si battono per riportare la mandorla e la biodiversità in Sicilia
Laura e Sonia, le sorelle Di Pino che si battono per riportare la mandorla e la biodiversità in Sicilia

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Come trasformare gli allevamenti in fattorie vegane, l’esperienza svizzera – #917

|

Val Pennavaire in rete: la nuova e inaspettata zuppa di sasso

|

Gaetano, terapista forestale dei Monti Lattari: “La foresta mi ha guarito”

|

Cuscini Bio, la moda etica e quel giocattolo dentro a una fornitura tessile

|

Animal Talk Italia: parlare con gli animali è possibile – Io Faccio Così #402

|

Lezioni ecologiche nelle scuole italiane, fra antropocene ed ecologia profonda

|

Alberi monumentali, in Sicilia sono 311 i tesori vegetali da tutelare

|

Sanità e diritto alla cura: cronache da un’Ogliastra che vuole vivere, non sopravvivere

string(8) "piemonte"