7 Set 2020

Tingere con fiori, radici e foglie: l’ecoprinting di Monica Biamonte

Scritto da: Valentina D'Amora

L’ecoprinting è una tecnica di stampa ecologica, ideata da un’artista australiana, India Flint, che permette di imprimere e riprodurre su tessuto forme e colori di elementi vegetali come foglie, fiori, bacche, semi, cortecce e radici. Monica Biamonte, un’artigiana genovese, mi ha raccontato come funziona.

Salva nei preferiti

Genova - «Lavoro con gli elementi naturali da sempre, autoproduco praticamente tutto, mi curo con le mie erbe e realizzo creme e unguenti, quindi l’ecoprinting era una tappa obbligata nel mio percorso di vita: il destino me l’ha fatta conoscere e da allora non ho mai smesso di sperimentarla».

Da oltre dieci anni Monica tinge in modo naturale tessuti, filati e oggetti di carta e lo fa con piante coltivate nel suo orto tintorio oppure spontanee, raccolte sul territorio, “a metro zero”, come dice lei. Noi le abbiamo cercate insieme sulle alture di Genova, lungo il sentiero che va dalla Baita del Diamante, sul valico di Trensasco, fino a Creto: erba forbicina (bidens tripartita), castagno, noce, nocciola e radice di robbia sono solo alcune di quelle che abbiamo trovato.

L’ecoprinting è un procedimento che consente di tingere e decorare filati senza sostanze chimiche artificiali: tutti gli elementi utilizzati, i supporti e i procedimenti sono completamente naturali. «E poi, grazie a questo metodo artigianale, – spiega – sui tessuti restano impressi il reale colore e la forma naturale delle foglie e dei fiori, ma anche le loro energie».

Monica Biamonte ecoprinting 1

Mentre me lo racconta, dalla sua valigia blu tira fuori foulard, sciarpe, cappelli e magliette interamente ricoperti dalle sagome di foglie, radici e fiori, di cui mi mostra particolari e microscopiche sfumature di colore, invisibili al mio occhio profano.

La tecnica consiste innanzitutto nell’accurata scelta dei tessuti e degli elementi vegetali da “applicare”. Una volta individuato il supporto tessile vi si compone sopra la fantasia desiderata, combinando insieme foglie, fiori, bacche, rami e radici. Il tessuto viene preparato, avvolto e legato attorno a un rotolo di metallo o legno e messo a bollire in acqua. Dopo aver fatto raffreddare e riposare il tessuto, si rimuovono delicatamente i materiali vegetali e si sciacqua in acqua tiepida. Il procedimento è molto lungo: ogni capo necessita di circa una settimana di lavoro, dalla preparazione del filato “ad accogliere e trattenere il colore” fino al fissaggio.

Sciarpa ecoprinting rotated

Sebbene la tecnica non preveda regole, tempi o sequenze standard, basandosi molto sulla sperimentazione, lo studio della botanica e della chimica sono fondamentali per poter sfruttare al meglio le potenzialità degli elementi usati e ottimizzarne le caratteristiche naturali. In questo modo, si ottengono creazioni sempre originali, dei pezzi unici difficilmente ripetibili. 

Monica organizza ciclicamente corsi e laboratori di ecoprinting, sia per adulti che per bambini, che riscuotono successo e interesse da parte di tutte le fasce d’età. «Si vedono gruppetti di piccoli sperimentatori di questa tecnica girare per i boschi alla ricerca di foglie da imprimere sui tessuti. Inutile dire che per un bambino vedere una maglietta bianca tingersi grazie alla barbabietola o a una radice appena raccolta ha un che di magico!».

Le domando se durante la quarantena ha tenuto incontri o laboratori online. «In effetti me li hanno chiesti, ma ho bisogno di vedere le persone dal vivo, perché questa metodologia richiede una mia supervisione, quantomeno in fase iniziale, su come posizionare gli elementi, sulla pressione delle mani sul tessuto e altri dettagli che attraverso uno schermo sfuggirebbero».

Indossare una maglietta realizzata in ecoprinting significa aprire un contatto intimo con la natura e riceverne la sua forza. E quando a decorare i tessuti sono i profili e le numerose nuance di colore della natura genovese, anche gli occhi si riempiono di bellezza.

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Chi furono i primi abitanti della Sardegna? Un viaggio lungo 11mila anni
Chi furono i primi abitanti della Sardegna? Un viaggio lungo 11mila anni

Simularte: inclusione e valorizzazione del territorio passano per la musica
Simularte: inclusione e valorizzazione del territorio passano per la musica

Carla e Francesco: “Il nostro Stardust* loft, uno spazio creativo dove si incontrano arte e talenti”
Carla e Francesco: “Il nostro Stardust* loft, uno spazio creativo dove si incontrano arte e talenti”

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Piscinas, l’arsenico in mare – INMR Sardegna #24

|

Il borgo di Castel del Monte rinasce grazie alla cooperativa di comunità

|

Silvia Mecca: “Superare il lutto e la paura della morte ci permette di tornare a vivere”

|

Anche Roma sostiene il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari

|

La gestione dei rifiuti in Sicilia, tra esperienze virtuose e assenza di governance

|

Santa Maria La Palma, quando nel vino batte un cuore sardo – Io Faccio Così #401

|

Zappa Social, la storia di una comunità che ha trasformato una discarica abusiva in un’oasi verde

|

Salute e autosufficienza, i corsi all’insegna della consapevolezza e dell’equilibrio

string(7) "liguria"