27 Ott 2020

Covid, scuola e DAD: un sostegno agli studenti in difficoltà per non lasciare indietro nessuno

Scritto da: Redazione

Supportare ragazzi e famiglie più fragili nel percorso scolastico per ridurre il digital divide e contrastare tra i giovani fenomeni di povertà educativa, inaspritisi a causa della pandemia e in questi mesi in cui nelle scuole regna un clima di grande incertezza. Questo l'obiettivo di “Batti il Cinque”, un progetto che coinvolge cinque territori e connette scuole, famiglie e comunità locali, fornendo un sostegno concreto ai minori in difficoltà.

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Dalla fornitura di materiale informatico a chi ne ha bisogno e la creazione di percorsi dedicati all’educazione digitale alla realizzazione di attività sportive e ricreative per il doposcuola, dal sostegno allo studio a distanza e in presenza, rivolto anche ai bambini con bisogni educativi speciali e disturbi specifici dell’apprendimento, al supporto e il coinvolgimento attivo dei genitori: sono solo alcune delle iniziative a cui i partner del progetto “Batti il Cinque!” stanno lavorando in collaborazione con gli istituti, gli insegnanti e le realtà dei territori per questo anno scolastico, su cui aleggia una forte incertezza.

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Il progetto, selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, ha l’obiettivo di prevenire e contrastare tra i giovani fenomeni di povertà educativa, particolarmente inaspritisi a causa della crisi, e supportare nel loro ruolo educativo i genitori in difficoltà. “Batti il cinque! coinvolge cinque territori (Lecco, Brescia, Napoli – Rione Sanità, Torino – Quartiere Mirafiori e Messina) ed è stato presentato da una rete di fondazioni di comunità che vede la Fondazione comunitaria del Lecchese nel ruolo di capofila e le Fondazioni di comunità di Brescia, Mirafiori, San Gennaro e Messina in qualità di partner. L’iniziativa è stata fortemente voluta da Assifero https://assifero.org/, l’Associazione punto di riferimento della filantropia istituzionale in Italia, che ha favorito la connessione tra le fondazioni ed è uno dei partner nazionali del progetto. 
 
Queste iniziative sono ancora più rilevanti anche alla luce dei molti fronti di incertezza per genitori, ragazzi e insegnanti in questi primi mesi di avvio delle scuole. Secondo l’indagine IPSOS “La scuola che verrà”, realizzata per Save The Children, sette genitori su dieci si sono dichiarati preoccupati circa il rientro, soprattutto per quanto riguarda le modalità di ripresa (60%) e i rischi legati al mancato distanziamento fisico (51%); quasi 1 genitore su cinque teme che il proprio figlio non riesca a seguire il programma del nuovo anno scolastico vista la perdita di apprendimento dovuta alle misure di confinamento dei mesi passati.
 
«Nell’attuale situazione di incertezza i partner di Batti il cinque! continuano a lavorare con gli istituti scolastici e gli insegnanti, e con le organizzazioni dei territori, per supportare nel modo più efficace i ragazzi e le famiglie più fragili – racconta Paolo Dell’Oro, Segretario Generale della Fondazione comunitaria del Lecchese e portavoce del progetto – L’obiettivo di Batti il cinque è infatti non lasciare nessuno indietro, prevenendo e contrastando fenomeni di povertà educativa tra i bambini di 5 e 14 anni, fornendo una risposta comune ma allo stesso tempo personalizzata in base alle esigenze specifiche dei cinque territori in cui i partner operano: Lecco, Brescia, Torino (Quartiere Mirafiori), Napoli (Rione Sanità) e Messina».

Batti il Cinque


Dall’inizio del lockdown di marzo a oggi: reimmaginarsi per non lasciare indietro nessuno

La pandemia ha, fin da subito, acuito le già forti diseguaglianze educative presenti nel nostro Paese, impattando maggiormente le famiglie più fragili, che si sono trovate a fare i conti con una nuova realtà senza gli strumenti adeguati per affrontarla. Allo scoppio della crisi 1.6 miliardi di minori nel mondo ha interrotto la scuola (UNESCO, marzo 2020); in Italia sono rimasti a casa oltre 9 milioni tra bambini e ragazzi, e i servizi educativi della prima infanzia sono stati fermati per oltre 1 milione di bimbi (www.conibambini.org).
 
«Sono stati mesi difficili, in cui sono emerse con forza numerose fragilità e problematiche dell’attuale sistema – continua Dell’Oro – Abbiamo dovuto completamente ripensare le nostre attività fin da subito per rispondere alle esigenze immediate dei ragazzi, le loro famiglie, e anche degli insegnanti, potenziando il supporto a distanza degli operatori, realizzando attività ricreative pensate per essere fatte in casa, in modo da continuare a mantenere vivo il rapporto con e tra i ragazzi, e fornendo materiale tecnico.

Nei diversi territori abbiamo messo in campo iniziative per la riduzione del digital divide, come la fornitura di tablet e la copertura dei costi di connessione per i minori cui era precluso l’accesso alle proposte online. Con la riapertura a giugno abbiamo potenziato le nostre attività sul territorio, con i centri estivi, e abbiamo potuto ripensare interventi mirati per l’inizio della scuola, grazie anche all’ulteriore finanziamento di 275.000€ messo a disposizione da Con i Bambini. Sappiamo che le sfide davanti a noi sono molte e l’incertezza rimane forte ma noi continuiamo ad essere a fianco dei ragazzi e delle famiglie in difficoltà perché non paghino caro il prezzo di questa crisi».

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