23 Nov 2020

Conoscere noi stessi attraverso un’immersione nella musica e nella Natura

AH-UM Pilgrim è un progetto nato dall'unione di due realtà preesistenti che ha lo scopo di diffondere le buone pratiche e la consapevolezza interiore unendo attività come la musica, il trekking, la meditazione, la socialità e la cultura.

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Milano - Cos’hanno in comune un concerto, delle monete di legno e un ritiro nei boschi? Molto più di quello che potreste immaginare, specialmente se condividono un unico obiettivo: diffondere consapevolezza e nuovi stili di vita comunitari e in armonia con la Natura.

Ma andiamo con ordine. Tutto nasce nel 2019 da un incontro fra Antonio e Andrea, due amici milanesi entrambi professionisti del settore socio-culturale che hanno deciso di fondere le loro due realtà per dare più solidità ai loro progetti. Antonio è un architetto che, attraverso AH-UM, si occupa anche di progettazione culturale, mentre Andrea si occupa di spiritualità e immersione nella Natura con Pilgrim, la sua start-up nata nel 2019. Due progetti avviati con motivazioni diverse che oggi condividono lo stesso approccio e gli stessi obiettivi.

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Antonio Ribatti (a sinistra) e Andrea Faraone

«Siamo nati come associazione culturale che promuove musica, soprattutto innovativa e di ricerca», racconta Antonio parlando di AH-UM. «Nel 2000 abbiamo lanciato l’AH-UM Jazz Festival, autoprodotto e autogestito, che si è sempre adattato alle condizioni del momento mutando nel tempo. Dal 2010 si svolge nel quartiere Isola a Milano ed è diventato un’occasione di progettazione culturale, sfociando nel marketing territoriale e nella valorizzazione del territorio». AH-UM si è progressivamente aperta al mondo dell’outdoor, spingendo Antonio a proporre la cultura anche a un pubblico non specializzato.

Grazie a questa visione si sono create le condizioni per il sodalizio con Pilgrim, che aveva questo tipo di approccio declinato però nel settore dell’escursionismo. «Pilgrim è una start-up nata a seguito di un mio cammino in solitaria sul Monte Beigua, in Liguria, nel 2019», racconta Andrea. «Ho un’agenzia di grafica pubblicitaria e sentivo il bisogno di innovare alcuni aspetti della mia vita e della mia attività, fra cui quello comunicativo. Quell’esperienza di “ritiro” mi ha dato delle ispirazioni forti. Oggi il focus di Pilgrim è sulla spiritualità del mondo naturale e sul benessere psico-fisico, con l’obiettivo di dare sostegno alle persone utilizzando un linguaggio nuovo, ispirato alla natura e al cammino».

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Eccoci dunque arrivati alla fusione di AH-UM e Pilgrim in un nuovo progetto che segue due filoni principali: l’escursionismo e la cultura declinata in tutte le sue forme. AH-UM Pilgrim propone dei village e dei bootcamp, campi di “addestramento” alla natura e alla cultura, dove la gente può fare un’esperienza di vita all’aria aperta e avere informazioni sulla cultura, ma anche sul benessere, sulle attività outdoor, sulla vita comunitaria, sul mondo dell’artigianalità e tanto altro. AH-UM Pilgrim ha iniziato l’attività a giugno 2020 con i primi bootcamp, concepiti come veri e propri accampamenti con trekking, degustazioni e intrattenimenti culturali.

Purtroppo il ritorno del covid e le conseguenti restrizioni hanno bloccato nuovamente le attività in presenza, ma Antonio e Andrea stanno sfruttando questo stop forzato per progettare le iniziative per il 2021: «Adesso che è tutto fermo – spiegano – stiamo lavorando sul piano commerciale: siamo in procinto di lanciare una piattaforma e-commerce Pilgrim Store dove inserire i prodotti degli artigiani e dei produttori dei territori dove si terranno i bootcamp. Stiamo anche lavorando sui wood coin, ovvero monete di legno di castagno che danno diritto a un cashback, in criptovaluta, che si potrà utilizzare nella community di AH-UM Pilgrim. Il loro obiettivo è produrre valore reale, slegato dalle logiche monetarie e finanziarie tradizionali».

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Per la primavera-estate 2021 sono in programma anche i primi village, eventi improntati sulla musica, concepita però non come strumento di intrattenimento commerciale, ma come veicolo di divertimento e sensibilizzazione culturale. «La Brianza e la Valtellina, saranno le prime location della nuova stagione. Per realizzare un village che si svilupperà su diverse giornate nel quale si succederanno concerti, bootcamp, incontri culturali, laboratori, showcase con produzioni di artisti locali e molto altro».

Sia per i village che per i bootcamp è fondamentale il coinvolgimento degli attori locali, sia istituzionali che del tessuto economico: «In settembre abbiamo organizzato l’evento “Quiete & Tempesta” a Madesimo (SO): si è svolta un’escursione guidata che dalla città è salita verso all’alpe Motta Alta, dove abbiamo incontrato produttori di formaggi locali che hanno raccontato i prodotti del territorio. Abbiamo pranzato sulle rive del lago Azzurro e la sera abbiamo fatto una cena conviviale attorno al fuoco, accompagnata da una mostra fotografica e dal dj set dei Red Soundsystem di Lecco. Infine i partecipanti hanno pernottato nelle tende».

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Fra le iniziative proposte ci sono anche dei ritiri spirituali in natura organizzati da Andrea: «Lo scopo di questi eventi è vivere un’esperienza in natura legata a un percorso interiore fondato su alcune linee guida. Si può fare un ritiro di gruppo con digiuno e preghiera di relazione seguito dall’agape, ovvero lo stare insieme condividere. Ma si può fare anche il ritiro singolo con la guida oppure in solitaria, ovviamente con adeguata preparazione. Prima di partire inviamo un questionario ai candidati per approfondire le motivazioni e gli obiettivi di chi partecipa e anche per capire meglio come calibrare il ritiro».

Pur con le continue interruzioni dovute alla situazione con cui tutto il mondo si sta trovando a fare i conti, il progetto AH-UM Pilgrim prosegue. Convivialità, escursionismo e cultura sono i temi fondamentali, l’obiettivo – tanto semplice quanto profondo – è quello di vivere insieme una bella esperienza e migliorare la vita delle persone dal punto di vista emotivo e spirituale. Un altro scopo non certo secondario è dare valore ai territori, creando sinergie e presentandosi come ospiti, non certo con l’approccio colonialista del turismo predatorio, ma cercando di dare più di ciò che si riceve.

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