10 Mar 2021

Il metodo Luckyleo: ridare corpo ai sogni, tra cani e favole

Scritto da: Simona Sirna

Teresa Albergo è una psicologa di Torino che ha creato il progetto LuckyLeo, rivolto ai bambini e alle loro famiglie. Questa iniziativa unisce la narrazione di storie con i benefici della pet therapy, attraverso la presenza del cane o di altri animali da compagnia durante la lettura ad alta voce dei racconti. Con il suo progetto, Teresa si impegna a promuovere non solo l’amore per la lettura, ma anche l’idea che le librerie possano essere luoghi familiari dove sentirsi accolti.

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Torino - Quando ero piccola mia madre mi chiedeva di raccontarle una favola prima di andare a dormire. Io le raccontavo quella di Cappuccetto Rosso. Ero io a ricordarne la storia, a interpretarla e immaginare il Lupo e Cappuccetto con la mantella rossa che percorreva il bosco e mia mamma ad ascoltare attentamente.

È questo ricordo che mi suscita la chiacchierata con Teresa Albergo, ideatrice del Metodo Luckyleo, che consiste nella lettura di un libro a un piccolo gruppo di bambini di fronte ai genitori, con la presenza di un cane e la conduzione di un educatore.

Teresa mi racconta come nasce questo metodo e quanto sia forte il suo legame con questo progetto. «Luckyleo nasce pochi mesi dopo la morte di mio padre. È un metodo in cui si fondono diversi strumenti: la lettura ad alta voce, che utilizzavo già come educatrice di nido, il travestimento, elementi di pedagogia della prima infanzia, elementi di Pet therapy». Teresa mi parla anche di quanto fosse unita a suo papà, che era un grande amante dei cani. Il legame tra Teresa, Lucky (il cane di Teresa a cui il progetto deve il nome) e suo padre si rispecchia anche in quelli che definisce i codici psicologici e pedagogici di Luckyleo, ovvero codici paterni.

 «La figura materna apre alla vita. Dal punto di vista psicologico è colei che ci accoglie, che getta le basi a livello emotivo. Il padre ha un’influenza che possiamo considerare “normativa”, etica e legata all’apertura verso l’ambiente sociale e naturale. Luckyleo è la continuazione del legame con mio padre e Lucky mi ha sicuramente accompagnata a superare la sua perdita».

Mentre conduco l’intervista mi chiedo perché avvalersi di un cane e non di un altro animale. Teresa mi spiega che il cane «è l’animale più prossimo a noi, tra tutte le specie, dal punto di vista sociale. Il cane è co-evoluto con l’essere umano fin dal passato e anche per questo il legame è molto stretto». Un legame che trascende il tempo e la storia e che fa sì che il nostro animale sia il facilitatore attraverso cui la magia di Luckyleo può avvenire.

Parlo di “magia” perché dalla narrazione di Teresa si comprende la forza e il potere trasformativo di questo metodo sugli attori coinvolti. Il cane diventa uno stimolo per avvicinare i bambini alla lettura, all’apprendimento, alla natura: attraverso il travestimento del pet (in alcuni casi ad esempio Lucky è stato travestito da Cappuccetto), l’animale entra in una storia conosciuta che prende vita sotto gli occhi dei bambini, di fronte ai genitori che ascoltano e partecipano. Il cane è un veicolo di interazione tra mondi: il mondo della fiaba, il mondo della natura, il mondo della famiglia dei bambini, il mondo della società – che è rappresentata dai bambini che interagiscono tra di loro – e ovviamente il mondo del gioco. Il gioco è possibile proprio attraverso la narrazione e la finzione.

Un aspetto importante di questa magia è la presenza dei genitori: questi spesso, dopo gli eventi organizzati da Teresa, si fermano a leggere delle storie ai figli: i bambini ascoltano le storie lette dai genitori, godono di un tempo e di uno spazio che i genitori riservano esclusivamente a loro, si crea un ambiente distensivo per tutti , il genitore beneficia di un tempo di benessere in cui può essere presente ma senza dover guidare il figlio. Partecipa anche lui e ritorna un po’ bambino.

Allo stesso tempo Luckyleo è un mezzo di apprendimento. «Noi proveniamo da una cultura orale, l’essere umano apprende attraverso le storie che gli sono raccontate ma spesso ce ne dimentichiamo perché siamo ormai una cultura digitale» dice Teresa.

Uno degli obiettivi di Teresa, in seguito anche alle richieste ricevute, è divulgare questo metodo a livello nazionale e di formare molti operatori al Metodo Luckyleo. Il 28 febbraio infatti, insieme all’unione Sportiva Acli Torino, Teresa ha condotto un Seminario propedeutico al Metodo Luckyleo. L’obiettivo è quello di formare dei nuovi operatori in tutta Italia.

È stata un’iniziativa aperta a tutti (specialisti del settore educativo e non) e le tematiche affrontate sono state molte: promozione della salute, ambiti legati al rapporto tra animale ed essere umano, tra ambiente naturale e ambiente sociale con al centro la tecnica della lettura ad alta voce. Si tratta di un metodo utile non solo per i bambini ma anche per patologie a livello neurologico e per le persone post-trauma cranico.

Così la magia di Luckyleo, la stessa che in qualche modo legava me, mia mamma e la storia di una delle fiabe più conosciute al mondo, potrà essere riproposta mille altre volte con altri bambini e con altre storie e stavolta il Lupo avrà il volto di un animale in carne e ossa.

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