12 Apr 2021

La sfida di EBC: tutela per i corrieri e riduzione dell’impatto ambientale

Scritto da: Valentina D'Amora

Giovani, sostenibili, digitali. Queste le caratteristiche di EBC, l’azienda di corrieri ecologici di Genova: consegne green che viaggiano sulle due ruote o all’interno di un furgone a emissioni zero. Il vero carburante del progetto è nelle loro gambe e in una visione del lavoro più etica e umanamente sostenibile.

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Genova - Si fanno chiamare “corrieri urbani indipendenti” e le loro attività di logistica sono verdi e più silenziose. #facciamomenorumore è il loro hashtag. Nata da un progetto di sostenibilità cittadina sognato da Ivan e Giorgia nel 2011, l’idea si trasforma in realtà con il nome di EcoBike Courier – Corrieri in bicicletta, la prima compagnia genovese di bike messengers

Passano gli anni, il progetto si evolve e nel 2020 EcoBike Courier diventa EBC Green Logistics, la prima azienda di logistica sostenibile genovese, con una flotta di furgoni elettrici, oltre alle e-bike e alle cargo. L’obiettivo? Proporre una mobilità commerciale diversa: sostenibile, efficiente e soprattutto etica

«È partito tutto da Ivan, che dieci anni fa covava una profonda insofferenza lavorativa», rivela Giorgia, responsabile marketing&comunicazione e cuore di EBC. «In seguito a una serie di esperienze, si è avvicinato al settore del delivery con l’idea di rivoluzionarlo. Dopo aver conosciuto i ragazzi di UBM a Milano, i primi in Italia a essere riusciti ad attuare un’idea del genere, è cresciuta la voglia di realizzare il progetto anche qui, nonostante i “saliscendi”. Non so se Ivan sia un ottimista o un folle, ma trovo sia sempre una questione di prospettiva. D’altronde è lui stesso a descrivere Genova come una “città di discese”, anziché di salite».

EBC Rider ridimensionato

Così, con un’unica bici all’attivo, nel 2011 è stata fondata l’azienda, gestita inizialmente solo da Ivan, che ha attirato da subito diverse realtà anche grandi del territorio, tutte accomunate da un approccio più aperto e sostenibile. «Due anni dopo è stato aggiunto l’ufficio organizzativo e nel 2014 sono arrivati anche i mezzi elettrici. E siamo molto orgogliosi di dire che il nostro furgone è stato il primo veicolo commerciale elettrico immatricolato a Genova».

In questi primi dieci anni di attività si sono sviluppate diverse connessioni importanti – tra cui quella con ERG, che li sponsorizza – e si è formata la squadra, che abbraccia pienamente la filosofia green. Tutti i ragazzi assunti stanno, di fatto, crescendo insieme all’azienda; infatti hanno tra i 25 e i 35 anni, età più alta della media dei corrieri “tradizionali” e lo scorso anno, in pieno lockdown, è stata sottoscritta un’assicurazione aggiuntiva proprio per tutelarli, durante il particolare momento che abbiamo attraversato.

«Secondo noi il lavoro deve essere non solo funzionale alla qualità della vita, ma soprattutto utile a vivere meglio ed è essenziale che ci faccia sentire soddisfatti e coerenti. Ogni volta che non vogliamo sostenere il costo del servizio di consegna a casa, quella consegna la sta pagando qualcun altro, di solito proprio chi la compie materialmente, quindi riflettiamoci. Siamo sicuri che questa nostra filosofia cambierà qualcosa, infatti Genova si sta riempiendo di biciclette». La speranza è che l’approccio si diffonda anche dal punto di vista contrattualistico.

Rider ridmensionato

Progetti futuri? «Noi viviamo di progetti futuri [sorride, ndr]! Vogliamo riuscire a lavorare in connessione con altre piccole aziende che operano nel settore della logistica, per questo stiamo sviluppando una serie di collaborazioni per metterci in rete con realtà simili alla nostra in altre città d’Italia. In più, adesso è in arrivo la nostra quarta macchina e stiamo cercando spazi nuovi. Il nostro obiettivo è proprio quello di ribaltare le logiche tradizionali, infatti recentemente abbiamo iniziato a consegnare anche nei supermercati».

Così, da un semplice servizio di movimentazione buste su due ruote, EBC s’è evoluto e sta riuscendo a infrangere le regole sia del mercato che del delivery. Ottimismo o follia? Noi optiamo per la prima.

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