6 Mag 2021

Cose che dovreste sapere (e nessuno vi dice) sul trasferirsi in campagna

Scritto da: Roberto Battista

Da qualche anno Roberto Battista, storico collaboratore di Italia Che Cambia, ha cambiato vita trasferendosi in un piccolo borgo umbro dove ha lanciato diversi progetti di rivitalizzazione del territorio. In questo articolo racconta la sua esperienza e fornisce alcune utili indicazioni per chi vuole seguire il suo esempio.

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Molti accarezzano l’idea di lasciare la città alla ricerca di uno stile di vita più sano e soddisfacente. La crisi del covid ha probabilmente incoraggiato più persone a considerare il potenziale di questo cambiamento, oltre ad aprire nuove opportunità, in particolare legate al lavoro a distanza.

Il Green New Deal della Comunità Europea non è perfetto, ma punta in una direzione promettente e include considerevoli finanziamenti in campi come energie rinnovabili, economia circolare, agricoltura biologica, filiere corte, green architecure e tant’altro. Da qui al 2030, anche per soddisfare i requisiti dei Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite, ci saranno opportunità che potrebbero rendere attuabili i vostri bei progetti. L’accesso ai finanziamenti non è semplice, ma se non ci provate voi ci sarà qualcun altro, magari più esperto ma con progetti meno validi, che si accaparrerà i fondi.

Nel 2014 mi sono trasferito da una grande città di un’altra nazione a un piccolo paese dell’appennino umbro. Vorrei condividere alcuni elementi che ho imparato, in particolare per quanto riguarda il rapporto con le amministrazioni pubbliche; credo possano essere informazioni utili ad altri che, come me, vogliono mettere in atto questo cambiamento.

trasferirsi in campagna 1

Nei primi due anni ero furioso e continuamente in lotta con l’amministrazione locale per quello che percepivo come immobilismo, inefficienza, ostracismo e mancanza di immaginazione. Gradualmente ho iniziato a comprendere le dinamiche locali e a partecipare alla vita della comunità; in particolare, in seguito al terremoto del 2016, il mio coinvolgimento è cresciuto soprattutto attraverso attività con i bambini e i giovani, cosa che è sfociata nella mia elezione come consigliere comunale nel 2019.

A due anni di distanza, questa esperienza di amministratore mi ha aiutato a comprendere le ragioni di molte cose che mi apparivano (e sono) completamente illogiche e svilenti: conoscerle è essenziale per aumentare le possibilità di successo e diminuire gli elementi di frustrazione che, come ho visto spesso accadere, portano molti ad arrendersi e rinunciare.

Teniamo a mente che quando ci trasferiamo in una comunità il più delle volte siamo ignoranti: è quindi necessario “fare i compiti a casa” per cercare di comprendere il più possibile la realtà nella quale ci vogliamo inserire. Sembra ovvio, ma ho visto molti paracadutarsi in situazioni nelle quali si trovavano come alieni, e come tali venivano percepiti e trattati. Occorrono umiltà e apertura mentale. Spesso sarete visti come intrusi, come ospiti che cominciano a puzzare dopo poco o come polli da spennare, a meno che non siate degli imprenditori che creano posti di lavoro fissi e stipendiati. Conoscere in anticipo questi elementi è utile per poterli affrontare al meglio.

L’amministrazione dei piccoli comuni

Sindaci, assessori e consiglieri dei piccoli comuni sono raramente dei professionisti dell’amministrazione; più spesso si tratta di imprenditori locali o membri delle “famiglie importanti” del paese. In alcuni casi sono persone oneste, capaci e motivate che prestano la loro opera (gratuita o appena simbolicamente retribuita) per il bene del paese; in altri casi, vi lascio immaginare. I dipendenti comunali spesso sono persone che hanno ripiegato su quel genere di lavoro per il semplice motivo che non avevano capacità o iniziativa per fare altro. Vi vedranno dunque come degli importuni che li costringono a pensare e lavorare, disturbando la loro pacifica attesa dell’età del pensionamento. Ovviamente ci sono molte eccezioni e potrete aver la fortuna di trovare persone competenti ed entusiaste, felici di aiutarvi.

Dopo aver individuato il Comune nel quale pensate di trasferirvi occorre fare una ricerca e osservare lo stato del territorio, i servizi, i piani di sviluppo (sono pubblici e consultabili), i progetti svolti nell’area e l’attenzione accordata in passato ad altre realtà del tipo di cui vi interessate, la gestione del paesaggio e delle risorse e così via. Non esitate ad andare in Comune a chiedere informazioni, le norme sulla trasparenza sono chiare, tutto l’operato delle piccole amministrazioni è a disposizione del pubblico. Non dimenticate di esaminare anche i piani di sviluppo regionali, visto che questi possono condizionare profondamente la fattibilità di progetti nei Comuni. Sui siti ufficiali delle regioni questi sono consultabili sotto la voce PSR.

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Le risorse dei piccoli comuni

I piccoli Comuni hanno risorse limitatissime, a malapena sufficienti per affrontare le spese correnti di manutenzione e gestione. Per sopravvivere sono alla perenne ricerca di finanziamenti. Molti provengono da fondi europei, oltre che da sovvenzioni da parte di fondazioni, banche, sezioni speciali del governo, progetti di sviluppo e cooperazione e molti altri. Le procedure per ottenere questi finanziamenti sono complesse e richiedono abilità specifiche, che spesso i piccoli enti locali non hanno. Se tra le vostre capacità c’è quella di sviluppare progetti coerenti e professionali, esiste l’opportunità di collaborare con il Comune e, al tempo stesso, ottenere fondi ai quali come individui o piccole imprese non potreste accedere.

Vale la pena di considerare in anticipo la disponibilità dell’amministrazione comunale a collaborare con voi, spesso può tornare utile ad entrambe le parti e facilitare sia il vostro progetto che l’essere accolti positivamente nella comunità. Nei prossimi dieci anni sono previsti ingenti finanziamenti per tutto ciò che ha a che fare con ambiente, ecologia e modelli di economia alternativa, quindi è doveroso cercare di far confluire questi finanziamenti nella giusta direzione.

Passaggi di proprietà, eredi all’estero, niente successioni, proprietari deceduti

I costi di terreni ed edifici nelle aree interne sono al minimo storico e mai prima d’ora era stato possibile anche per persone con limitate disponibilità economiche comprare delle proprietà di valore. Quando acquistate ci sono molte cose alle quali prestare attenzione, che spesso i venditori non dicono. Lo spopolamento delle aree interne ebbe un momento di grande accelerazione negli anni ’60. Molti abbandonarono i paesi e le campagne, spesso per altre nazioni. Nella maggior parte dei casi, al decesso degli emigranti non furono fatti atti di successione.

Le norme che regolano le responsabilità dei notai sono oggi chiare e stringenti, ma così non era in passato; ne risulta che spesso non sono state completate tutte le documentazioni richieste, cosa che capita di scoprire dopo aver acquistato. Questo può comportare spese notevoli per l’acquirente, tempi lunghissimi o riservare spiacevoli sorprese di impedimenti insormontabili. Quando acquistate una proprietà esigete dal notaio incaricato di fare una ricerca storica e regolarizzare tutte le successioni, eredità, abusi, accordi verbali tra parti mai ufficializzati. Anche nel caso di un’amministrazione locale volonterosa e ben disposta nei vostri confronti, ci sono pratiche difficili, lunghe e costose da evadere.

Un esempio: di fronte a casa mia ci sono le rovine di un antico edificio circondato da un pezzo di terreno che si interseca col mio, abbandonato da più di cinquant’anni. Ho fatto una ricerca per rintracciarne i proprietari, scoprendo che sono ben 52, dei quali uno in paese, 9 deceduti e gli altri 42 dispersi in tre continenti; la maggior parte di loro non è mai stata in Italia e non si è curata di regolarizzare la loro posizione di eredi. Il valore della proprietà è quasi nullo ma le pratiche per rendere possibile la vendita ammontano a svariate migliaia di euro. In casi come questo può capitare di trovare persone che, una volta scoperto di possedere qualcosa in Italia, esigono cifre esorbitanti o che non riescono ad accordarsi tra eredi, il che potrebbe impedirvi di sviluppare il vostro progetto. Una volta ottenuta dal notaio la documentazione completa portatela per una verifica all’ufficio tecnico del Comune e fate le domande necessarie per essere certi che tutto sia in regola e nulla possa ostacolare il vostro progetto. Non dimenticate di protocollare ogni richiesta e conservarne una copia.

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Norme contraddittorie

Le normative con le quali si devono fare i conti, qualsiasi sia il vostro progetto, sono molte e purtroppo a volte contraddittorie. Non è raro che una legge dello Stato sia in conflitto con una normativa della Regione o un regolamento comunale. È un problema che va risolto facendo ricerche approfondite prima di lanciarsi in un nuovo progetto. Regolamento comunale dell’urbanistica e della paesaggistica, norme di conservazione ambientale, aree protette, aree SIC, parchi, ingerenza della Soprintendenza alle Belle Arti, Corpo dei Carabinieri della Forestale sono alcuni tra i tanti interlocutori e regolamenti che dovete considerare. Ne basta uno per mettervi inesorabilmente i bastoni tra le ruote, quindi il lavoro preliminare di verifica di tutti gli elementi è essenziale.

Tempi lunghi

I tempi necessari anche per le più semplici procedure sono quasi sempre esasperanti. Anche con la buona volontà dell’amministrazione comunale, a volte le attese per i permessi sono eterne. Un altro esempio: un imprenditore nel nostro comune voleva costruire sul terreno del suo agriturismo una casa sull’albero. Il Comune non aveva una normativa al riguardo. Sono occorsi tre anni e mezzo perché si potesse giustificare la legittimità del progetto, modificando i piani urbanistici dopo aver ottenuto il benestare di tutte le parti interessate. Questo è un esempio di casistica che si presenta quasi immancabilmente quando si vuole perseguire una strada nuova. Saperlo in anticipo aiuta a pianificare e fare scelte attuabili ed è utile tenere a mente che gli ostacoli il più delle volte sfuggono a qualsiasi logica e buon senso.

La digitalizzazione di là da venire

Molti dei piccoli Comuni funzionano in modo poco differente rispetto a 150 anni fa. La documentazione è il più delle volte cartacea (non stupitevi se vi chiederanno di mandare informazioni via fax) e giace in cataste di faldoni negli uffici municipali. L’indicizzazione è spesso nella mente di un impiegato che sta per andare in pensione, dopo di che la speranza di poter rintracciare qualsiasi tipo di documento diventa molto labile. Questo problema richiederà tempi lunghissimi per essere risolto e nel frattempo quel documento indispensabile al vostro progetto potrebbe essere sepolto chissà dove. Nel nostro Comune abbiamo ora un capace architetto che da più di un anno sta laboriosamente ed eroicamente digitalizzando e indicizzando la documentazione (catasto, passaggi di proprietà, successioni, contratti…) degli ultimi decenni. Tenete presente anche questo come potenziale ostacolo.

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Impoverimento culturale

Poco dopo essermi trasferito ho incontrato un antropologo originario di queste zone che mi ha detto una cosa che sul momento ho sottovalutato: “Non solo l’emigrazione ha ridotto il numero di abitanti delle aree interne e lasciato una popolazione in gran parte anziana, ma quelle che sono rimaste sono anche le persone con meno capacità, iniziativa, cultura, ambizione, creatività. Questo genera un ambiente sterile, conservatore, intellettualmente povero e nemmeno cosciente dei valori tradizionali del territorio, oltre che privo della capacità di trarre da questi valori qualcosa di utile e vivo nella realtà contemporanea”.

Sul momento quella descrizione mi è parsa l’esagerazione amareggiata di una persona colta che aveva visto il suo territorio d’origine impoverirsi e spopolarsi. Nel tempo ho compreso appieno il significato di quelle parole, verificandolo nella pratica quotidiana. Non fatevi scoraggiare dalle reazioni della gente, non aspettatevi che possano comprendere i vostri progetti, le prospettive a lungo termine, i valori di ambiente, storia e cultura. Il più delle volte vi prenderanno per degli eccentrici e guarderanno ai vostri sforzi, se va bene, con la condiscedenza che si accorda ai bambini. Per far breccia e ottenere supporto dovete mostrare dei risultati concreti, tangibili e comprensibili. C’è una china ripida da risalire prima di raggiungere un punto in cui la strada si spiana. Saperlo evita frustrazioni e malintesi.

Non si preoccupi

Quando vi dicono “non si preoccupi, non ci sono problemi” è il momento di cominciare a preoccuparsi seriamente! Accertatevi sempre di avere copie firmate, datate, timbrate e protocollate di qualsiasi minima richiesta, comunicazione, decisione.

Queste che vi ho dato sono solo alcuni suggerimenti. Ci sarebbe molto di più da dire, ma la sostanza è che trasferirsi in qualche luogo bello e remoto può portare grandi vantaggi e dare enormi soddisfazioni, migliorando profondamente la qualità della vita. Oggi può essere il momento giusto per farlo, ma bisogna essere realisti e pragmatici e saper non solo vedere la bellezza del nostro sogno, ma anche capire come questo si può inserire nel contesto più ampio della società e del luogo che ci pare adatto a realizzarlo.

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