29 Giu 2021

Casermette Social Park: la rigenerazione di un’area abbandonata in parco per la socialità

Scritto da: Lorena Di Maria

Un progetto di rigenerazione urbana e ambientale vuole far rivivere un’area abbandonata, trasformandola da deposito militare a parco aperto per i suoi abitanti: Casermette Social Park, a Rivalta di Torino, ospiterà scuole, artisti e cittadini che qui potranno prendersi cura di un pezzo della loro città.

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Torino - Ci troviamo in un contesto periurbano, in un’area abbandonata da tempo e occupata da depositi militari di artiglieria e al confine con altri insediamenti industriali. Proprio qui sorge l’ex zona Casermette, un vuoto urbano di 26.000 metri quadri dove l’abbandono nel tempo ha dato via libera allo sviluppo della vegetazione e a un senso di isolamento che chi vive qui conosce bene. Ma da qualche tempo in questo luogo sta avvenendo un cambiamento.

Situata fuori dal centro di Rivalta, Comune della provincia di Torino, quest’area sta per trasformarsi in uno spazio dove arte, cultura e inclusione vanno a rompere quel silenzio cristallizzato di anni, per ripensarla in un’ottica rigenerativa: Casermette Social Park è infatti uno degli otto progetti vincitori del bando Restauro Ambientale Sostenibile promosso da Fondazione Compagnia di San Paolo e verrà avviato nei prossimi mesi allo scopo di realizzare un parco di circa 2.500 metri quadri con spazi per la condivisione e l’incontro che contribuiscano alla sensibilizzazione della cittadinanza verso le questioni ambientali.

Casermette2

Il progetto è il primo tassello di un più ampio programma di riqualificazione ambientale che il Comune di Rivalta sta portando avanti nell’area degli ex depositi militari di artiglieria, per un totale di 106 mila metri quadri. In questo modo da un lato si intende avviare il recupero ambientale di quest’area e dall’altro ricostruire un senso di identità tra le aree urbanizzate.

Per sottolineare l’impatto positivo che l’arte avrà su questo luogo, il progetto ha visto la realizzazione di una prima opera di Giacomo Bufarini, in arte RUN, strett artist conosciuto a livello nazionale e internazionale. L’opera, dal nome “Inside, out, upside, down”, è stata realizzata con rulli e vernici ecologiche in corrispondenza della torretta di ingresso del parco e illustra quattro elementi tra loro interconnessi e legati all’ambiente e della sua interazione con l’uomo, ovvero una delle tematiche centrali nella rigenerazione di Casermette Social Park: biodiversità, morfologia del territorio, esseri umani che compiono azioni e libri che descrivono il sapere e la cultura creando la connessione tra uomo e natura.

Ma l’intervento di RUN è solo il primo degli eventi artistici che si susseguiranno nei prossimi mesi. Verrà trasformata la cosiddetta “Casa del Maresciallo” attraverso la realizzazione di residenze d’artista in collaborazione con l’Accademia Albertina di Torino. Verranno poi attivati workshop per i ragazzi delle scuole per una riqualificazione estetica delle mura che circondano l’area. La rassegna artistica si concluderà alla fine del progetto di riqualificazione urbana e ambientale con l’intervento di Bepart, organizzazione che si occupa di riempire gli spazi di arte, design, video, suoni e parole, tramite la realtà aumentata. Attraverso processi partecipativi e di formazione, Bepart produce e installa opere digitali nello spazio fruibili da tutti gratuitamente attraverso un’applicazione per smart device e appositi visori.

Casermette3

Tutto il processo di riqualificazione urbana di Casermette Social Park è pensato per coinvolgere gli attori che lo vivono e per questo motivo ne fanno parte soggetti proponenti di diverse realtà del territorio, come la Fondazione Fitzcarraldo, le cui attività spaziano dalla valutazione degli impatti economici sociali e culturali sui territori al monitoraggio degli investimenti in cultura; la Cooperativa Atypica a.r.l., che gestisce progetti educativi rivolti a minori dalla prima infanzia all’adolescenza promuovendo attività di tipo artistico/espressivo, di educazione ambientale e di animazione teatrale; il Museo di Arte Urbana di Torino , che ha come scopo dare vita a un insediamento artistico permanente all’aperto collocato all’interno di un centro metropolitano; l’associazione culturale Landscapefor, impegnata a produrre servizi per valorizzare e sostenere i progetti e attività di interesse socioculturale che utilizzano il paesaggio come ingrediente fondamentale.

Così quest’area, che rappresenta oggi l’unico polmone verde pubblico posto tra i due quartieri, diventerà un grande parco sociale che riconnetterà zone della città tra loro separate e, tra arte e cultura, favorirà la responsabilizzazione dei cittadini rispetto al patrimonio naturale dei loro territori.

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