27 Lug 2021

Community School: Il territorio si unisce per contrastare la povertà educativa

Nel biellese è nato un progetto che sta coinvolgendo quarantasette realtà sul territorio per creare insieme una comunità educante capace di contrastare le condizioni di povertà educativa nei minori. Si chiama Community School e vuole offrire un mosaico di conoscenze a disposizione di bambini e ragazzi partendo da una semplice domanda: “Chi sarò tra dieci anni?".

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Biella - Creare una comunità educante che si attiva attraverso l’adozione di un patto educativo per alleggerire i problemi di un territorio disgregato: Community School è un progetto selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile che ha sviluppato nel tempo una rete di 47 soggetti, uniti per il futuro dei più piccoli.

Il progetto nasce con lo scopo di sviluppare una strategia socio-educativa unitaria che risponda con azioni concrete alle trasformazioni sul piano sociale, economico e produttivo avvenute nel Biellese. L’iniziativa ha preso forma a partire dalla scarsa consapevolezza di un necessario cambiamento nella traiettoria scuola/lavoro/società, che rende attualmente evidenti le condizioni di povertà educativa sul territorio, richiedendo un aggiornamento delle metodologie fino ad ora adottate. Così i promotori hanno creato nel tempo un mosaico di conoscenze a disposizione di bambini e ragazzi del biellese tra i 5 e i 14 anni, dalle soglie della scuola primaria al momento della scelta della scuola superiore.

Community School1
Foto di CDC tratta da Unsplash

Con capofila la cooperativa Sociale Tantintenti, Community School prevede l’adozione di un patto educativo e garantirà una pianificazione di medio-lungo termine per vuole rispondere alla domanda: «Chi sarò tra dieci anni?». In questo modo stimolerà la comunità educante – che lo sottoscriverà e lo riconoscerà – ad applicarlo in modo capillare e con efficacia nei diversi territori.

Il metodo è rivolto ai soggetti più diversificati: a chi ascolta le esigenze delle persone, in particolare dei minori (figure educative formali e informali, insegnanti, operatori della relazione e dell’aiuto, genitori, adulti); a chi fornisce risposte ai bisogni dei bambini e delle famiglie (enti locali, servizi sanitari e sociali, agenzie educative formali e informali); a chi ha responsabilità educative, pedagogiche e promuove azioni di inclusione. In sintesi, il metodo intende stimolare una trasformazione attraverso lo “sguardo” sulle persone, accompagnare e condividere esperienze che possano essere di esempio e quindi replicabili, prendere coscienza delle “resistenze” e trasformarle attraverso la relazione, riconoscendo quindi i talenti e valorizzando la creatività.

Community School3
Foto di CDC tratta da Unsplash

Perché proprio nel biellese? Perché le trasformazioni subite sul territorio sul piano sociale, economico e produttivo hanno portato ad avere oggi una situazione considerata di povertà educativa. Fino a trent’anni fa le imprese del territorio e l’indotto generato offrivano posti di lavoro alla totalità della popolazione e molti bambini e ragazzi non andavano oltre il percorso educativo formativo obbligatorio. Al 2017, anno in cui è stato presentato il progetto, il quadro è completamente cambiato e in parallelo non è stata predisposta una strategia educativa e occupazionale per dare continuità territoriale.

Alcuni esempi? Il biellese appare come un territorio disgregato (79 comuni e 3 Unioni Montane), abbandonato dalle nuove generazioni (calo nascite -1.351 e invecchiamento della popolazione 13,9% di età compresa tra 0 – 17 anni; contro i 28,4% di età superiore ai 65 anni), ha registrato un calo dell’occupazione superiore alla media nazionale (+ 10%), di cui il 38% riguarda la fascia di età 15 – 39, a conferma della perdita di connessione tra ambito educativo – formativo e tessuto produttivo, con forti ricadute in ambito sociale. Conta 178.551 abitanti, 13.025 di età compresa tra i 5 e i 14 anni. Si registra un aumento della popolazione straniera residente (9.910 di cui 6.457 nel biellese occidentale), di cui il 26% di età compresa tra i 5 e i 14 anni, con predominanza nel biellese occidentale, iscritti ai diversi plessi scolastici. Nelle aree montane del biellese occidentale nel 2017 sono stati registrati 745 interventi di servizi sociali, rivolti alla fascia 5 – 14 anni (266 nuclei famigliari e 320 persone), di cui 177 in Valle Elvo (23,75% dell’area occidentale) e 116 in Valle Cervo (15,57% dell’area occidentale), in aumento rispetto al 2015.

Community School
Foto di Taylor Wilcox tratta da Unsplash

Saranno nove le azioni che comporranno il sistema di interventi del progetto “Community School: per una connessione generativa”. Due di queste hanno come obiettivo la creazione di uno strumento permanente, complementare a quanto già presente e adottato sul territorio biellese, che agisca come una “cassetta degli attrezzi” per affrontare problemi complessi rispetto agli obiettivi di medio e lungo termine.

Il primo passo ha visto lo svolgimento di cinque incontri in cui è stato coinvolto un gruppo ristretto di partner. Ad esempio, nel mese di marzo ha preso il via l’Academy della comunità educante Community School, un’attività formativa che si rivolge a educatori e insegnanti del territorio biellese per portare in evidenza le esperienze nate nel tracciato del percorso Community School. Con questo progetto gli attori coinvolti hanno lavorato a un “metodo” che possa essere riconosciuto, diffuso, praticato, rielaborato, in un circolo virtuoso, volto a un miglioramento continuo attraverso un intervento pedagogico, orientato alla rimozione e mitigazione delle cause di povertà educativa minorile del territorio.

Articolo tratto da: Journal Cittadellarte

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