26 Ott 2021

In Piemonte c’è una “foresta condivisa” di cui tutti possono prendersi cura

Scritto da: Lorena Di Maria

Quello della "Foresta condivisa del Po piemontese" è un percorso che coinvolge soggetti pubblici, privati, associazioni e cittadini, che insieme stanno collaborando per la riqualificazione di centinaia di ettari di terreno e la piantumazione di migliaia di alberi per proteggere questo prezioso bene comune.

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In Piemonte c’è un parco che è un bene di tutti: si chiama Parco naturale del Po piemontese ed è un sistema di fiumi, boschi, pianure e aree naturalistiche che si estendono per oltre 200 chilometri, fino ai confini con la Lombardia. Un’ampia area che negli ultimi trent’anni è diventata protagonista di un altrettanto ampio percorso di riqualificazione ambientale per proteggerne la biodiversità e i tesori che custodisce.

Questo parco si estende all’interno della regione, lungo il percorso del fiume Po: negli anni passati le singole aree di particolare valore ambientale e paesaggistico, minacciate da possibili espansioni edilizie, erano gestite da tre differenti enti parco e tutelate mediante un sistema di riserve naturali, aree attrezzate e zone di salvaguardia. Recentemente, con la Legge Regionale (n. 11 del 27 marzo 2019) si è stabilito che tutte le aree protette presenti lungo l’asta fluviale del fiume costituissero un’unica area protetta: il Parco naturale del Po piemontese.

Parco del Po

Fra le iniziative che in quest’area sono state realizzate ce n’è una particolarmente virtuosa: si chiama “Foresta condivisa del Po piemontese” ed è un progetto ancora in divenire che si sta occupando di attuare un percorso di rigenerazione che possa coinvolgere sempre più persone. Per questo viene considerata “condivisa”: perché c’è bisogno dell’aiuto di tutti. Chiunque infatti può diventare partner della realizzazione, ognuno con le proprie competenze e sensibilità, dalle istituzioni al cittadino, dalle aziende agricole alle associazioni, dagli operatori economici ai professionisti.

In questo modo il supporto del territorio e delle persone che lo compongono diventa fondamentale. Ma non è tutto: il parco vuole anche diventare una “foresta di vicinato” che, lungo la fascia del fiume Po, può essere raggiunta dai residenti che vivono nei centri attigui con mezzi lenti, in modo da non intaccarla e contaminarla.  

Tutto ciò è stato possibile grazie all’impegno degli Enti di gestione delle Aree protette del Po vercellese-alessandrino e delle Aree protette del Po torinese che in questi anni sono riusciti a mettere a dimora di migliaia di alberi e arbusti locali, oltre che a riqualificare centinaia di ettari di terreno, in gran parte pubblici.

Parco Po2

Come si legge sul sito del progetto, “ciascuno può diventare partner di questa iniziativa, ognuno per le proprie competenze e sensibilità. Naturalmente le Istituzioni rivestono un ruolo strategico di supporto: la Regione, le Province, la Città Metropolitana e i Comuni sono il tramite nella comunicazione ai cittadini e inoltre possono mettere a disposizione terreni, così come i privati”.

L’obiettivo è arrivare a piantare un albero per ogni abitante dei Comuni interessati dalle aree protette del Po piemontese entro i prossimi dieci anni, andando così a costruire la “foresta di vicinato” di quasi 200 chilometri, raggiungibile dai cittadini dei vari centri abitati disposti lungo la fascia fluviale con mezzi di trasporto sostenibili.

“I singoli cittadini e le associazioni possono essere ingaggiati come volontari per la messa a dimora delle piante o per la custodia delle aree, mentre le aziende agricole possono contribuire destinando alcuni terreni alla riforestazione, all’arboricoltura da legno e alla formazione di praterie, oppure creando siepi e filari, usufruendo dei finanziamenti messi a disposizione dal Piano di Sviluppo Rurale”.

Parco del Po2

Il processo di riqualificazione del territorio in questi anni è stato inoltre pensato per essere affiancato da un piano di comunicazione che sia finalizzato a sensibilizzare le associazioni, le scuole e i singoli cittadini per coinvolgerli nella realizzazione e per favorire il reperimento di sponsor pubblici e privati.

Nella creazione di questo lungo corridoio verso il Po, l’impegno collettivo è quello di garantire dei veri e propri servizi ecosistemici, definiti come “molteplici benefici forniti dagli ecosistemi al genere umano”: tra questi c’è l’obiettivo di migliorare la qualità dell’aria, garantire una maggior stabilità idrogeologica dei terreni, favorire la biodiversità, la produzione legnosa sostenibile e la fitodepurazione delle acque.

Tutto ciò potrà garantire non solo l’aumento della qualità ambientale e paesaggistica, ma anche un maggior benessere psico-fisico delle persone e uno sviluppo socio-economico reale, resi possibili da un progetto che nel tempo è diventato partecipato e collettivo per la tutela di un bene di tutti.

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