19 Nov 2021

Bellavista: come si vive oggi in un quartiere simbolo dell’architettura olivettiana?

Scritto da: Lorena Di Maria

Il quartiere Bellavista di Ivrea è stato costruito negli anni Cinquanta per accogliere le famiglie degli operai della Olivetti. A oggi è una realtà immersa tra passato e futuro, tra storia e innovazione, che offre spunti interessanti sulla necessità di valorizzare il patrimonio architettonico urbano e le esigenze quotidiane della sua comunità di abitanti. Per questo motivo a Torino l’Associazione Archivio Storico Olivetti e Urban Lab hanno curato una mostra per documentare l’abitare oggi in un contesto di alto valore architettonico.

Salva nei preferiti

Torino - Come si vive oggi in un quartiere simbolo dell’architettura olivettiana? Da qualche anno la città di Ivrea è stata ufficialmente iscritta dall’Unesco nella lista dei Patrimoni Mondiali dell’umanità: questo insediamento industriale è oggi il risultato di quell’avanguardia voluta da Adriano Olivetti che, tra gli anni Trenta e gli anni Sessanta del secolo scorso, realizzò intorno alla fabbrica un modello d’impresa unico e innovativo.

Non solo eccellenze internazionali nell’ambito della ricerca e della produzione di prodotti tecnologici: Olivetti ha saputo realizzare un’utopia, il sogno tradotto in realtà di un sistema visionario, dove lavoro e cultura diventano i caposaldi di una concezione umanistica capace di intrecciare il sistema sociale e quello produttivo a partire dal concetto di comunità e che metteva davanti il benessere delle persone, il welfare, la pianificazione urbanistica e la forte attenzione al territorio.

Bellavista

Il quartiere Bellavista, tra passato, presente e futuro

Quello del modello di Olivetti è un esempio che ancora oggi ci ispira, grazie alla sua capacità di aver innovato in profondità l’idea stessa della fabbrica. Per rendere ancora oggi quest’esperienza attuale e condivisa, l’Associazione Archivio Storico Olivetti e Urban Lab hanno realizzato una mostra che documenta piani, progetti e vita di uno dei principali insediamenti residenziali realizzati dalla Olivetti tra la fine degli anni ’50 e gli anni ’70: il quartiere Bellavista.

Il quartiere, realizzato su progetto di Luigi Piccinato e Vittorio Girardi tra il 1957 e il 1975 nella zona sud-occidentale di Ivrea, accoglieva le famiglie degli operai della Olivetti e rappresenta infatti un caso-studio interessante per osservare le questioni e le opportunità che emergono dal confronto tra le necessità di conservazione e valorizzazione del patrimonio architettonico e urbano e le esigenze quotidiane di una comunità di abitanti ormai diversa da quella per la quale il quartiere è stato progettato.

Bellavista5 1
Foto di archivio tratta da Associazione Archivio Storico Olivetti

La mostra all’Urban Lab di Torino

La mostra Abitare a Bellavista ha luogo presso l’Urban Lab di Torino ed è curata dall’Associazione Archivio Storico Olivetti che documenta l’abitare oggi in un contesto di alto valore architettonico e urbano come quello del quartiere Bellavista a Ivrea, tra i principali esiti delle politiche sociali e urbanistiche promosse dalla Olivetti nel secondo dopoguerra.

Si tratta di un viaggio tra le storie degli abitanti che qui vivevano, i caratteri urbanistici e architettonici dell’abitazione e il rapporto tra le persone e il quartiere: un’occasione per mettere in luce buone pratiche, opportunità e questioni aperte, per portare all’attenzione del pubblico le sfide e le possibili soluzioni che la conservazione di un prezioso patrimonio costruito pone alla vita delle città contemporanee.

L’inaugurazione è avvenuta ieri, venerdì 18 novembre, e si è avvalsa del contributo di Fondazione CRT e del patrocinio della Città di Ivrea, in collaborazione con Bellavista Viva e nell’ambito di Contemporary Art Torino+Piemonte. Al suo interno si possono trovare già da oggi le fotografie di Paolo Mazzo, i disegni d’archivio e le interviste agli abitanti di Bellavista che raccontano la vita nel quartiere.

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Arte e ricerca al femminile: a Cagliari un stanza tutta per loro, artiste del nostro tempo
Arte e ricerca al femminile: a Cagliari un stanza tutta per loro, artiste del nostro tempo

Spazi personali e collettivi: la cultura del gesto in Sardegna
Spazi personali e collettivi: la cultura del gesto in Sardegna

Jorge Eielson, l’artista peruviano che ha scelto Bari Sardo come dimora per l’eternità
Jorge Eielson, l’artista peruviano che ha scelto Bari Sardo come dimora per l’eternità

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

La Grecia vieterà la pesca a strascico, primo paese in Europa – #920

|

L’assalto eolico è ingiustizia climatica: le conseguenze sul patrimonio culturale sardo

|

Franco D’Eusanio e i vini di Chiusa Grande: “È un equilibrio naturale, noi non interveniamo”

|

L’arte collettiva del sognare: il social dreaming arriva in Liguria

|

Quanto inquinano gli aerei? Ecco cosa dicono i dati e le leggi

|

No border books, un kit di benvenuto per i piccoli migranti che approdano a Lampedusa

|

Intelligenza artificiale in azienda: ci sostituirà o ci renderà il lavoro più facile?

|

HandiCREA e il sogno di Graziella Anesi di un turismo accessibile e inclusivo

string(8) "piemonte"