26 Nov 2021

RePoPP: la lotta allo spreco alimentare diventa un modello per tutta la città

Scritto da: Lorena Di Maria

Recuperare e ridistribuire più di 500 tonnellate di frutta e verdura nei mercati della città, contribuendo tutti i mesi al sostentamento di quasi 1.900 persone. Quest’anno il progetto RePoPP di Torino compie 5 anni, un percorso di successo nell’ambito dell’inclusione sociale di giovani migranti e nella promozione dell’economia circolare.

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Torino - In questi giorni celebriamo la Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti – SERR e per l’occasione abbiamo deciso di raccontarvi un progetto, nonché esperienza virtuosa e di successo, che in questi anni ha saputo trasformarsi in una buona, anzi, eccellente pratica, che non può che fungere da modello in Italia e all’estero per il suo forte impatto sociale, ambientale ed economico.

Di cosa si tratta? Del progetto RePoPP di Torino, che quest’anno compie 5 anni: ve lo avevamo raccontato circa un anno fa in questo articolo, in cui vi parlavamo della sua capacità di creare comunità e integrazione a partire dal cibo. RePopp nasce nel 2016 nel mercato di Porta Palazzo su iniziativa della Città di Torino, Amiat Gruppo Iren, Novamont, Eco dalle Città e Sea e si struttura in un efficiente sistema di recupero e raccolta delle eccedenze alimentari grazie alle quali chili e chili di cibo – ancora buoni da consumare – vengono salvati ogni settimana e poi distribuiti tra i più bisognosi.

Ma non è finita qua: il progetto vuole ripensare a 360 gradi il nostro modo di vivere un quartiere: dalla raccolta differenziata all’apertura di una bottega solidale che trasforma gli avanzi alimentari in ottime pietanze e, ancora, dall’inclusione sociale di ragazzi migranti agli inserimenti lavorativi che creano integrazione. Con il passare del tempo il progetto è cresciuto estendendosi a nuovi mercati e nuove attività, diffondendo in città l’urgenza di consumare consapevolmente e adottare stili di vita sani e sostenibili.

Richiedenti asilo? Non solo: “lavoratori green” che recuperano l’invenduto

Protagonisti indiscussi di RePoPP sono gli Ecomori, ovvero migranti e richiedenti asilo che hanno accettato la sfida di cimentarsi in una attività nuova che nel tempo si è trasformata in un vero “green work” basato sul recupero delle eccedenze alimentari. Nel complesso sono più di 120 gli Ecomori che hanno finora attraversato il progetto e che hanno trovato una via per la loro integrazione. L’innovazione sociale del progetto si tocca con mano: ad oggi è stato possibile attivare due contratti a tempo indeterminato, 18 tirocini professionalizzanti e decine di collaborazioni retribuite.

Buttare o non buttare? Questo è il problema

«Buttare o non buttare? Questo è il problema», dice Paolo Hutter, presidente di Eco dalle Città. «Così dovremmo sempre chiederci guardando un frutto o un ortaggio un po’ ammaccato. Repopp a Porta Palazzo è stato un moltiplicatore della giusta idea di salvare il più possibile il cibo. Con l’amministrazione comunale parleremo di come estendere ancora di più questa pratica fino a ridurre effettivamente i rifiuti organici».

In cinque anni di attività sono state recuperate e ridistribuite più di 500 tonnellate di frutta e verdura nei 7 mercati coinvolti all’interno del progetto (Porta Palazzo, Foroni, Cincinnato, Porpora, Borgo Vittoria, Santa Rita, Onorato Vigliani) che contribuiscono tutti i mesi al sostentamento di quasi 1900 persone. Sono poi 362 le tonnellate a Porta Palazzo e 143 negli altri mercati, dove l’intervento è più recente.

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La raccolta differenziata: il primato di un mercato cittadino

Il progetto ha ottenuto ottimi risultati anche nell’ambito della raccolta differenziata, in particolare nel contesto del mercato di Porta Palazzo, il più grande della città. Se nel 2016, ovvero prima dell’avvio delle attività, la raccolta differenziata si attestava intorno al 40% oggi, in base ai dati di Amiat Gruppo Iren, nei primi dieci mesi del 2021 è superiore all’87%. Risultati che rappresentano un vero record all’interno di un mercato cittadino.

Come ha raccontato Andrea Di Stefano, Responsabile Progetti Speciali e Comunicazione di Business di Novamont, «cinque anni di vita e di crescita costante per un progetto multiforme e polifonico come RePoPP è un vero primato, di cui non possiamo non essere orgogliosi. Abbiamo conseguito risultati eccellenti in termini di contrasto allo spreco alimentare, riduzione della produzione dei rifiuti e inclusione sociale, dimostrando cosa si può ottenere con spirito costruttivo e collaborativo. RePoPP ha tutte le caratteristiche per essere definita una best practice, da promuovere e far conoscere anche al di fuori dei confini nazionali».

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I pasti alle persone in difficoltà e il progetto di funghicoltura

RePoPP dunque non è solo lotta allo spreco alimentare e raccolta differenziata, ma è anche integrazione, solidarietà, economia e cucina circolare. Infatti grazie alla collaborazione con il Mercato Centrale di Torino, tutti i giorni all’interno de “Il Banco Circolare” vengono preparati, sempre con le eccedenze del mercato, dai 20 a 50 pasti per sostenere le persone in difficoltà segnalate dalle Case del Quartiere di Torino.

Sempre al Mercato Centrale, dal mese di settembre è attivo un progetto di funghicultura che si basa sui principi dell’economia circolare attraverso il recupero dei fondi di caffè della caffetteria. A regime la sperimentazione permetterà di produrre circa 10 chili di funghi a settimana (qualità Pleurotus ostreatus) da integrare nella produzione di pasti.

Christian Aimaro è il Presidente di Amiat Gruppo Iren. Come spiega, «Amiat ha sostenuto fin dal suo esordio il progetto RePoPP, considerandolo una buona pratica di valorizzazione delle risorse e miglioramento della raccolta differenziata. Oggi, a 5 anni di distanza, non possiamo che confermare che quella che era stata una felice intuizione si è rivelata anche una occasione privilegiata di inclusione sociale».

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