3 Dic 2021

Scienza e religione: dopo secoli di conflitto siamo giunti a un nuovo connubio?

Sarà la religione capace di scrollarsi di dosso i dogmi e sarà in grado la scienza di superare il materialismo del XIX secolo? Secondo il teologo Matthew Fox e lo scienziato Rupert Sheldrake, ciò sta già avvenendo. Ecco un estratto dal saggio di Fox dal titolo Dopo la religione in cui il teologo americano esamina i trascorsi storici di questa burrascosa relazione e scatta una fotografia del suo stato attuale.

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Scienza e religione hanno preso strade separate nel XVII secolo, che si aprì con il rogo di Giordano Bruno a Roma, nell’anno giubilare 1600. Bruno fu torturato prima di essere bruciato dall’istituzione ecclesiastica, gli mozzarono la lingua. Viene da chiedersi qual fosse la sua grande eresia. Nient’altro che il desiderio di introdurre la nuova scienza nel mondo della fede, come aveva fatto in passato il suo compagno domenicano Tommaso d’Aquino (per Bruno si trattava di Copernico, per Tommaso di Aristotele).

Questo atto pubblico ed estremamente crudele da parte dell’Inquisizione mise all’erta gli scienziati rispetto al potenziale violento delle autorità religiose e quindi essi stessi offrirono una tregua. Dissero: “Voi vi prendete l’anima e noi ci prendiamo il cosmo”. E la religione, così influenzata da Agostino e da altri insegnamento neo-platonici sull’inferiorità della materia e della natura e dello studio di quest’ultima, disse: “Molto bene, accetto!”. Il risultato fu che la scienza si è spinta molto in avanti, scoprendo tra l’altro le forze dell’universo, ma la sua consapevolezza è rimasta a lungo sottosviluppata ed essa ha predicato un vangelo della mancanza di senso e un universo meccanicistico che predica esso stesso la disperazione.

giordano bruno scienza e religione

La religione, da parte sua, avendo divorziato dal cosmo, si è fatta sempre più introspettiva, completamente tagliata fuori dalle tradizioni mistiche basate sulla creazione e contribuendo sempre di più all’antropocentrizzazione della cultura e alla desacralizzazione del cosmo e diventando col tempo sempre più stupida. “Io sono stato salvato!”, divenne il grido di battaglia, invece di essere: “Come possiamo contribuire alla divinizzazione dell’universo? Come possiamo contribuire alla celebrazione e alla preservazione del creato?”.

Ma ora siamo oltre tutto ciò. La scienza postmoderna ha squadernato di fronte ai nostri occhi nuovi misteri del macrocosmo e del microcosmo. Ha dispiegato una nuova narrazione della creazione che trabocca di meraviglia e di stupore. Ha riportato il progetto umano all’interno del senso del tutto, che comprende il tempo, ovvero la storia, quei 13,8 miliardi di anni che ci hanno generato e insieme a noi lo spazio!

Circa due anni fa è stato calcolato che la nostra casa contiene tre trilioni di galassie, ciascuna comprendente miliardi e miliardi di stelle. Gli scienziati spiegano che questo significa che ci sono più stelle nell’universo di quanti siano i granelli di sabbia di tutte le spiagge del mondo! E ciascuna stella è davvero grande, il nostro sole ad esempio è grande un milione di volte la Terra.

Il più grande successo della scienza contemporanea consiste nel risveglio dello stupore, che è il primo dei quattro stadi della spiritualità e, come dice anche Abraham Heschel, è “al principio della sapienza”. La scienza conferma anche il quarto stadio della spiritualità – la compassione – perché l’interdipendenza, che è alla base della compassione, è riconosciuta di nuovo come il fondamento di tutte le relazioni esistenti nell’universo.

Io sono un privilegiato perché nel corso degli anni ho collaborato con diversi scienziati e ho scritto due libri insieme al biologo britannico Rupert Sheldrake. Recentemente Sheldrake ha pubblicato due libri di seguito sulle pratiche spirituali e su che cosa la scienza rivela a riguardo. Nel libro Science and Spiritual Practices, Sheldrake dimostra in che modo il nostro cervello è modificato dalle seguenti pratiche: la meditazione, la gratitudine, la connessione con il mondo non-umano e le piante, i riti, il canto e la salmodia e il potere della musica, i pellegrinaggi e il luoghi sacri.

La Fisica degli Angeli
Un dialogo eretico tra scienza e spirito
carrello

Nel suo libro successivo, Ways to Go Beyond and Why They Work: Spiritual Practices in a Scientific Age, egli esamina queste altre pratiche: il lato spirituale dello sport, l’apprendere dagli animali, il digiuno, la marijuana e le droghe psichedeliche, il potere della preghiera, i giorni sacri e le feste religiose, la coltivazione di buone e cattive abitudini, la gentilezza.

La sua conclusione è che “tutte queste pratiche producono effetti misurabili. Esse hanno un influsso, in modo diversi, sulla nostra fisiologia, sul respiro, sul battito cardiaco, sul sistema nervoso involontario, sui livelli ormonali, sulle attività cerebrali, sulle capacità intellettive, sulle emozioni, sull’immaginazione visiva, sul sentimento della bellezza, sulla percezione del benessere e della felicità, sulla compassione”.

Nel loro contesto religioso tradizionale, il loro scopo primario è quello di “metterci in relazione cosciente con forme di consapevolezza ultra-umane”, di farci avvertire la connessione “con una presenza o con un essere che possiede una consapevolezza più alta”. Vediamo quindi che le antiche pratiche provenienti dalle tradizioni spirituali non erano prive di senso. Erano frutto di intelligenza e saggezza e nutrivano il cuore umano. Oggi la scienza riconosce questo.

Sheldrake ha anche sfidato la scienza materialistica invitandola ad abbandonare il riduzionismo che la contraddistingue, insieme con la sua ignoranza e i suoi presupposti acritici. Nel suo importante libro The Science Delusion egli critica i dogmi scientifici con queste domande:

  1. La natura è un meccanismo?
  2. La quantità totale di materia e energia è sempre la stessa?
  3. Le leggi di natura sono fisse?
  4. La materia è inconscia?
  5. La natura non ha fini?
  6. L’eredità biologica è completamente materiale?
  7. La memoria è immagazzinata in tracce materiali?
  8. La mente è completamente contenuta nel cervello?
  9. I fenomeni psichici sono illusori?
  10. La medicina meccanicistica è davvero l’unica che funziona?

Le conclusioni che Sheldrake trae nel suo libro sono le seguenti: “Le scienze stanno entrando in una nuova fase. L’ideologia materialistica che le ha dominate fin dal secolo XIX è datata. Tutte le sue dieci dottrine essenziali sono stata superate. La struttura autoritaria delle scienze, l’illusione dell’obiettività e le fantasie di onnipotenza sono state superate e sono diventate inutili”.

Egli ci avverte che mentre la scienza oggi è globale, l’ideologia materialista è “aliena alle culture e tradizioni di molte parti del mondo”. Per rivitalizzarsi sulla scena globale, la scienza deve abbandonare le sue ideologie e diventare effettivamente ecumenica rispetto alle varie culture e visioni religiose presenti nel mondo.

rupert sheldrake
Rupert Sheldrake

L’opera di Sheldrake rappresenta un’era del tutto nuova per la relazione tra la scienza e la spiritualità. Come egli stesso spiega, “ci troviamo sulla soglia di una nuova era per quanto riguarda l’esplorazione della coscienza sia attraverso un recupero delle pratiche spirituali sia attraverso il loro studio scientifico. Dopo generazioni in cui la scienza e la spiritualità sembravano in opposizione reciproca, ora stanno diventando complementari. Insieme, esse contribuiscono a una fase mai vista dell’evoluzione spirituale, una fase che inizia adesso”.

Ovviamente Rupert non è da solo. Albert Einstein, Alfred North Whitehead, Teilhard de Chardin, Fritjof Capra, Brian Swimme, Thomas Berry, David Bohm, Nancy Abrams and Joel Primack, Deepak Chopra, Herbert Benson, Larry Dossey, Ilia Delio, Peter Russell, Ralph Abraham, Erich Jantsch, Arle Wyler e molti altri e altre hanno avuto il coraggio di porre le domande più profonde sia alla scienza sia alla religione.

Gli scienziati post-moderni contemporanei stanno lasciando la loro impronta sul tema proposto da Tommaso d’Aquino durante il “rinascimento” del XIII secolo: “Un errore riguardo al creato produce un errore riguardo al Creatore”. Ma questo non significa anche che un’intuizione riguardo al creato produce un’intuizione riguardo al Creatore? La sacra vocazione dello scienziato è quella di ricercare costantemente la rivelazione della natura. Questo è uno dei segni dei tempi che porta con sé la speranza.

Per saperne di più:

Matthew Fox, Dopo la religione in AA.VV. Una spiritualità oltre il mito, Gabrielli Editori, Verona 2019 [da cui è stato tratto questo articolo, per gentile concessione della casa editrice].

Matthew Fox & Rupert Sheldrake, La fisica degli angeli, Tlon, Roma 2016.

Rupert Sheldrake, Spiritualità: come coltivare l’anima, Il Mulino, Bologna 2016.

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