13 Gen 2022

Antagonisti: la resistenza dei giovani “controcorrente” che risvegliano il borgo spopolato – Io Faccio Così #340

Scritto da: Lorena Di Maria

Antagonisti è una provocazione, un progetto, una sfida: sono loro i giovani “controcorrente”che stanno ripopolando Melle, piccolo paese che in Val Varaita (CN) ha subito negli anni passati un lento e progressivo spopolamento. Proprio qui Fabio Ferrua ed Enrico Ponza sono partiti con una birreria, poi un ostello, una gelateria e infine un progetto agricolo, coinvolgendo decine di ragazzi e ragazze. Giovani antagonisti che ora sono parte integrante di questo progetto aperto e inclusivo che fa del ritorno alla montagna un esempio che parla di rinascita.

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Cuneo - «Abbiamo voluto sfidare l’idea che fosse impossibile fare impresa in un piccolo paesino della Valle Varaita. Contrariamente al pensiero comune, ci siamo rifiutati di lasciare il nostro paese alla ricerca di un’opportunità lavorativa. L’unico modo per rimanere era quello di crearla».

Con queste parole inizia la storia che vi raccontiamo oggi. Una storia che parla di giovani ambiziosi, creativi e un po’ folli che stanno risvegliando un piccolo paese di montagna spopolato da anni. Giovani che non hanno orecchie per chi dice loro che “in montagna non c’è niente” e che non hanno occhi per chi vuole convincerli che “solo in città troveranno il loro futuro”. Perché, in totale controtendenza, è lì che il loro cuore li ha portati, tra le vie e tra le pietre secolari di un piccolo paese che nonostante il tempo e le difficoltà continua la sua lenta resistenza.

Melle è un piccolo borgo della Val Varaita che si trova a 667 metri e che conta 200 anime. Proprio di queste valli sono originari Ferru e Chicco, sui documenti Fabio Ferrua ed Enrico Ponza, due ragazzi che per primi hanno deciso di aprire un’attività dove altri, prima di loro, si erano arresi e contribuire a invertire la rotta dello spopolamento fondando il loro progetto: Antagonisti.

Non è semplice spiegare in poche parole che cos’è il progetto Antagonisti: è un’officina-ristorante e spazio di incontro dove assaggiare piatti locali e buone birre artigianali, è un ostello che accoglie nuovi viaggiatori in valle, è una gelateria di paese conosciuta per il suo gustoso gelato di montagna, è un progetto mutevole e pieno di vita che si rinnova ogni giorno. Ma è soprattutto una speranza diventata realtà per un territorio marginale, ora pronto a ripartire.

Fabio ed Enrico sono due vulcani in piena e Antagonisti non può che rispecchiarli. Come ci raccontano, «il progetto è nato nel 2012: prima di quel momento entrambi lavoravamo a Torino come birrai. Grazie a un viaggio in Belgio alla scoperta della birra artigianale – che è la grande passione che condividono – ci siamo addentrati nei piccoli paesini, ognuno dei quali custodisce il proprio birrificio. È stato quello il momento in cui abbiamo deciso di aprire la nostra birreria».

E pensare che inizialmente i due non erano neanche convinti di voler tornare proprio a Melle. «A 18 anni e 1 giorno eravamo già pronti ad andarcene perché non vedevamo alcuna possibilità per il nostro futuro». Ma le radici, per quanto ci si “radichi” in posti nuovi, sono per sempre parte di noi. Così, dopo essersi posti le giuste domande hanno fatto una scommessa, forse la più difficile in cui potessero cimentarsi: ritornare in quella valle da molti dimenticata e portare una rinnovata e giovane linfa vitale.

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Il progetto

In principio fu il Birroschio, un chiosco realizzato in autocostruzione da Fabio ed Enrico che era aperto i fine settimana e proponeva birra e prodotti locali. Poi è arrivata l’ora di compiere un passo più grande: aprire l’Officina Antagonisti, prima un vecchio rudere e oggi pub ristorante che propone una varietà di birre e piatti legati alla tradizione locale e occitana, dove trascorrere momenti di socialità tra tavoli, sedie e oggettistica recuperati, in pieno stile Antagonisti. Negli anni il locale si è ampliato, grazie al prezioso aiuto di amici e amiche che fin da subito hanno creduto nel progetto.

Come ci spiegano Fabio ed Enrico nel video, «il momento che ha segnato il destino del progetto è stato poi l’incontro con Yuri Chiotti, ex chef stellato che ha deciso di cambiare vita e tornare alle origini, portando il suo bagaglio di conoscenze in valle. Abbiamo pensato che fosse l’occasione giusta per collaborare e da quell’incontro è nato Fioca, il nostro gelato di montagna».

Ma non era abbastanza, così hanno aperto l’Ostello Antagonisti, grazie a un finanziamento ottenuto dal Comune tramite un bando europeo. Un ostello che accoglie smart workers, viaggiatori, nomadi digitali e che rinasce dalle ceneri della vecchia scuola elementare del paese, chiusa da anni per la carenza di bambini. A testimonianza di quante sorprese ci riserva la vita, nella sua infinita ciclicità, proprio questo vecchio edificio era la scuola che frequentava Enrico molti anni fa e qui è tornato per restituire qualcosa.

L’ultima novità del progetto è poi la nascita di un’azienda agricola che, grazie ai prodotti dell’Orto Antagonisti, serve sia l’Officina che la gelateria. «Con il lavoro nell’orto cerchiamo di autoprodurre la maggior parte delle verdure che serviamo nel nostro locale e possiamo dire che ad oggi il 70% dei piatti inclusi nel menù è prodotto da ciò che coltiviamo. Questo progetto è anche un modo di legarci ancora di più con il territorio e per questo è stato importante aprirlo a tutti i ragazzi e le ragazze che lavorano con noi».

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I giovani che ripopolano la montagna

Giovani ragazzi e ragazze che contribuiscono al progetto in maniera orizzontale e che nel tempo svolgono diversi incarichi, finché non trovano quello rispecchia maggiormente le loro passioni: questo è forse l’aspetto più centrale del progetto degli Antagonisti. «Sin dall’inizio siamo stati concordi sul fatto che il progetto non dovesse essere soltanto “nostro” ma di tutte le persone che ne facevano parte».

Così la cerchia si è allargata da due a quattro, a dieci e oggi conta diciotto membri che diventano circa venticinque nel periodo estivo e di cui ci stupisce la giovane età, in media 26 anni. Un aspetto interessante è che l’arrivo di nuovi giovani ha influito positivamente sul numero di abitanti del paese, tant’è che l’anno scorso Melle ha rilevato un trend di crescita per la prima volta dopo ben 70 anni. 

Proprio come nel caso di Fabio ed Enrico, la maggior parte di loro era fuggita dalla valle e ora è ritornata. Tra di loro c’è chi si era spostato per studiare e chi era alla ricerca di nuove occasioni nelle grandi città, c’è una ragazza che ha vissuto a Londra e che, scoprendo il progetto, ha deciso di sposarlo in pieno. E ancora, ci sono dei ragazzi giunti per lavorare nella stagione calda che di Melle si sono innamorati e non se ne sono più andati.

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Lavorare in rete, una scommessa vincente

Un altro ingrediente vincente che ha reso possibile tutto ciò è la forza della collaborazione: «Nella realizzazione del progetto ci siamo trovati al posto giusto nel momento giusto. Bisogna ammettere che è stata in parte fortuna ma ciò che ha fatto la vera differenza è il valore che noi abbiamo riposto in questa iniziativa, che vuole innanzitutto promuovere il territorio. Per farlo, una delle cose che ci ripetiamo sin dall’inizio è l’importanza di non chiudersi in sé stessi. A vivere in piccoli paesi di montagna il rischio è rimanere soli e dopo diversi anni si finisce con l’abbandonare il proprio progetto. Per questo è importante comunicare con le realtà che già esistono».

Uno dei segreti del successo del progetto Antagonisti è stata proprio la capacità di lavorare a fianco di altre realtà, trasformando quel concetto di “mettersi in rete”, ormai sempre più abusato, dalle parole ai fatti. «Siamo una rete molto unita che coinvolge circa 7-8 attività sul territorio: realtà agricole e commerciali, spesso legate al mondo della ristorazione che fanno parte della rete Humus Job e che con noi condividono il valore per il cibo sano e le scelte etiche».

La birra artigianale

Le birre degli Antagonisti si trovano per l’80% presso l’Officina e Fioca, mentre una parte è venduta tramite l’ecommerce e la rete commerciale diffusa a livello regionale. «Per quanto riguarda la realizzazione non abbiamo un nostro impianto di produzione, ma ci appoggiamo anche ad altri impianti e questo ci permette di collaborare ogni volta con diversi birrai». A Melle tutti li conoscono come “Antagonsiti Gypsy Brewers”, proprio perché credono fortemente nel potere della comunità: «dopo aver ideato una ricetta e affittato un impianto, produciamo birre con quasi tutti i birrifici che si trovano in zona e collaborare ci permette di crescere sempre di più e aumentare il livello e la qualità».

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La montagna, una scelta di vita in controtendenza

Uno dei periodi più vivaci dell’anno è la stagione calda, quando i paesi della valle si risvegliano dal torpore dell’inverno e aumenta il lavoro all’Officina, all’ostello e alla gelateria. Proprio in questo momento Enrico e Fabio aprono le candidature rivolte a giovani interessati a fermarsi tutta l’estate per collaborare con il progetto. «L’aspetto che più ci meraviglia è che circa l’80% di coloro che lavorano stagionalmente a Melle decidono di rimanere anche i mesi successivi e quando questo avviene cerchiamo di collaborare con loro per un tempo più lungo e proseguire anche nel periodo invernale».

Una delle più grandi convinzioni di Enrico e Fabio è che questo progetto non debba essere legato alla stagionalità, ma debba durare tutto l’anno, perché non si tratta soltanto di “lavorare” ma di “vivere” a tutti gli effetti una vita di montagna, con i suoi pregi e i suoi difetti. «Se una volta “andare a farsi un’esperienza” significava spostarsi all’estero, ora fare quell’esperienza sta diventando il tornare in montagna. E ci fa sorridere, perché a 18 anni eravamo noi quelli che scappavano e ora conosciamo ragazzi di 18 o 19 anni che scelgono di venire proprio qui, da dove noi eravamo fuggiti».

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«Una cosa che ripetiamo spesso è che negli ultimi 30 anni la montagna è stata vista come un parco giochi e questo ha fatto sì che si riempisse d’estate o durante l’inverno e si svuotasse in tutti gli altri mesi dell’anno. Non ci aspettiamo che Melle torni a essere ripopolata al 100%, ma auspichiamo che chi sceglie di viverci lo faccia con un’altra mentalità».

Al termine della nostra visita agli Antagonisti ci chiediamo quale sia il vero successo di questo progetto in continuo divenire. Forse, esso risiede nella sua stessa difficile scommessa: una scommessa sui giovani, una scommessa su un territorio con poche speranze, una scommessa su un ritorno incerto verso le proprie origini. Qualsiasi essa sia, siamo pronti a scommettere che questa storia di ripopolamento potrà essere un esempio concreto per molte altre a venire.

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