10 Gen 2022

Ritorno in Occidente: storia di un viaggio spirituale senza fine

Scritto da: Benedetta Torsello

Quello di Tommaso è un lungo viaggio alla scoperta di sé stesso, tra le bellezze naturali del continente asiatico, monasteri buddisti, lunghe ore di meditazione, studio e preghiera. Un bel giorno, proprio nella Terra del Sol Levante dove il suo viaggio era iniziato, decide di ricominciare. Oggi vive a Tokyo insieme alla moglie Yoshiko e collabora con una onlus impegnata nel sostegno dei malati mentali e del loro delicato percorso di integrazione sociale e lavorativa.

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Dal Giappone all’Italia: un anno in Asia

Due continenti, molte città diverse, lavori sempre nuovi e un unico obiettivo: la ricerca costante di sé stesso. Quella di Tommaso Sguanci non ha l’aria di essere una storia come le altre. Mentre ascolto il suo racconto, a otto ore di fuso orario di distanza, ho l’impressione di vedere schiudersi sotto i miei occhi delle preziose scatole cinesi, una dopo l’altra. La sua non è una sola vita, ma dieci, cento vite, vissute fino all’ultimo respiro. Da dove iniziare? Tommaso si racconta con voce piana e insieme risaliamo lentamente verso la fonte della sua ricerca interiore parlando di viaggi, esperienze e luoghi diversi, senza seguire l’ordine del tempo, ma quello del racconto.

In piena crisi dei quarant’anni, come scrive ironicamente sul suo blog, Tommaso parte per un viaggio in Asia che ha sempre desiderato fare. «Decido di partire dal Giappone, un paese che avevo amato molto – mi racconta – e di ritornare verso casa, l’Occidente appunto, passando per Thailandia, Taiwan e Myanmar. All’inizio non sapevo esattamente quale sarebbe stato l’itinerario, l’unica cosa certa era la rotta, da Oriente a Occidente».

Ispirato dalla storia del monaco Tripitaka e dei suoi quattro discepoli in pellegrinaggio dalla Cina all’India per recuperare degli antichi sutra, Tommaso immagina il suo viaggio verso Occidente: «Esattamente come nel romanzo di Wu Cheng’en (“Viaggio in Occidente“, ndr), volevo fosse un viaggio verso la conoscenza. Certo, nel mio caso non poteva che trattarsi di un ritorno in Occidente. Da questa stessa ispirazione nasce anche la mia raccolta di racconti, “Racconti intorno al fuoco”, in cui otto personaggi intraprendono ciascuno un viaggio diverso: ad accomunarli è la ricerca spasmodica di risposte agli interrogativi esistenziali».

viaggio spirituale 6

È il giugno del 2019. Tommaso non ha molti soldi in tasca, ma non vuole che questo sia un pretesto per rimandare il suo proposito ancora una volta. Così si licenzia dal centro benessere dove lavora in Grecia e parte. Sta via un anno. «Non avevo molti mezzi a diposizione: ho fatto un po’ di coachsurfing e ho chiesto ospitalità in diversi monasteri zen. Ho vissuto fianco a fianco con i monaci: ho meditato, lavorato e pregato con loro. Ho studiato la filosofia buddista», racconta Tommaso.

Poi la pandemia travolge il mondo intero e i paesi iniziano a chiudere le proprie frontiere. Tommaso rimane bloccato su un’isola thailandese per quattro mesi, «forse i più belli della mia vita», racconta sorridendo. A luglio 2020 torna a Firenze, ma il suo viaggio è solo all’inizio.

La ricerca spirituale come viaggio interiore

Tommaso viaggia per cercare sé stesso, apprendere e studiare. Ma la sua ricerca parte da più lontano. Poco più che ventenne nel 2003 si unisce alla comunità monastica I Ricostruttori nella Preghiera. Divide il suo tempo tra lavoro manuale, studio della teologia, meditazione e varie pratiche olistiche: «Nella comunità – mi racconta Tommaso – ho trovato la famiglia che non ho mai avuto. Finché non ho avvertito il bisogno di ritornare nel mondo. Sembrerà strano, ma c’è voluto del tempo per smontare una ad una le sovrastrutture imposte dalla società, dalla famiglia e da quella stessa comunità che era stata casa mia per tanti anni».

viaggio spirituale 5

Fuori dalla comunità, per un periodo si dedica a insegnare religione a scuola: «I ragazzi hanno sete di spiritualità e di scoperta di sé. Sono tutto ciò che smettiamo di essere crescendo e diventando adulti», sostiene Tommaso. Quella con i più giovani è un’esperienza appagante e sempre nuova: nelle sue lezioni si parla di religione e di spiritualità in genere, è molto amato dai suoi studenti. Questo purtroppo non viene visto di buon occhio dalla curia di Firenze, che decide così di revocargli l’idoneità all’insegnamento.

Tommaso si rimette in gioco e la vita lo porta lontano: prima in Giappone, poi in Thailandia, in Irlanda e infine in Grecia. Approfondisce lo studio e la pratica dello yoga, dello shiatsu, del massaggio thailandese e del tuina. Con il tempo scopre che le logiche sottese al giro d’affari di spa e centri benessere sono troppo lontane dai valori per cui ha scelto di praticare queste arti. Anche per questo decide di partire per il suo lungo viaggio in Asia, alla ricerca di quel nutrimento spirituale che manca alla nostra società. Dopo un anno, migliaia di chilometri e un breve rientro in Italia, si rimette ancora una vola in viaggio: verso Oriente.

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Cibo per il corpo e la mente: storie di rinascita nel cuore di Tokyo

«In Giappone c’ero già stato due volte: fu amore a prima vista», mi racconta Tommaso. Così a fine 2020 si trasferisce a Tokyo per studiare giapponese. «È la vita la maestra più grande di tutti. Credo sia questo l’insegnamento più importante che ho appreso dopo tanti anni di ricerca». Tommaso non si scoraggia, ma accoglie ciò che la vita gli prospetta. Prova a cercare invano un lavoro come insegnante di italiano e dopo un po’, grazie a un’agenzia interinale, trova un piccolo impiego in una onlus.

La NPO per cui lavora Tommaso, Tokyo Soteria, si occupa da anni del difficile percorso di reinserimento nel mondo del lavoro di persone con disagi e malattie mentali. La onlus, grazie alla collaborazione con la ASL di Bologna, si ispira al modello italiano per quanto riguarda la cura di persone con problemi psichici. Purtroppo ancora oggi in Giappone chi soffre di questi disturbi, oltre al dramma dello stigma sociale, trascorre anni rinchiuso in ospedali psichiatrici da cui si esce più disorientati e soli di prima.

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Tommaso è team leader del progetto. In un piccolo laboratorio adibito a cucina si preparano insalate e cibi freschi da vendere nel negozio di Yotsuya, nel cuore di Tokyo. Le verdure e gli ortaggi vengono coltivati in un orto urbano realizzato sul tetto del palazzo. «Il progetto a cui lavoro – precisa Tommaso – è rivolto a stranieri con disturbi mentali che vivono qui in Giappone. Lavorando fianco a fianco con persone che provengono da paesi diversi, si cerca di combattere l’isolamento sociale e la solitudine a cui spesso sono condannati questi malati».

Tra gli obiettivi c’è quello di promuovere uno stile alimentare sano e salutare e soprattutto creare un ambiente lavorativo in cui ognuno possa esprimere al meglio sé stesso. In sinergia con questo progetto, la onlus porta avanti Kodomo Soteria, iniziativa dedicata al sostegno di bambini affetti da patologie mentali o figli di malati mentali. È possibile dialogare con la diversità e valorizzarne il potenziale anche attraverso l’arte. Per questo, ogni anno Tokyo Soteria collabora alla realizzazione di un laboratorio teatrale dedicato alle persone con disturbi mentali, che provano a riscoprirsi grazie alla recitazione.

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Oggi Tommaso vive a Tokyo con la moglie Yoshiko. Insieme sognano un giorno di lasciare la metropoli e andare a vivere in un villaggio, più a contatto con la natura e le tradizioni. Ancora tanti chilometri li attendono. «Cosa porti sempre con te in viaggio? Qualcosa che non puoi mettere nello zaino, intendo», gli chiedo poco prima di salutarci. «Quello che mi accompagna sempre è la convinzione che dentro abbiamo tutto. Ciò che cerchiamo disperatamente altrove negli altri, è già con noi. Non dovremmo dimenticarlo mai. Eppure ogni volta è come una rivelazione, qualcosa che imparo a riscoprire ogni giorno».

Prima di partire per un viaggio e un’esperienza come quella di Tommaso effettua le giuste verifiche per evitare che ti sia precluso l’ingresso in alcuni Paesi. Per accedere ad alcuni Stati, infatti, serve un visto. Prima di partire consulta le ambasciate o i consolati relativi. Alcuni visti, invece, come il visto per il Myanmar, si possono richiedere online.

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