4 Mar 2022

Vera ed Emil, dalla Lituania al borgo di Badolato per praticare il south working

Scritto da: Guerino Nisticò

Grazie alla testimonianza di una coppia lituana, approfondiamo il tema del south working, ovvero trasferirsi – anche solo per un periodo – in Sud Italia e lavorare da lì. Dal racconto di Vera ed Emil emergono non solo suggerimenti utili per trasformare in meglio il mondo del lavoro, ma anche emozioni genuine e ricordi affettuosi della terra e del popolo della Calabria.

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Catanzaro - Nel piccolo borgo di Badolato (CZ), in Calabria, da ormai diversi anni si registrano le presenze di nuovi cittadini temporanei, italiani e stranieri, tra formule di turismo residenziale e lunghi soggiorni, south working, testimonianze di “buen ritiro” con cambio di stile di vita e permanenza in pianta stabile annuale in una nuova “destinazione umana”, nomadismo digitale e creativo e tanto altro.

Abbiamo avuto l’opportunità di incontrarne tantissimi in questi mesi e lo scorso autunno abbiamo intervistato Vera ed Emils, due giovani lituani che lavorano viaggiando per il mondo e che l’anno scorso, fra novembree dicembre, hanno vissuto sulla Costa Ionica, facendo un’esperienza tipicamente mediterranea e da “cittadini temporanei” proprio in quel di Badolato – borgo che ha aderito anche a HQ Village – Best place to Smartwork e al patto di visione Swap – Poliborgo. Ecco cosa ci hanno raccontato.

south working
Due nomadi digitali in autunno nel piccolo borgo di Badolato: perché questa scelta e come avete trovato Badolato?

Badolato è stata sicuramente una scoperta inaspettata. Abbiamo esplorato l’Italia in precedenza, ma per qualche motivo non abbiamo mai sentito parlare del Sud Italia e della Calabria. Così, appena abbiamo avuto l’opportunità di soggiornare in un posto in Italia per cinque settimane, abbiamo deciso che era giunto il momento giusto per visitarla e saperne di più su questa splendida regione. Dopo aver deciso che avremmo soggiornato e vissuto in Calabria, ci siamo subito diretti su Airbnb e lì una foto di Badolato, scattata con un drone, ha conquistato subito i nostri cuori. Abbiamo così deciso che avremmo voluto sperimentare cosa vuol dire vivere in un gioiello di borgo piccolo, bello e medievale praticando il south working.

Potreste aiutarci a comprendere meglio il significato di “nomadi digitali”?

Per noi il termine “nomadi digitali” è ancora nuovo, poiché non abbiamo mai pianificato o deciso di definirci così. Sapevamo solo che volevamo essere liberi, flessibili e sempre in grado di lavorare da diverse parti del mondo. Viaggiare è una parte importante della nostra vita e la capacità di combinarlo con il lavoro è un sogno che si sta avverando. Vivere a Badolato è stata una prima vera grande esperienza di permanenza all’estero per un periodo più lungo di viaggio e di lavoro allo stesso tempo. Ci è piaciuto molto e non vediamo l’ora di esplorare altre parti del mondo.

Solitamente come individuate i luoghi in cui spostarvi, quali sono le motivazioni o attrazioni specifiche, come trovate le case in cui soggiornare?

Attualmente Airbnb è un’ottima fonte per trovare alloggi all’estero, poiché siamo sempre alla ricerca di soluzioni con la sensazione di vivere in casa piuttosto che optare per le classiche e commerciali sistemazioni alberghiere. Per noi è importante fare esperienza della cultura di un luogo e avere un’idea pratica di cosa significhi vivere lì, quindi proviamo a trovare sempre un posto in cui poter soggiornare per almeno un mese. Mentre lavoriamo da remoto, la cosa più importante per noi è una buona connessione Internet, oltre a uno spazio di lavoro in casa con una cucina comoda perché ci piace cucinare.

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Dalla Lituania all’Inghilterra, dalla Calabria allo Sri Lanka: cosa significa lavorare viaggiando e quanto è importante per voi lo smart working?

Dopo l’esperienza a Badolato siamo rientrati in Lituania per le vacanze di Natale. Ora siamo in Sri Lanka. A volte può sembrare una cosa facile da fare, ma richiede un po’ disciplina e pianificazione in quanto non importa quanti voli hai o quanti posti vuoi visitare, devi comunque completare il lavoro. Allo stesso tempo però, questo nuovo modo di lavorare ti permette di esplorare nuovi posti e fare interessanti esperienze e attività nel tuo tempo libero.

Quali sono i vantaggi che questa forma di lavoro agile e nuova professionalità può comportare e quali sono invece i casi di più difficile applicazione?

Crediamo che il lavoro a distanza sia un’ottima opzione per le aziende, in quanto possono intrattenere rapporti di lavoro anche con persone non del posto. Possono assumere lavoratori provenienti da tutto il mondo con esperienze e prospettive diverse. Il mondo diventa così più accessibile a tutti, quindi questo è sicuramente il più grande vantaggio di questo modo di lavorare. D’altra parte, può essere più complicato reagire a questioni urgenti a causa di fusi orari diversi. Ad esempio, non puoi “bussare” all’ufficio dei tuoi colleghi ogni volta che viene fuori qualcosa di importante. Il tuo collega potrebbe essere da qualche parte nel mondo dove sono le 2 del mattino nel momento in cui hai bisogno di aiuto.

Infine lavorare in modo indipendente non è per tutti. Alcune persone pensano che sia più facile, ma in realtà non lo è. Nella maggior parte dei casi finisci per dedicare all’attività professionale più ore di quanto fai in ufficio e non tutte le persone sono motivate a lavorare sodo come quando non c’è un capo della porta accanto che monitora ciò che fai.

Di cosa ha bisogno un’azienda per strutturarsi in questo senso senza sottovalutarne le esigenze e valorizzando realmente i vantaggi?

Le aziende e società contemporanee devono solo essere più flessibili con alcune delle loro politiche. La cosa più importante dovrebbe essere procedere per obiettivi e che il lavoro venga completato entro un certo termine e con una certa qualità. Non necessariamente devono essere ruoli completamente remoti.

Viaggiare è una parte importante della nostra vita e la capacità di combinarlo con il lavoro è un sogno che si sta avverando

Sarebbe bello se le aziende potessero offrire posizioni di lavoro in cui i dipendenti siano realmente liberi di scegliere quanti giorni possono lavorare da remoto e quanti dall’ufficio o concordare orari più flessibili e così via, liberando la gente dalle grinfie del lavoro e dandole più tempo libero. Crediamo che quando c’è un accordo reciproco da entrambe le parti su ciò che funziona meglio, tutti siano più motivati ed è così che si raggiungono concretamente risultati migliori.

Quali sono state le esperienze, emozioni e attività che avete potuto vivere a Badolato e nel territorio circostante?

Badolato ci ha molto impressionato per il calore della sua gente. Siamo davvero grati di essere stati in grado di fare esperienza delle tradizioni contadine locali, raccogliere le olive ad esempio, e conoscere il processo di raccolta e molitura per la produzione dell’olio extra vergine d’oliva, incontrare e vivere tra i cittadini di una comunità multiculturale unica e straordinaria.

Inoltre abbiamo visitato molti altri luoghi intorno a Badolato, in giro per la Calabria, abbiamo imparato a conoscere la storia, fare esperienze culinarie e di gusto scoprendo l’importanza di un vero pasto all’italiana. Ma ancora una volta il nostro primo pensiero torna ancor oggi alle persone, che sono stati con noi così cortesi e ospitali, sincere, felici e accoglienti. Badolato non sarebbe Badolato se non per la bella gente che vive lì.

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In Italia si parla oggi, con l’esplosione dell’emergenza Covid-19, di nuove forme del riabitare e di un possibile ri-popolamento delle aree interne, del Sud e dei di piccoli paesi come Badolato. Secondo voi tali forme possono derivare anche dallo smart working e dalla combinazione slow & smart?

Pensiamo che sia un’ottima idea. Apprezziamo molto il patrimonio storico-architettonico e umano dei piccoli paesi, quindi sarebbe triste se tutto questo scomparisse con gli anni a venire. Il motivo principale per cui le persone si trasferiscono all’estero o in altre aree del paese solitamente è legato alle opportunità di lavoro. Quindi, se queste potessero essere create, abbinate a tutto ciò, sempre più persone potrebbero spostarsi al Sud e godere della bellezza della Calabria e del suo stile di vita mediterraneo, lento, genuino e autentico lavorando da remoto.

Quali e come sono stati i vostri incontri con i “locals”?

Quando vivi a Badolato ti ricordi quanto sia bello invitare i tuoi vicini durante una cena per conoscersi e scambiare delle opinioni, salutare estranei passeggiando per le viuzze, avere incontri autentici e semplici. In tante grandi città invece le persone diventano estranee, quindi dopo aver vissuto a Badolato ci siamo ricordati di quanto sia bello costruire connessioni con coloro che gravitano quotidianamente attorno alla tua vita.

Cosa vi è rimasto più impresso nelle vostre menti e nei vostri cuori?

La bellezza del paesaggio e della natura incontaminata, il notevole patrimonio turistico e culturale, il valore dalla gente, sempre sorridente, accogliente e ospitale.

Suggeriste Badolato come destinazione possibile per altri nomadi digitali e siete pronti a ritornarci?

Sì! È altamente raccomandato soggiornare a Badolato. Ci piacerebbe tornarci durante la stagione turistica per vivere un altro tipo di esperienza e vederla più vivace, dato che lo abbiamo visitato e vissuto tra novembre e dicembre, quando era tutto più tranquillo.

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