23 Mar 2022

Storia di una famiglia in viaggio che ha deciso di cambiare vita

Scritto da: Daniela De Angelis

Una famiglia come tante, due persone piccole e due grandi, che scelgono di ascoltare il loro cuore, non scendere a compromessi e non rinunciare a inseguire la visione di una vita, anche se non sanno ancora come trovarla. Perché? Cominciamo a parlarne in questo primo capitolo di una rubrica che narra il viaggio di ricerca di una famiglia italiana e le riflessioni e gli insegnamenti che ne sono scaturiti.

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Benvenuti a tutti e tutte! Mi chiamo Daniela e vi scrivo dalla campagna di una cittadina del sud del Portogallo, dove vivo in una casetta in legno che io e la mia famiglia abbiamo costruito in un terreno che condividiamo con altre famiglie ormai da quasi due anni, sul quale siamo diventati una piccola comunità spontanea.

Come, quando e perché abbiamo deciso di cambiare vita e siamo arrivati a questo punto ve lo racconterò in questa rubrica, che io stessa ho proposto alla redazione di Italia Che Cambia, spinta dal forte desiderio di comunicare un messaggio profondo, per nulla banale e fondamentale nel periodo storico che stiamo vivendo: è vitale essere i costruttori della propria storia.

L’immagine che mi sovviene per raffigurare la condizione in cui noi tutti ci stiamo trovando, oggi più che mai, mi è stata donata da una cara amica: dei marinai navigano sulla loro barca, in mezzo all’oceano, immenso e selvaggio; il vento soffia forte, portando imponenti onde e nubi scure che minacciano tempesta, sbuffandole poi via e portandone di nuove, a intervalli di cielo blu e apparente calma.

cambiare vita famiglia 2 1

Per uscirne indenni e dare uno scopo al loro viaggio, i marinai hanno bisogno di coraggio, destrezza e abilità nel governare la propria vela per sfruttare le circostanze naturali a proprio favore; necessitano di determinazione, volontà e centratura interiore nell’avere sempre ben chiaro quale sia la loro destinazione, al contempo flessibilità nello scegliere passo dopo passo la rotta che li condurrà al porto anelato.

Gli accadimenti degli ultimi anni hanno sradicato tutte le certezze che ci eravamo costruiti e hanno fatto crollare i castelli di sabbia che si ergevano su un illusorio controllo del mondo da parte degli esseri umani, riportandoci all’imparziale verità che la vita della donna e dell’uomo è legata a quella di tutti gli altri esseri viventi sulla terra e che parte del ciclo della vita è anche la morte, da noi così temuta ed esorcizzata. Con questa consapevolezza l’agire quotidiano può acquistare nuovi significati, nuove priorità, nuovi paradigmi.

Il nostro percorso – mio, del mio compagno Tomas e dei nostri due figli Pietro e Federico – per scoprire quale fossero la nostra verità e una quotidianità che ci rispecchiasse fino in fondo, come accade per tutti è iniziato al momento della nostra nascita, sacro attimo in cui inizia il proprio personale viaggio di educazione e apprendimento: tutti noi in ogni istante abbiamo la facoltà di scegliere come vivere la nostra vita.

Le nostre strade, intrecciandosi e costruendosi, hanno contrassegnato un momento zero, di nuova partenza, nuovi inizi, nella notte di Halloween di tre anni fa, quando abbiamo salutato la nostra terra natale, la Lombarda Valtellina, per cominciare un viaggio in camper che ci avrebbe portato a cambiare radicalmente la nostra esistenza.

Questo primo articolo vuole essere un prologo alla storia, una presentazione di chi siamo, della nostra vita in Italia, delle scelte che abbiamo fatto e delle esperienze che abbiamo vissuto prima di partire, le quali sono state come tante gocce che, una dopo l’altra, hanno colmato il mare che ci ha spinto a prendere il largo.

I nostri annuali viaggi in camper e le bellissime esperienze che ogni volta ci regalavano quei mesi di vagabondaggio ci hanno aiutato a scegliere di rinunciare alla nostra zona di comfort

La nostra vita come famiglia inizia in Valtellina, dove io e Tomas ci siamo conosciuti. Io responsabile didattica in un progetto di fattoria sociale sul lago di Como, lui tecnico del suono libero professionista. Insieme abbiamo avuto il dono di un primo e poi di un secondo figlio.

Durante la nostra vita in questo territorio di media montagna abbiamo vissuto felicemente tra persone care, abbiamo sviluppato nuovi progetti, come un modesto apiario per la produzione di miele, una piccola azienda agricola e un’associazione culturale dedicata al mondo dell’infanzia e dell’educazione. Tuttavia, pur tentando più volte, non siamo riusciti a sviluppare ciò che sognavamo di più: una comunità di famiglie con cui coltivare nuove forme di apprendimento e crescita e sviluppare progetti lavorativi e di vita più condivisi.

Quando nel 2019 arrivò il momento di scegliere se iscrivere il nostro cucciolo più grande, Federico, alla scuola statale di paese – scegliendo di radicarci definitivamente in Valtellina e accontentarci di ciò che la nostra terra aveva da offrirci – oppure andare alla ricerca di ciò che realmente anelavamo per noi, eravamo molto indecisi.

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I nostri annuali viaggi in camper e le bellissime esperienze che ogni volta ci regalavano quei mesi di vagabondaggio ci hanno aiutato a scegliere di rinunciare alla nostra zona di comfort, cambiare vita e partire per un’esplorazione del mondo e di noi stessi, sostituendo una casa di mattoni con una casa mobile, un campervan di nome Icaro. Da quel giorno è iniziata la nostra avventura su sentieri non tracciati, scoprendo giorno dopo giorno cosa ci presentava la vita e scegliendo quotidianamente in che direzione volevamo procedere.

L’avventura iniziata allora continua ancora oggi e ve la voglio raccontare nei prossimi articoli di questa rubrica, ognuno con un tema, ma ciascuno come parte di un puzzle, un pezzo che se mancasse renderebbe incompleto il disegno. Il bello e il brutto, il dolce e l’amaro, di conquiste e sconfitte, del viaggio di una vita: di questo vi parlerò, sperando che vi appassionerete e che interverrete con domande e confronti.

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