1 Apr 2022

Semi di futuro: valorizzare i talenti attraverso creatività e “saper fare”

Scritto da: Elena Rasia

Dall'arteterapia alla sartoria sociale, passando per la formazione e le attività di gruppo. A Roma i più piccoli con problemi di sviluppo – ma anche gli adulti e le famiglie – possono contare su Semi di Futuro, uno spazio accogliente e inclusivo dove i talenti di ognuno vengono valorizzati in modo creativo.

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Roma, Lazio - Far fiorire i propri talenti e scoprire il proprio potenziale nascosto. Questa è l’aspirazione e l’ideale che condividono educatori, medici, terapeuti e artisti, tutti provenienti da esperienze diverse, che insieme hanno scelto di unirsi e fondare Semi di Futuro. Si tratta di un’associazione nata sei anni fa nella Capitale, che s’impegna nella realizzazione e nella promozione di luoghi in cui ogni individuo – bambino, adolescente o adulto – possa mettere in luce le proprie potenzialità sentendosi accolto e aiutato nelle proprie necessità.

Nasce dal bisogno di rallentare i ritmi che la frenesia della società quotidianamente ci impone e colmare quel senso di solitudine che spesso ci fa dimenticare quanto sia importante prendersi cura della crescita di ogni essere umano valorizzandone la propria individualità. A fondare l’associazione inizialmente furono quattro donne: un medico, un’educatrice e due terapiste. Negli anni molte persone si sono avvicinate e hanno collaborato in vari ambiti: educativo, terapeutico, artistico e formativo.

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Rudolf Steiner, scienziato e fondatore del metodo Steineriano, sosteneva che “un seme contiene in sé più forza e potenza di quanta ne realizzerà la pianta e in voi si trova un potenziale di spirito latente molto più grande di quanto possiate mai sospettare”. Il team di professionisti dell’associazione, vicino a questa filosofia, crede fermamente che i bambini siano un elemento risanante per la nostra società. Costruttori di un cambiamento che gli adulti sono chiamati semplicemente ad accogliere, sostenere e accompagnare.

La dottoressa Astrid Cammerinesi, pedagogista curativa e logopedista, nonché tra le prime fondatrici di Semi di Futuro, mi racconta la nascita e lo sviluppo di questa fiorente realtà romana.

Come e quando è nata l’associazione Semi di Futuro?

L’associazione di promozione sociale Semi di Futuro nasce nel febbraio 2015 dall’impulso di educatori, medici, terapeuti e artisti che provengono da esperienze diverse, ma che condividono un’aspirazione e un ideale: creare un luogo in cui ciascuno si senta accolto, compreso a valorizzato e venga messo nelle condizioni di nutrire i propri talenti.

Semi di Futuro nasce da un bisogno concreto: quello di sostenere ogni essere umano nella sua crescita, nella ricerca del suo potenziale nascosto, nella valorizzazione della propria individualità. Le attività medico-pedagogiche e terapeutiche dell’associazione sono dedicate al sostegno e alla terapia di bambini e ragazzi con problemi di sviluppo fisico, psicologico, comportamentale e didattico.

Quali progetti e attività realizzate?

In questi anni abbiamo avviato diversi progetti e attività. Per esempio, un servizio di consulenza medica e pedagogica: si tratta di un’equipe formata da un medico e diverse figure professionali si occupa di accompagnare e sostenere lo sviluppo di bambini e ragazzi con difficoltà evolutive fisiche, comportamentali, emotive e/o didattiche.

Proporre attività manuali significa recuperare un sapere che usa una conoscenza manipolativa, pratica, senso-motoria e non esclusivamente simbolica

Ci sono anchealtri tipi di attività: ad esempio formiamo un gruppo giochi per bambini da 0 a 6 anni, offriamo un sostegno alla genitorialità attraverso incontri individuali e di gruppo e consulenze alle famiglie, attività educative e terapeutiche per bambini e ragazzi – pedagogia curativa, logopedia, sostegno didattico, arte-terapia –, laboratori artistici individuali e di gruppo, Tessuti Sociali – un laboratorio di tessitura a mano per l’inclusione –, seminari di auto-formazione e crescita personale ed infine seminari di formazione per educatori e terapisti.

Tra i vostri progetti, il laboratorio Tessuti Sociali mi ha particolarmente colpita. A chi si rivolge e di cosa si occupa?

Tessuti Sociali è nato dal desiderio di valorizzare la funzione terapeutica, sociale e culturale dell’attività artigianale e in particolare della tessitura a mano. Il progetto è partito nel 2019 grazie a un piccolo finanziamento della Chiesa Valdese e della Fondazione CulturaSì, con un forte supporto da parte del Comune di Castelnuovo di Porto (RM) che ha collaborato in vari ambiti, tra cui la concessione a uso gratuito di spazi all’interno del Palazzo Ducale Rocca Colonna, nel centro storico del paese. Castelnuovo di Porto si trova a 30 chilometri a nord di Roma ed è un borgo che da qualche mese è stato inserito nell’elenco dei “borghi più belli d’Italia”.

Inaugurato con un gruppo di giovani e adulti con disabilità e problematiche psichiatriche e psicologiche, si è poi aperto a persone con disagio di tipo socio-economico e alla popolazione in generale, sia di adulti e che di bambini). Nel corso di questi due anni inoltre si è creata un’importante sinergia con il laboratorio di Sartoria Solidale, nata grazie a un progetto promosso dal Comune con fondi della Regione Lazio.

Perché avete deciso di lavorare sulla creatività?

Nell’epoca attuale, fin da piccoli si è portati a utilizzare poco le proprie mani e la propria creatività e il lavoro artigianale viene sempre più marginalizzato e sostituito dalla tecnologia che crea oggetti “perfetti”, tutti uguali, senza individualità. È noto quanto l’esercizio dell’attività manuale sia fondamentale per sviluppare una serie di competenze e facoltà: la manualità fine, la concentrazione, la fiducia in se stessi, la coordinazione e la creatività.

Proporre attività manuali significa recuperare un sapere che usa una conoscenza manipolativa, pratica, senso-motoria e non esclusivamente simbolica. Secondo i presupposti della terapia occupazionale l’attività manuale porta un miglioramento della salute e un accrescimento dell’Essere mediante il fare. Possiede un valore terapeutico e incide su diversi aspetti del benessere personale sia dei bambini che degli adulti.

Quali caratteristiche ha la tessitura rispetto alle considerazioni che hai appena fatto?

La tessitura o arte del tessere è considerata una delle tecniche elaborate dall’uomo più antiche e diffuse che si conoscano ed è tradizionalmente un’attività “sociale”, che richiede e favorisce la collaborazione e la condivisione. Tessuti Sociali vuole essere un laboratorio in cui si praticano attività di gruppo legate alla lavorazione di filati, alla creazione di tessuti e di manufatti tessili attraverso l’uso di telai a mano e il lavoro di sartoria. L’obiettivo principale è quello di creare le condizioni affinché si formi un “tessuto sociale” attraverso la riscoperta di gesti antichi, pieni di valore ma spesso dimenticati.

Il laboratorio è un luogo di apprendistato, di espressione di sé, di creatività, di integrazione, di interazioni sociali, di contatto con la comunità locale. Un luogo in cui scoprire e sperimentare l’artigianato per il benessere della persona, a scopo lavorativo, terapeutico e/o per hobby. Le attività che propone coinvolgono persone con disabilità e/o problematiche psichiatriche, psicologiche e socio-economiche ma si rivolgono anche a bambini e a chiunque voglia sperimentare o apprendere l’arte della tessitura a mano.

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Un seme è forza, crescita e cambiamento. Quali sono stati i cambiamenti della vostra realtà in questi anni?

Portare avanti le nostre attività in questi ultimi due anni è stato impegnativo, anche perché esse si fondano sulla socialità e sul lavoro condiviso. Nello stesso tempo hanno rappresentato per molte persone un sostegno, a volte addirittura un’ancora di salvezza. Questo ci ha incoraggiati a impegnarci ancora di più e a non arrenderci di fronte alle difficoltà, che sono sempre occasione di trasformazione e di crescita.

In questi due anni all’interno del laboratorio è nata una piccola comunità di donne e uomini con e senza bisogni speciali, che si fonda sulla condivisione e sull’attività del “creare con le mani”, mossa dallo spirito del lavoro individuale creativo che sfocia in una costruttiva sinergia di gruppo. Attualmente un gruppo di 13 persone si incontra tre pomeriggi a settimana per condividere l’esperienza del tessere con i telai a mano, con ritmi e modalità differenti a seconda delle necessità e delle capacità individuali.

Il laboratorio produce manufatti con un proprio marchio, che vengono commercializzati per sostenere il progetto: sciarpe, stole, poncho, oggetti per la casa come tovagliette, runner, tovaglie, tende, tappeti. I tessuti prodotti a mano possono inoltre essere trasformati grazie alla sartoria in accessori come borse, cinte, astucci, ma anche in capi d’abbigliamento. Nell’arco dell’anno vengono organizzati anche dei workshop aperti a tutti, adulti e bambini.

Novità per il futuro?

Oltre alla ricerca di fondi e finanziamenti, per la realizzazione di una reale integrazione e per garantire la sostenibilità economica del progetto Tessuti Sociali, prevediamo varie modalità di apertura al pubblico e un sistema di commercializzazione di manufatti e servizi. Vorremmo creare un laboratorio permanente ed economicamente sostenibile che si trasformi gradualmente in un’impresa sociale per persone con fragilità, ma che sia anche aperto a chiunque voglia imparare, creando spazi d’integrazione, di condivisione e partecipazione a tutte le fasi della lavorazione tessile: progettazione, realizzazione, confezionamento, comunicazione, vendita.

L’associazione, su proposta del Comune di Castelnuovo di Porto, si propone anche di gestire il laboratorio di Sartoria Solidale sia in sinergia con la Tessitura – per quanto riguarda il confezionamento di prodotti della tessitura – sia come spazio autonomo per la formazione e offerta di servizi alla comunità.

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