31 Mag 2022

Amanda e Francesca, due donne in cammino per scoprire loro stesse

Provenienti da due percorsi di vita diversi ma per certi versi molto simili, due donne hanno unito i loro cammini, coinvolgendo anche i loro figli in un progetto di vita e di lavoro incentrato su concetti quali viaggio come scoperta interiore, riconnessone con sé stessi, comunità educante e nuovi modelli di fiducia e di relazione.

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Quando due anime affini vengono accostate dal destino, inconsciamente cominciano a cercarsi, ad avvicinarsi, ad attrarsi come due magneti fino a ritrovarsi. Questa è la sensazione che ho avuto chiacchierando con Amanda e Francesca, due donne con storie di vita frastagliate, non prive di spigoli, che dopo essersi incontrate per caso – ma esiste poi davvero, il caso? – si sono subito riconosciute.

AMANDA

Amanda ha vissuto molte vite. Per anni è stata sales manager di una multinazionale, lavoro che ha mantenuto fino al momento in cui suo figlio e sua figlia non sono diventati abbastanza grandi da lasciare il nido. In quel momento ha sentito di aver portato a termine un pezzo di cammino e ha deciso di iniziarne un altro, completamente diverso.

Così si è diplomata all’Aspic di Modena come Counselor e ha cominciato a occuparsi di empowerment del femminile, autodiagnostica mestruale ed eco-leadership, lanciando anche un progetto con cui accompagna le persone in viaggi di consapevolezza attraverso la lettura delle energie sottili, in una continua collaborazione in rete creando esperienza e pellegrinaggi spirituali.

Due anni fa, in pieno lockdown, ha incontrato Francesca, prima virtualmente e poi di persona. «È nato tutto da una narrazione di donne, un raccontarsi reciprocamente», ricorda Francesca. «Amanda mi ha accolto per alcuni giorni in una casa al mare dove abitava. Sono arrivata con i miei due figli e le ho parlato di me, siamo andate in profondità, ci siamo scambiate talenti e competenze mischiando sin da subito le sfere personali e professionali».

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Francesca e Amanda

FRANCESCA

«Amanda è una donna eclettica dalle molteplici dimensioni e sfumature che ha attraversato tante esperienze di vita molto forti, attraverso le quali è morta e rinata tante volte». Ma anche Francesca ha vissuto molte vite: dopo gli studi in antropologia culturale e infermieristica ha cominciato a viaggiare, fermandosi di tanto in tanto in giro per il mondo.

«Quando ci siamo incontrate però avevo quai smesso di viaggiare, sono madre single e ho scelto di esserlo, lottando per liberarmi da una prigione», racconta. Finalmente libera, Francesca ha compiuto un grande salto formandosi e dando consistenza alle sue passioni: lavorare sul benessere delle donne attraverso respiro e messaggi e “far parlare” l’utero riconoscendo la sua femminilità nei figli e oltre i figli.

VIAGGIARE PER SCOPRIRSI

L’affinità elettiva che le ha unite sin da subito si è ulteriormente cementata evolvendosi in collaborazioni concrete, una delle quali a Fuerteventura, dove Amanda ha una delle sue basi e dove vive suo figlio: «Quest’isola è potente e risanatrice – racconta – e durante alcuni piccoli viaggi e ritiri che abbiamo organizzato qui ci siamo raccontate. Francesca ha avuto modo di conoscere anche la mia parte stratificata, sempre più indietro e in profondità, come una matriosca, arrivando al seme».

«Quando ho incontrato Francesca non potevo credere al fatto che fosse da sola con quei due figli e le ho detto che doveva fare qualcosa». Così nel giro di nove mesi l’esperienza, la vicinanza e la narrazione di Amanda hanno portato Francesca e riconoscersi e ricontattare la sua parte viaggiatrice e curiosa, spronandola a chiedere aiuto alla comunità a cui apparteneva superando il suo orgoglio, ma anche facendosi guidare dalla stessa Amanda, che aveva già attraversato queste difficoltà.

Il passo successivo, decisivo, è stato compiuto in occasione di un viaggio esperienziale in Messico organizzato da Amanda, a cui Francesca a preso parte con i suoi due figli. «È stata un’esperienza incredibile – racconta –, abbiamo frequentato comunità e famiglie, organizzato lezioni di scuola per bambini che non c’erano mai andati».

Francesca e i suoi figli hanno sperimentato l’idea e la pratica di una comunità educante in cammino

DONNE IN CAMMINO

Il concetto chiave di questo viaggio e della loro unione personale e professionale è quello di cammino. Un cammino fisico e spirituale, compiuto principalmente da donne «ma, quando sarà il momento, anche da uomini», precisano. Il progetto creato da Amanda a cui Francesca si è unita si chiama proprio Il cammino di Sophia ed è uno spazio virtuale molto importante all’interno del quale esiste già una comunità coesa e attiva.

Francesca racconta che ha partecipato con i suoi due figli, stando via circa due mesi: «Non è stato facile, data la mia situazione familiare di madre single. Ne ho parlato con le maestre dei miei figli, ho avuto una discussione forte con mio padre, ho dovuto risolvere diverse implicazioni di carattere giuridico, ma ce l’ho fatta e dico a tutte quelle madri che vorrebbero fare lo stesso che è possibile».

COMUNITÀ EDUCANTE

Questo viaggio ha rappresentato un’esperienza fondante anche per un altro motivo: Francesca e i suoi figli hanno sperimentato l’idea e la pratica di una comunità educante in cammino: «L’obiettivo era definire una nuova genitorialità capace di uscire dall’isolamento che si crea nella famiglia nucleare e svincolarsi dalla delega verso la comunità scolastica, diventando una famiglia in cammino».

Ed è ciò che è successo: per due mesi i figli di Francesca hanno camminato insieme ad altri adulti, che se ne sono presi cura e hanno trasmesso loro degli insegnamenti – il saper fare, un’altra lingua, conoscere la natura, nuovi codici di comportamento, nuovi modi di sentire e di dare fiducia – accompagnando i piccoli nella costruzione delle autonomie e nell’acquisizione di nuovi punti di riferimento.

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«Si è creata una comunità educante maieutica in cammino – spiega Francesca –, un po’ come il maestro che scompare dopo che l’allievo ha incorporato l’insegnamento». Epicentro di questa esperienza è stata Amanda: «In lei ho riposto la mia fiducia di madre, consentendo ai miei figli di fare lo stesso. Lei poi ha disseminato questa fiducia in tutto il gruppo, creando la comunità educante».

Non è stato facile perché è stato necessario un grande lavoro introspettivo da parte delle due donne in cammino, insieme ovviamente a tanto lavoro sui bimbi, che oggi – a distanza di diversi mesi da quell’esperienza – stanno entrando in una fase di restituzione e mostrando i cambiamenti che il viaggio ha generato in loro.

«Del prossimo gruppo che ad agosto partirà per il Messico – spiega Amanda – farà parte un’altra madre single con i suoi due figli. Grazie al primo viaggio e all’interazione con i figli di Francesca, abbiamo capito che è un’esperienza replicabile. Da essa abbiamo imparato, traendo insegnamenti anche dagli errori, primo fra tutti la mancanza di una comunicazione chiara verso i bambini sul mio ruolo e sul fatto che la loro mamma aveva riposto in me totale fiducia. A volte commettiamo lo sbaglio di sottovalutarli, ma grazie alla loro sensibilità capiscono tutto e hanno il diritto di essere informati e coinvolti».

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