9 Mag 2022

Barò Cosmetics: dagli scarti dell’uva nascono i cosmetici naturali

Scritto da: Lorena Di Maria

Barò Cosmetics è un’azienda che nasce nelle Langhe, terra di vini del Piemonte. Qui due fratelli, Alberto e Simone Toppino, hanno creato un progetto imprenditoriale ispirato ai principi dell’economia circolare: ogni anno recuperano 1000 chili di vinacce provenienti dalle aziende agricole locali e destinate allo smaltimento e le trasformano in creme e cosmetici totalmente naturali, reimmettendo gli scarti dell’uva nel ciclo produttivo e ridando loro nuova vita.

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Cuneo - Lo sapete che dall’uva è possibile creare dei cosmetici che conservano gli antiossidanti e tutte le proprietà che fanno bene alla nostra pelle, prevenendo l’invecchiamento? E che gli scarti della lavorazione dell’uva sono ricchi di sostanze che possono essere recuperati e reimmessi in circolo?

Oggi vi parliamo della storia del fratelli Simone e Alberto Toppino che a Guarene, in provincia di Cuneo, hanno fondato Barò Cosmetics, un’azienda che ha creduto in un’imprenditoria che fa bene all’ambiente e che vuole ripensare il concetto di “spreco”. Sì, perché il progetto, dal 2015, trasforma le vinacce di uva nebbiolo destinate allo smaltimento in creme e prodotti di bellezza, arrivando a realizzare più di 100 prodotti diversi e frutto di attenzione, sostenibilità e di un processo estrattivo all’avanguardia per tutelare le preziose molecole degli acini e avere il minimo impatto sull’ambiente.

Il nome Barò lo hanno pensato ispirandosi al fitoestratto delle uve biologiche coltivate a Barolo, nelle Langhe. Come ci raccontano, «per trazione famigliare siamo sempre stati a contatto con il mondo del vino: questo è un settore che conosciamo da sempre, ma volevamo creare un’impresa che pur se inserita nel territorio fosse un po’ diversa e innovativa. Abbia trovato il modo giusto nel settore della bellezza che era poco esplorato. I benefici dell’uva contro l’invecchiamento sono noti, abbia cercato di renderli contemporanei e sostenibili».

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DALL’UVA AI PRODOTTI COSMETICI: LE FASI DELLA TRASFORMAZIONE DELLE “ECCEDENZE”

Dal fitoestratto delle uve biologiche coltivate a Barolo è possibile estrarre un concentrato di polifenoli preziosissimo per la pelle: come riportato dall’Ufficio Ricerca e Sviluppo dell’azienda, «la nostra materia prima è completamente naturale e derivata da agricoltura biologica, per questo ha due funzioni preziose: proage per proteggere la pelle dell’invecchiamento e antiage per aiutarla a rigenerarsi».

Il processo di trasformazione dall’uva a prodotto cosmetico funziona in questo modo: in una prima fase protagoniste sono alcune aziende agricole cuneesi che forniscono le eccedenze dell’uva a Barò Cosmetics, proprio come la cantina di Barale. «La cantina di Barale ha sede nel comune di Barolo, ne conoscevamo la serietà e sapevamo che le loro coltivazioni sono biologiche, cosa che per noi era un requisito essenziale».

Un aspetto centrale nel processo di trasformazione è che i semi e le bucce dell’uva biologica coltivata a Barolo, dopo il processo di pigiatura e torchiatura, conservano ben l’80% dei polifenoli dell’acino: possiamo considerarla una vera miniera d’oro. La varietà delle sostanze antiossidanti presenti in questa materia prima stupisce infatti per la ricchezza e per la concentrazione che possiede.

Non basta bandire alcool, vaselina, parabeni, siliconi, petrolati, iodio e derivati animali. Bisogna andare oltre!

Una volta recuperate le eccedenze quindi, Barò Cosmetics mette in atto una tecnica estrattiva innovativa fa uso di un processo di bioliquefazione molecolare brevettato presso l’Università di Bologna, in grado di superare i limiti delle tecnologie di estrazione convenzionale. Si tratta di una tecnologia d’avanguardia basata sull’uso di enzimi naturali che permette di ottenere il 100% dei fitocomplessi vegetali in una forma attiva e biodisponibile, pronti per essere integrati nelle varie formule cosmetiche.

Sull’estratto-madre ottenuto vengono poi formulate creme, sieri e oli adatti a esigenze diverse: antietà, anti-macchie, idratanti, rassodanti, anti-pollution, protezione solare. I prodotti si sviluppano a partire dal fitoestratto e individuando un pool di attivi di origine vegetale e biotecnologica all’avanguardia che agiscono in sinergia per ottenere il risultato desiderato.

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Stefano e Simone Toppino

Come ci spiega Alberto Toppino, «ci piacerebbe che ogni volta che si apre un prodotto di bellezza, non si pensi solo agli effetti cosmetici per cui è realizzata, ma a come è pensato per essere sicuro e sostenibile per il pianeta. Non basta bandire alcool, vaselina, parabeni, siliconi, petrolati, iodio e derivati animali. Bisogna andare oltre!».

UNA SQUADRA CHE CREDE NELLE SCELTE ETICHE, SOCIALI E SOSTENIBILI

Per Barò Cosmetics l’impegno imprenditoriale si lega indissolubilmente a scelte etiche, sociali e sostenibili fatte con la testa e soprattutto con il cuore. L’azienda impiega nei siti di Guarene 31 dipendenti con un’età media di 36 anni e il 61% è composto da donne. «Siamo molto soddisfatti, essere sostenibili è un obiettivo quotidiano in cui cerchiamo di migliorarci. Abbiamo una squadra di collaboratori e collaboratrici giovani interni all’azienda, in gran parte femminile, molto motivati e molto attenti. Per i giovani l’ambiente è un pensiero costante e ci confrontiamo con loro per trovare nuove idee e nuove soluzioni».

Ma Stefano e Simone Toppino sono sempre alla ricerca di nuovi alleati per creare progetti di inclusione: «Cerchiamo continuamente partnership con piccoli artigiani ed eccellenze del Made in Italy per creare reti solidali che stanno alla base di un tessuto economico e sociale sano, sempre con un occhio all’ambiente. In particolare amiamo collaborare con piccoli artigiani e artigiane per la realizzazione di omaggi per le nostre clienti. Alcuni esempi sono Clandestina Bijoux e Ester Bijoux. Myo Bag ecobags, ad esempio, ha creato una pochette Barò cucita a mano in rigenerato di fibre di cuoio».

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NON SOLO COSMETICA: L’IMPEGNO NEL SOCIALE DI BARÓ COSMETICS

Nel 2019 Barò Cosmetics ha sostenuto C.O.S, una realtà impegnata nel sociale che, con il suo progetto Peter Pan, sta creando una comunità attraverso un progetto in bioedilizia che accoglie accoglie minori allontanati dal proprio nucleo familiare. Nel 2020 ha poi aderito alla campagna Seaqual Friends, un progetto internazionale che coinvolge 46 paesi con l’obiettivo di pulire i mari e aumentare la consapevolezza del problema dell’inquinamento marino.

Ma non è finita qua: dal 2021 ha avviato una collaborazione a favore di Komen Italia, fondazione attiva nella prevenzione e nello screening precoce nella lotta contro il cancro al seno. Come raccontano, «crediamo fortemente nella salute e nella cura, questo è uno degli asset su cui abbiamo costruito la nostra impresa e sulla base di questa attenzioni abbiamo selezionato i nostri collaboratori».

L’ultima iniziativa solidale guarda ad orizzonti più lontani: Barò Cosmetics intende sostenere il progetto Malaika in Tanzania, un’associazione che è diventata una grande famiglia per i bambini soli e in difficoltà che qui ricevono cure amorevoli e un’istruzione. L’obiettivo è supportare i fondatori fornendo i prodotti per la scuola: quaderni, matite colorate, pennarelli, fogli da disegno o pastelli a cera, che aiutino a far vedere il mondo più colorato.

Grazie ad Alberto e Simone Toppino, oltre che al contributo di Guido Rosso, storico collaboratore e Responsabile Personale, l’azienda è stata pensata completamente in digitale, tramite l’e-commerce in cui si possono trovare tutti i prodotti in vendita. In questo modo intende diffondere, in Italia e all’estero, tutte le proprietà di un’uva che è frutto di un sapiente lavoro di agricoltura biologica del territorio di Barolo, luogo straordinario e Patrimonio dell’Umanità Unesco.

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