20 Giu 2022

I(n)spira-Azioni: Anna e Matteo, i Nutshell Travel che girano per il mondo ininterrottamente da 5 anni – #11

Possono i viaggi aiutare a dare un senso alla propria vita? È possibile spostarsi da un paese all’altro per periodi molto lunghi e sentirsi a casa? Anna e Matteo, intervistati da Daniel e Darinka durante l'undicesima puntata del podcast I(n)spira-Azioni, raccontano la loro esperienza di vita e di viaggio, iniziato nel 2017 e ancora in corso.

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Il viaggio è la meta o la meta è il viaggio? Con questa domanda (forse) Anna e Matteo – in arte Nutshell Travelsono in giro per il mondo a caccia di storie dal 2017(!). Hanno attraversato continenti, vissuto nei climi più diversi e ora si preparano a un nuovo grande salto. Daniel e Darinka – da sempre viaggiatori del mondo e dell’anima – li hanno intervistati durante la scorsa puntata del podcast I(n)spira-Azioni per saperne di più sui loro progetti, i loro viaggi e su quanto hanno  imparato nel corso di questi anni.

Anna e Matteo si sono conosciuti tramite amici comuni, venivano da esperienze e modi di vita molto diversi. Anna, ad esempio, era abituata alla città e a pochi spostamenti. Sono andati a vivere insieme in Liguria e da allora non si sono più separati. A un certo punto hanno cominciato a spostarsi: all’inizio brevi viaggi – qualche settimana in vespa da Torino a Valencia –, poi un viaggio di sei mesi in India che ha stravolto completamente la loro vita e le loro abitudini.

«Abbiamo capito che si poteva vivere in un altro modo. Quando siamo andati in India non parlavamo neanche l’inglese, non avevamo guide, Internet, né la mappa sul telefono. La prima settimana è stata scioccante, dall’Europa a Nuova Dheli. A poco a poco ci siamo lasciati avvolgere anche dagli immensi contrasti che caratterizzano l’India».

Da lì è stato breve il passo verso il resto dell’Asia, l’Australia, la Nuova Zelanda. Servendosi del working holiday visa, un visto che permette di lavorare stagionalmente nei vari paesi, hanno vissuto a stretto contatto con le realtà del luogo mettendo da parte dei soldi che hanno subito reinvestito in nuovi viaggi. Hanno alternato mesi di lavoro a mesi di viaggio. Un’esperienza che è diventata il loro nuovo stile di vita. Nasce così Nutshell Travel, dal titolo della canzone del gruppo preferito di Anna e Matteo, che racchiude, dal loro punto di vista, il vero senso della vita: se non posso essere me stesso preferisco essere morto.

Cosa significa davvero essere sé stessi, chiedono Daniel e Darinka? Essere sé stessi vuol dire essere senza filtri, non avere maschere, poter ridere, divertirsi, confrontarsi con coscienza, consapevolezza, senza paura di essere giudicato. Non è un percorso immediato, è un continuo cambiare e crescere senza farsi plasmare dal contesto intorno. «La società mondiale ci plasma a volte, ci fa credere di essere liberi di scegliere, ma spesso non è così», continua Matteo. Al suo ragionamento risponde Daniel con una delle domande che più si pone spesso: «Quanto ciò che facciamo è davvero una nostra scelta?».

Libertà e viaggio vanno di pari passo: viaggiare rende liberi, è formativo, istruttivo e stimola l’immaginazione. «Durante il lockdown eravamo in Nuova Zelanda, i nostri amici latini ci consideravano fortunati perché con il nostro passaporto potevamo andare ovunque. Noi non avevamo mai considerato questo aspetto, per noi era scontato fosse così. Ci siamo resi conto dello strumento potentissimo che abbiamo: possiamo viaggiare anche per quelle persone a cui è vietato. Non tutti godiamo delle stesse libertà», continua Anna. «È importante lottare per chi non può muoversi come noi, è una ingiustizia incredibile» sottolinea Darinka.

Negli ultimi vent’anni abbiamo assistito a un grande boom del turismo di massa. Alcune località del mondo sono più interessate di altre. Social, voli low cost, quanto c’è di vero in viaggi organizzati solo per il gusto “di esserci stato”? Diversi paesi scelgono di cavalcare quest’onda: in Indonesia, ad esempio, una festività annuale in cui venivano riesumati i corpi delle persone defunte si è trasformata in un evento turistico quotidiano. Pesa molto la cultura dell’immagine, che ha generato dei veri e propri tour organizzati in base alle foto più in voga su Instagram. 

Eppure, anche a seguito del lockdown, si stanno verificando grandi cambiamenti a livello sociologico. Anche il viaggio per alcuni ha assunto un valore ancora più forte. In questi ultimi anni abbiamo assistito a un boom di vendite di camper e tende. In tanti hanno trascorso i mesi di reclusione in giro per il paese. Cominciano a cambiare anche le ideologie più radicate. Fuori dall’Italia, ad esempio, è impensabile ipotizzare di fare lo stesso lavoro per quarant’anni, in Italia questa idea sta evolvendosi proprio adesso.

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Il 40% della popolazione sta mettendo in discussione tutto. Sta nascendo un nuovo modo di vivere, spesso in viaggio, in maniera più lenta e intima a stretto contatto e rispetto della natura e delle relazioni umane. Testimoniare e raccontare viaggi del genere può servire anche per chi è impossibilitato a viaggiare, oltre che a creare connessioni tra i popoli. Nutshell Travel è nato anche con questo scopo.

«Non volevamo fare solo viaggi nel senso di visitare un paese, volevamo altro. Ad esempio abbiamo vissuto con una tribù mongola, abbiamo dormito nelle loro tende con una temperatura fuori di -30°. Le nostre giornate passavano come quelle degli abitanti della tribù, senza alcuna distinzione. Per noi il viaggio si basa sulle esperienze, abbiamo bisogno di qualcosa che ci lasci un segno». Anna e Matteo al viaggio legano anche la scrittura e la fotografia, collaborano con diversi magazine e riviste di settore. Ispirandosi a Terzani, cercano di far congiungere la parte emotiva e di reportage di un viaggio. 

Mentre si raccontano, Anna e Matteo si trovano in Islanda. Gestiscono, quasi per caso, un hotel con 6 stanze e 8 cottage dallo scorso novembre. Una grande esperienza e opportunità perché hanno in mente, non appena troveranno il “loro” posto, di realizzare una guesthouse, per lavorare alcuni mesi l’anno e il resto trascorrerlo in viaggio. L’occasione in Islanda è stata perfetta per consolidare questa idea. Un modo per stare a contatto con le persone, creare ponti con le tante culture e prendersi cura degli altri.

Libertà e viaggio vanno di pari passo: viaggiare rende liberi, è formativo, istruttivo e stimola l’immaginazione

A breve voleranno in Messico e sperano di trascorrere un lungo periodo in centro e sud America. «Io amo Castaneda, ho letto tutti i suoi libri, non vedo l’ora di “sentire” questo misticismo messicano. Abbiamo un po’ di progetti da fare e non vediamo l’ora. Come ci ha insegnato Terzani, viaggio, libertà e spiritualità sono strettamente connessi. Quando vivi un luogo e lo vedi con i tuoi occhi spesso si cambia idea. Il viaggio ci ha aiutato molto a guardarci dentro, a vivere il nostro viaggio spirituale».

«È molto bello notare le varie differenze, le tante religioni, i tanti credi, tutti con lo stesso fine. Noi non siamo religiosi, ma spirituali. La religione è un’istituzione, la spiritualità è qualcosa che puoi prendere da tutti e tutto. I libri mi hanno aiutato molto», conclude Matteo. Le valigie di Matteo e Anna sono quasi pronte, insieme al biglietto di andata per Città del Messico. Il resto del viaggio è tutto da costruire e vivere, giorno per giorno, come il resto della vita, ma ormai nessun timore li frena, c’è solo tanta voglia di scoprire un nuovo mondo. Non ci resta che augurare loro buon viaggio e buona ricerca!

Segui I(n)spira-Azioni su youtubefacebookspreaker o spotify. Il prossimo appuntamento è per mercoledì 22 giugno alle ore 19 con Fabio Vighi.

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