4 Lug 2022

Comunicazione nonviolenta, Covid, Ucraina: in cerca di dialogo in tempo di polarizzazione sociale

Può la comunicazione nonviolenta ricucire i profondi strappi che i grandi temi degli ultimi mesi hanno generato nella società e nelle relazioni interpersonali? Luisita Fattori – pedagogista, formatrice di Comunicazione Nonviolenta e parte del nostro direttivo di Spiritualità del Creato – propone due interessanti suggestioni che vanno in questa direzione.

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Al di là delle idee,
al di là del giusto e dello sbagliato,
c’è un grande campo.
Noi ci incontreremo là.
(Rumi)

Negli scorsi mesi ho visto acuirsi il fenomeno della polarizzazione sociale che si è venuta a creare sul tema green pass e vaccino e ora per la guerra in Ucraina. O sei da una parte o sei dall’altra! Questo ridurre la complessità della situazione quasi a un tifo da stadio è stato vissuto da chi si occupa di cura nelle relazioni con preoccupazione e frustrazione. Sono nate tensioni in famiglia, al lavoro e nel tessuto sociale in genere.

Dall’osservazione di questo, da parte della comunità italiana di Comunicazione Nonviolenta (CNV) sono nate variegate iniziative, che attraverso gli strumenti e le pratiche della CNV hanno cercato di accompagnare a guardare con occhio umano l’altra persona con opinioni diverse dalle proprie. Tra le varie iniziative ne segnalo due: Agorà del dialogo e Dialoghi di pace in tempi di polarizzazione sociale.

comunicazione nonviolenta
Marshall Rosenberg, ideatore della Comunicazione Nonviolenta
AGORÀ DEL DIALOGO

Angela Attianese, formatrice certificata in CNV, ha promosso insieme ad Anna Bassi, Fabio Comacchio, Ortensia Majer, Massimo Pittella e Maddalena Provolo l’iniziativa dei cerchi di Agorà del dialogo sia in presenza a Vicenza sia online. «Avevamo fatto un’esperienza con Dominic Barter e i cerchi rigenerativi come modalità di riparare situazioni di conflitto e quando ci siamo trovati a fine luglio con le nuove norme su green pass e obbligo vaccinale, con alcuni amici ci siamo resi conto che si stava creando una frattura tra le persone, anche tra persone amiche; questo ci ha preoccupato e ci siamo chiesti cosa potevano fare», spiega Angela.

«Ci sembrava che la cosa più importante fosse incontrarsi per parlarsi, ma sembrava difficile, poiché i discorsi sfociavano in conflitti accesi e le persone poi sceglievano di non parlarsi più o di evitare quell’argomento. Quindi abbiamo deciso di fare un esperimento di dialogo. Dal 17 agosto 2021 siamo andati avanti fino all’inizio di dicembre bimensilmente, una ventina di persone in media».

L’incontro era di due ore. L’accordo era che chiunque volesse parlare nel cerchio avrebbe riformulato in sintesi il cuore del discorso di chi aveva appena parlato, prima di parlare a sua volta. Nel tentativo di ascolto reciproco c’era la possibilità di veder emergere nuove strategie volte a tener conto dei bisogni di tutti. «Non è stato facile – confessa Angela – anche perché il gruppo era aperto e ogni volta potevano arrivare nuove persone ed era come un ripartire da capo. Tutti erano sorpresi da quanta sofferenza ci fosse negli altri, in quelli che la pensavano diversamente».

E l’esperienza online? «I gruppi online da novembre 2021 a febbraio 2022 sono stati fatti inizialmente riunendo tra loro le persone che avevano la stessa posizione. Nei primi incontri si dava molto spazio all’ascolto dei vissuti e all’empatia. Solo dopo che le persone avevano ricevuto abbastanza empatia, venivano mescolate con chi aveva posizioni divergenti, avendo più spazio per ascoltare la posizione dell’altro/a».

Mediamente dopo tre appuntamenti online con le stesse persone si è arrivati a ipotizzare delle strategie condivise: «Da qui è nato un gruppo di lavoro sull’approfondimento dei bisogni di autonomia, responsabilità e interdipendenza e due laboratori al Festival del libro per la pace e la Nonviolenza a Roma». Per approfondimenti potete consultare il sito di Angela Attianese nella sezione dedicata all’Agorà del dialogo.

AlberoDellaVita GiuB
DIALOGHI DI PACE IN TEMPI DI SEPARAZIONE SOCIALE

“Sìvax e novax sono solo etichette, noi siamo persone umane in ascolto reciproco. Sei stanco di etichette, odio e divisioni sociali? Parliamone con empatia”

Con queste parole si presentavano gli inviti a quattro serate online proposte tra febbraio e marzo 2021 dal formatore CNV Davide Facheris. Più di duecento persone hanno partecipato. Il format era un momento di centratura in silenzio per connettersi a sé stessi: una persona del pubblico portava il proprio vissuto di sofferenza/conflittualità, Davide impersonava il suo “contendente” dapprima litigando per qualche minuto e poi si continuava, ma ora dando ascolto ed empatia a lungo, fino a quando la persona poteva giungere a dare empatia al proprio “avversario”.

Quello che è successo in queste serate è stato stupefacente per la qualità di autenticità, connessione, vicinanza e addirittura compassione che si creava con questo tipo di ascolto, pur essendo online e tra persone che non si conoscevano. Hanno collaborato con Davide Facheris per la parte tecnica ed il supporto empatico alle persone Maddalena Provolo, Nicola Zonta, Meri Ciuti, Anna Costa, Sabrina Piva e la sottoscritta, Luisita Fattori.

Ci sembrava che la cosa più importante fosse incontrarsi per parlarsi, ma sembrava difficile, poiché i discorsi sfociavano in conflitti accesi

Io coltivo il sogno che incontri di tale spessore umano ed empatia autentica possano arrivare in televisione perché potrebbero nutrire nuovi spazi di reale incontro e dialogo “toccando” migliaia di persone. Assistere a confronti solo sulla base di opinioni stanca, toglie energia, mentre ascoltare empaticamente mi porta in uno spazio profondo, silente e vivo in cui le reciproche umanità possono ri-conoscersi e rispettarsi. Amo l’etimologia di rispetto, che deriva dal termine latino respicere, ovvero guardare attentamente, con cura, in modo che l’altra persona possa esprimere quello che è e che può diventare.

Vivere l’empatia è un po’ come generare ed essere rigenerati al contempo in uno spazio caldo e vitale. Per Marshall Rosenberg, ideatore della Comunicazione Nonviolenta, l’empatia è la comprensione rispettosa del vissuto mio e dell’altro. Termino con la dichiarazione di una signora a fine di un laboratorio di Comunicazione Nonviolenta: «Quando mi apro ai bisogni dell’altro/a accedo a un altro “io” più libero».

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