12 Lug 2022

Limite dei 30 km/h: ecco perché le auto devono andare più piano

Campagne di sensibilizzazione, raccomandazioni dei maggiori organismi sovranazionali, decine di esempi illustri di città e metropoli che l'hanno già fatto. Abbassare il limite di velocità urbano a 30 km/h è un provvedimento che consente di raggiungere diversi obiettivi oggi imprescindibili se vogliamo migliorare la qualità della vita in città.

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Parigi, Bruxelles, Bilbao, Lipsia, Friburgo, Lille, Helsinki, Graz. Sono queste alcune delle città europee che hanno abbassato il limite di velocità nella loro area urbana da 50 a 30 chilometri all’ora. A esse se ne aggiungono molte altre – Madrid, Monaco, Lione, Zurigo – in cui la maggior parte delle strade (mediamente fra l’80% e l’85%) è soggetta a questo limite.

Questa importante misura, che consente di raggiungere molteplici obiettivi – aumento della sicurezza stradale, contenimento dell’inquinamento atmosferico e acustico, miglioramento della vivibilità urbana, decongestionamento delle strade –, si sta diffondendo sempre di più in tutta Europa.

L’Italia, come spesso accade, presenta un notevole ritardo, anche se qualcosa si sta muovendo pure nel nostro paese: esattamente un anno fa il Comune di Olbia ha istituto il limite dei 30 km/h su tutte le strade del suo territorio, mentre in altre città sono in atto serrate campagne di sensibilizzazione, come la bolognese 30logna.

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MA NON SI ANDRÀ TROPPO PIANO?

Come rileva uno studio realizzato da Legambiente, la velocità media per i trasferimenti urbani in auto è di 9,1 km/h a Milano, mentre scende a 8,5 km/h a Roma e addirittura a 7,3 km/h a Napoli. Da questi dati emergono in maniera evidente due aspetti. Il primo è che il limite dei 50 km/h attualmente previsto sulla maggior parte delle strade urbane cittadine non viene quasi mai raggiunto. Il secondo è che l’automobile si rivela un mezzo altamente inefficiente per gli spostamenti urbani.

Secondo 30logna, coadiuvato da alcuni interventi sulle infrastrutture come l’ottimizzazione della temporizzazione semaforica, l’abbassamento del limite a 30 km/h renderebbe il traffico più scorrevole riducendo il fenomeno dello stop&go e del congestionamento. Va inoltre sottolineato che la lunghezza media pro capite degli spostamenti urbani è molto ridotta: 4,3 chilometri al giorno (ISFOR, 2018), una distanza che – tolti i casi particolari – non richiede l’utilizzo dell’auto.

Inoltre, un altro studio sui tempi di percorrenza urbani ha evidenziato che per percorrere 500 metri all’interno di una zona 30 km/h si impiegano solo 5,10 secondi di più rispetto allo stesso percorso con il limite di 50 km/h (CONFCOMMERCIO, 2012). Impiegare meno tempo per spostarsi aumentando la velocità è dunque un’illusione smentita dai dati, almeno per quello che riguarda la percorrenza urbana.

L’AUTOMOBILE UCCIDE

L’istituzione del limite dei 30 km/h ha diversi risvolti positivi, ma quello più rilevante è probabilmente l’aumento della sicurezza stradale, soprattutto di quella degli utenti deboli, primi fra tutti pedoni e ciclisti. Secondo l’Istituto Superiore della Sanità, gli incidenti stradali sono la principale causa di morte per la fascia d’età 15-44 anni e sono stati complessivamente 3173 nel 2019 (ACI-ISTAT, 2020).

Quanto influisce la velocità? Tantissimo. Sono stati effettuati diversi studi in merito e mediamente è risultato che le possibilità di un pedone di sopravvivere a un impatto con un’auto che procede a 50 km/h vanno dal 15% al 50% dei casi, mentre se la velocità scende a 30 km/h le chance di sopravvivenza salgono al 90/95%.

È abbastanza intuitivo anche il fatto che a una velocità minore è più facile evitare del tutto l’impatto: in caso di frenata di emergenza infatti, una macchina che viaggia a 30 km/h si ferma in 13,3 metri, mentre una che viaggia a 50 km/h impiega il doppio, ovvero 27,7 metri, il che significa aumentare enormemente le possibilità di collisione.

Helsinki – città 30 km/h – ha raggiunto lo storico obiettivo di azzerare completamente il numero di pedoni uccisi

Se il numero di persone che perdono la vita ogni anno sulle nostre strade non vi tange o se pensate che gli interventi di adeguamento delle infrastrutture stradali al limite dei 30 km/h rischino di essere troppo costosi, sappiate che gli incidenti stradali costano ogni anno al nostro paese 33,8 miliardi di euro, ovvero l’1,89% del PIL nazionale (ASAPS, 2020).

ANDARE PIANO SERVE DAVVERO?

Per capire se l’abbassamento del limite di velocità urbano a 30 km/h ha una reale utilità c’è un modo semplice e incontrovertibile: analizzare i dati delle città che hanno già applicato questa misura. Focalizziamoci sull’utenza debole. In Italia il dato di partenza è decisamente preoccupante: nel decennio 2010-2019 i pedoni sono risultati feriti nel 12% degli incidenti complessivi, ma ben il 34% dei morti totali è pedone, ovvero 66 su 194. A seguire i ciclisti, con 30 morti.

A livello europeo, nel 2019, negli incidenti mortali che hanno coinvolto automobili e pedoni sono deceduti 22 automobilisti e 3200 pedoni – a cui vanno sommati altri 1392 pedoni uccisi da mezzi diversi dall’auto privata (quindi moto, furgoni, camion, autobus). Negli scontri con vittime fra auto e biciclette invece sono deceduti 7 automobilisti e 1024 ciclisti (COMMISSIONE EUROPEA, 2020).

Eppure Helsinki – città 30 km/h – ha raggiunto lo storico obiettivo di azzerare completamente il numero di pedoni uccisi in incidenti stradali, che è passato da 50 nel 1970 a 0 nel 2020. Grenoble, Bruxelles e Graz hanno abbassato questo dato rispettivamente del 22%, 50% e 24%. A Bilbao invece, in base ai dati rilevati l’anno successivo all’istituzione del limite del 30 km/h, gli incidenti stradali sono diminuiti del 22,9%, le emissioni di biossido di azoto dell’11,4% e quelle di PM10 del 19,1% (EUROCITIES, 2020)

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ECCO COSA DICE LA LEGGE

Ciascun Comune ha la possibilità di regolare la circolazione e dunque i limiti sul proprio territorio, ovviamente a patto che questo rispetti le prescrizioni del Codice della Strada. Quest’ultimo è stato recentemente e corposamente riformato con la Legge 156 del 9 novembre 2021, che ha visto l’introduzione di diverse novità a tutela della mobilità sostenibile.

In particolare, è stata inserita una variazione che ha lo scopo specifico di ridurre la velocità massima nei centri abitati a 30 km/h “in tutte quelle aree con caratteristiche infrastrutturali che lo consentono, con eccezione delle principali arterie di scorrimento“. Parallelamente sono state introdotte altri importanti novità, come il doppio senso ciclabile e le strade scolastiche.

Le stesse Nazioni Unite lo scorso anno, in occasione della sesta settimana mondiale dedicata alla sicurezza stradale, hanno lanciato la campagna love30, allo scopo di invitare Governi ed enti locali ad abbassare i limiti di velocità urbani a 30 km/h, misura che anche l’ONU considera prioritaria per aumentare la sicurezza delle strade e la vivibilità delle nostre città.

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