4 Lug 2022

Modicaltra, i cittadini si mettono insieme per rigenerare la città e fermare il consumo di suolo

Nel centro storico di Modica su 5661 edifici, ben 2174 (quasi il 40%) risultano vuoti. È questo il dato ricavato dalla mappatura realizzata da un gruppo di amici che si è riunito per proporre un processo inclusivo di cittadinanza attiva e creare uno spazio di confronto rispetto a temi importanti come il consumo di suolo, causa a sua volta di gravi effetti collaterali dal punto di vista sociale, economico e ambientale.

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Ragusa - Eravamo quattro amici al bar che volevano cambiare il mondo… cantava così Gino Paoli agli inizi degli anni ‘90 quando, nel pieno del boom economico e consumistico, di certi temi parlava solo qualcuno allora considerato visionario. Con una consapevolezza diversa – ma con la stessa voglia di cambiare il modo e soprattutto la città di Modica, in cui vivono – un gruppo di amici nell’ottobre del 2020 ha cominciato a riunirsi con l’obiettivo di creare uno spazio di  confronto e momenti di discussione rispetto a temi quali la mobilità, il consumo di suolo, la sostenibilità dando vita a Modicaltra.

Modica ha un centro storico molto grande che si contraddistingue per un patrimonio fatto di storia, tradizioni, culture e memorie, ma anche per una percentuale molto alta di edifici abbandonati. Eppure si continua a costruire, la parte nuova della città è in espansione da anni. Il consumo di suolo è stato il primo tema trattato dai ragazzi di Modicaltra, un gruppo di cittadine e cittadini che, ispirandosi ai valori costituzionali, propone un processo inclusivo di cittadinanza attiva.

Modicaltra mira a ripristinare un senso di comunità, con particolare attenzione ai soggetti più deboli, alle periferie e con uno sguardo rivolto al futuro nell’interesse delle generazioni più giovani. «Ci chiedevamo cosa fare, così abbiamo deciso di andare strada per strada e contare tutte le strutture chiuse. Abbiamo catalogato sia le case abbandonate che inutilizzate, sia i ruderi che i complessi incompleti. Il lavoro di mappatura iniziato a gennaio 2021 si è concluso a marzo del 2022», racconta Francesco Ruta, uno dei fondatori di Modicaltra. 

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I dati raccolti non hanno bisogno di commenti. Nell’area che include Modica Alta e Bassa, che rappresenta solo lo 0,35% della superficie totale del Comune, si registra un’alta densità di edifici: in poco più di un chilometro quadrato sono presenti 5661 immobili e, secondo l’indagine condotta dai ragazzi, quasi un edificio su quattro a Modica ricade nell’area da loro mappata. Gli abitanti che vi risiedono sono 7779, pari al 13,30%, per un totale di 3245 famiglie, pari al 15,94% dei nuclei familiari residenti a Modica. Su 5661 edifici, ben 2174 (quasi il 40%) risultano vuoti.

Più della metà degli immobili di proprietà privata (2154 totali) risulta in stato di abbandono (54,27%) e sono consistenti anche le percentuali degli edifici più semplicemente inutilizzati (40,06%), disabitati o in vendita, ma in discreto stato di conservazione. Allarmante è la quantità di ruderi (ben 119) che versano in uno stato di quasi totale abbandono, mentre quasi impercettibile risulta il fenomeno degli edifici incompleti (solo 3).

Tra i vuoti, ampiamente prevalente è la destinazione d’uso abitativa, l’87,13% dei vuoti nel centro storico sono, infatti, costituiti da case. Vi sono anche 35 palazzi interamente vuoti. Numerosi risultano i dammusi (129), elementi architettonici tipici dell’area, tendenzialmente adibiti a deposito o botteghe di artigiani. Simili ai dammusi, e talvolta a questi sovrapposte, sono le meno numerose grotte (37). Considerando le due macroaree del centro storico, il 55,47% (1206) dei vuoti ricade a Modica Alta, mentre il 44,53% (968) insiste sulla zona di Modica Bassa.

Sono molti i vuoti pubblici, anche di grandi dimensioni. In generale bisogna cambiare mentalità

«Abbiamo chiamato il progetto Vuoti a p̶e̶r̶d̶e̶r̶e̶ rendere!, prendendo spunto dal progetto di Coalizione Civica Bologna – una mappa interattiva degli edifici e delle aree urbane abbandonate nella città emiliana – perché pensiamo che i vuoti possono essere riutilizzati a fini non solo abitativi, ma anche culturali, artistici e sociali. Attraverso un’app collegata a Google Maps, siamo stati in grado di censire gli edifici facendo una fotografia dello stato attuale», commenta Francesco.

«Lo abbiamo fatto sul campo, verificando direttamente le condizioni degli edifici e confrontandoci con gli abitanti sul reale stato di abbandono e sui vari disagi, scoprendo noi stessi scorci inediti. È stato un inizio per stimolare il riuso del patrimonio pubblico e privato», continua Francesco.

Modicaltra si è appena costituita come associazione e ha convocato un assemblea lo scorso 20 giugno per avviare un percorso che porti il Comune di Modica ad approvare un Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazioni per la cura, la rigenerazione e la gestione condivisa dei beni comuni urbani. Il Regolamento è uno strumento che disciplina le forme di collaborazione tra i cittadini e l’amministrazione, tramite i Patti di Collaborazione.

In altri termini, il Regolamento ha come oggetto la disciplina del modello organizzativo di amministrazione condivisa che consente a tutti i cittadini attivi, singoli o associati, di Modica e all’amministrazione di svolgere attività di interesse generale su un piano paritario. 

All’analisi dei dati raccolti dunque cercheranno di abbinare le ricche potenzialità inespresse tratte da casi-studio e ricerche, in particolare con riferimento a strumenti di pianificazione urbanistica per fermare il consumo di suolo, buone pratiche di rigenerazione urbana e amministrazione condivisa dei beni comuni, iniziative di urbanismo tattico per ridisegnare la mobilità a partire dagli utenti più deboli e tanto altro.

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«Negli anni le abitudini – anche quelle di chi vive in centro storico –, sono cambiate. Le vie interne del centro di Modica non sempre sono facilmente accessibili, ma vogliamo provare a ripopolare il cuore della nostra città, utilizzando gli spazi vuoti anche per associazioni e iniziative pubbliche. Sono molti i vuoti pubblici, anche di grandi dimensioni. In generale bisogna cambiare mentalità».

Modicaltra vuole infatti ampliare la mappatura anche alla zona di Modica sorda: «Nella parte nuova ci sono molte villette del XIX secolo che vengono acquistate da privati e poi demolite per costruire delle nuove palazzine. Cemento su cemento, nonostante tutti questi vuoti. Così facendo anche le aree verdi sono quasi scomparse. Questo sarà il nostro prossimo tema», conclude Francesco.  

Nessun processo di rigenerazione urbana può prescindere dall’analisi della realtà e a tal proposito Modicaltra ha istituito una carta di valori basata sulla solidarietà, l’empatia, la gentilezza, l’amore per il verde, lo sviluppo sostenibile da condividere con chi avrà voglia di unirsi per intraprendere un percorso collettivo di cambiamento, facendo rete con cittadine/i e associazioni, creando uno spazio di incontro e confronto in cui tessere relazioni sociali. 

I temi che i ragazzi di Modicaltra hanno deciso di trattare sono spesso sottovalutati o affrontati senza l’urgenza necessaria anche dalle politiche nazionali e regionali. Il consumo del suolo interessa molti territori siciliani. Dopo Catania e Comiso, secondo i dati ISPRA-SNPA 2021 sull’incremento del consumo di suolo per il 2019-2020, Modica è al terzo posto su 390 Comuni, con il 12,95%.

Non stupiamoci quindi se i processi di desertificazione e gli effetti del cambiamento climatico, a causa di una progressiva riduzione della superficie degli ambienti naturali e seminaturale e un aumento del loro isolamento, avranno un impatto sempre più devastante e drammatico. In questi casi il futuro purtroppo è in parte prevedibile.

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