13 Set 2022

Giovani, sensibili e motivati: ecco a voi la nuova generazione di aspiranti contadini ecologici

Scritto da: Valentina D'Amora

Sono aspiranti contadini e contadine under 40, arrivano da diverse parti d'Italia e dall'inizio dell'estate stanno portando avanti i propri progetti agricoli: sono i tirocinanti della Scuola della Terra Emilio Sereni, affamati di conoscenza e di esperienze. Li abbiamo sentiti per farci raccontare come sta andando la loro avventura agroecologica sulle alture di Genova.

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Genova - Li ho conosciuti a giugno quando, al termine della Scuola della Terra Emilio Sereni, emozionati e pieni di entusiasmo, hanno presentato i loro progetti a noi “stakeholder”, quindi altri giornalisti, rappresentanti istituzionali, aziende agricole, cittadini. Lo ricordo un gruppo giovane e affiatato, eterogeneo ma ben amalgamato, con ragazzi provenienti da tutta Italia, accomunati dalla voglia di portare avanti la propria esperienza di vita in natura. E di imparare, senza paura della fatica e senza timore di sporcarsi le mani. Alcuni di loro – selezionati dal comitato scientifico di Terra al termine del percorso formativo – sono rimasti a Genova per mettere in pratica il loro project work e dare il via alla propria collaborazione con le aziende partner della scuola.

Ho parlato con Lucia, Monica, Federico e Michael, per sapere come sta procedendo la loro vita da contadini nell’entroterra genovese, dove ognuno di loro segue le fila del proprio progetto. Monica si è fermata alla Tabacca, dove si occupa di curare eventi e campi estivi per bambini, ma si dedica anche alla raccolta degli ortaggi e alla cucina. Federico invece collabora con l’azienda agricola Tutti giú per terra, dove sta realizzando un orto didattico e si prende cura degli animali.

Anche Michael si trova qui, per sviluppare la sua idea di implementare una rete di approvvigionamenti a km0 per dare carattere agli eventi pubblici dell’azienda. Dove non si arriva con la produzione interna, l’intento è cercare di sopperire con prodotti provenienti da filiere cortissime e agroecologiche. E poi c’è Lucia, che ha messo anima e cuore nel suo progetto di rivitalizzazione della palestra di roccia vicino alla Tabacca, sul monte Pennone.

micheal
Micheal
Perché avete scelto di intraprendere questo percorso?

Micheal: Perché i miei incontri, le mie esperienze, le mie letture e le conseguenti riflessioni mi hanno portato a pensare e agire in maniera radicale. E non c’è niente di più radicale che lavorare con la terra e le piante, in senso proprio e in senso metaforico.

Federico: Se dovessi rispondere di getto a questa domanda “difficile” ti direi che sentivo il bisogno di farlo, di avvicinarmi ulteriormente alla terra perché il mio futuro dovrà ripartire proprio da lì.

Lucia: Perché ho bisogno di imparare tanto sulla complessità di un’azienda agricola. E poi perché mi piace molto il territorio dell’entroterra ligure: vorrei andarci a vivere, lavorando e prendendomi cura della sua terra.

Monica: Ho scelto di iniziare questa avventura perché avevo un gran desiderio di stare più a contatto con la natura, con la terra. Volevo imparare il più possibile, conoscere persone che hanno dentro la voglia di cambiamento, la voglia di vivere tutelando e rispettando l’infinita bellezza che abbiamo intorno, andando a creare nel tempo nuovi modelli più sostenibili e armoniosi che possano essere d’esempio anche per chi ancora non avverte questa necessità e soprattutto per le nuove generazioni.

Con quale spirito siete arrivati e come vi sentite ora?

Micheal: Sono arrivato curioso e senza aspettative. Il corso in primavera è stato un concentrato di conoscenza che mi ha esaltato: non vedevo l’ora di mettere in pratica ciò che avevo appena imparato. Adesso mi sento soddisfatto, ma allo stesso tempo un po’ deluso, perché nella realtà la teoria ha tante declinazioni a seconda di una lunga serie di fattori. Probabilmente dopo il corso ho alzato troppo le aspettative. Farò tesoro anche di questa lezione.

Federico: La curiosità, la voglia di approfondire temi agricoli di ambito tecnico-politico e il conoscere nuove esperienze di agricoltori mi hanno dato il coraggio di mettere in pausa il lavoro che svolgevo a Parma per dedicarmi a me stesso e alla mia passione. Ora mi sento più agricoltore che informatico.

Non c’è niente di più radicale che lavorare con la terra e le piante, in senso proprio e in senso metaforico

Lucia: Sono arrivata curiosa e interessata ai temi affrontati nella scuola e ora porto avanti il mio project work con uno spirito sempre entusiasta e positivo. Sento un po’ la fatica di lavorare solo o principalmente per un ambito specifico, con un focus molto definito. Mi piacerebbe dedicarmi un po’ di più a esperienze agricole con chi potrebbe insegnarmi molto.

Monica: Ero molto emozionata di partecipare alla Scuola della Terra, contenta ma ignara di cosa poi mi aspettasse veramente. Ora mi sento innanzitutto stimolata, posso dire di essere molto felice di essermi buttata in questa avventura e del tirocinio che sto portando avanti. Nonostante la strada sia in salita mi sento serena anche grazie alle bellissime persone che sono in cammino con me.

Cosa troverai nello zaino al tuo rientro a casa?

Micheal: Il più grande insegnamento che traggo da questa esperienza è che è importante pensare in grande, ma la casa sta in piedi soltanto se ogni mattone è ben posizionato. Di tanto in tanto bisogna fermarsi per osservare e analizzare l’operato, correggendo, cambiando o consolidando dove necessario.

Federico: La voglia di proseguire nel mio progetto agricolo e le esperienze di tutte le persone che ho conosciuto.

Lucia: La pazienza.

Monica: Tanti nuovi saperi, tante nuove amicizie e collaborazioni, tanti maestri da poter contattare, tanta nuova consapevolezza. E infine anche delle sicurezze in più su me stessa perché dalla teoria, dalle idee… si è passati alla pratica!

Quali sono le attività che ti stanno stimolando di più?

Micheal: Progettare gli spazi e potare gli alberi.

Federico: Dalla mia breve esperienza ho alle spalle un bagaglio tecnico per quanto concerne l’orto, per questo ho deciso in questi mesi di dedicarmi di più alla gestione animale e alla fattoria didattica.

monica tabacca
Monica

Lucia: L’organizzazione degli spazi dell’azienda agricola in vista della festa e vedere come un luogo che di solito ha un’atmosfera familiare può cambiare forma e accogliere tante persone. Mi sta piacendo molto anche la parte dedicata allo studio della storia e delle condizioni della falesia del Pennone e iniziare nuove reti di relazioni per portare avanti il progetto.

Monica: Tutte le attività che sto mettendo in pratica mi stanno stimolando, perché mi servono anche a capire meglio la direzione da prendere per il futuro. Quindi dall’imparare di più su piante spontanee, alberi, orto, terreno, gestione dell’acqua, a vedere come si possa vivere impattando il meno possibile. E poi mi piace molto la progettazione di eventi, giornate di promozione per l’azienda, laboratori in natura perché trovo importante anche il trasmettere all’esterno.

Se dovessi descrivere questo periodo della tua vita con un colore e un odore quali sceglieresti?

Micheal: Colore giallo. Odore di umido.

Federico: Di solito è il blu, però in questo periodo vado in fissa per il giallo. L’odore della pianta di pomodoro.

Monica: L’azzurro, perché nonostante le difficoltà qui si respira un senso di pace profonda. Di odori qui ce ne sono tantissimi: dalla maggiorana, alla menta, al basilico per arrivare ai pomodori mentre vengono raccolti. Per non parlare poi delle sperimentazioni culinarie! Ma anche la semplice aria pulita.

Avete qualche altra riflessione che volete condividere con noi?

Micheal: La vita di campagna, all’aria aperta, è faticosa. Non importa che sia l’estate più calda mai registrata, che ci siano il temporale o gli insetti: c’è sempre lavoro da fare. Questo ti obbliga – o ti permette, a seconda del punto di vista – a osservare, riflettere, progettare e infine cambiare insieme alla Natura. Per fare questo serve molta pazienza, perché le cose vive hanno i loro tempi che dobbiamo assecondare. Aspettare ti rende umile e per me questo non ha prezzo.

Monica: Spero che la Scuola della Terra possa organizzare dei corsi in tutte le regioni d’Italia, perché aspiranti agricoltori e aspiranti portatori di cambiamento sono ovunque. Grazie. E un grazie particolare a Giorgia e Francesca per tutto quello che mi stanno trasmettendo e per avermi accolta nel loro progetto.

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