24 Ott 2022

Questo autunno fermiamoci a osservare la natura: quale lezione può darci una foglia?

In questi tempi ostici, come spesso accade, un'ancora di salvezza e un'occasione di riflessione ce le offre la natura. Sì, proprio quella natura che in autunno sembra morire, assopirsi, sgretolarsi come le foglie del colore del tramonto. Mario Bonfanti, dell'associazione Spiritualità del Creato, ci offre uno spunto per interiorizzare il messaggio di questa trasformazione vitale.

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Ci troviamo in un tempo sospeso e precario, in cui le precedenti sicurezze sono in bilico. Prima la pandemia, poi la guerra e ora la conseguente crisi economica hanno destabilizzato gli assetti sociali, politici e culturali che credevamo consolidati ormai da decenni. Anche parecchi dei diritti conquistati nei secoli scorsi sono ora tornati a essere incerti, se non improvvisamente cancellati con un colpo di spugna. A livello personale la precarietà in cui siamo stati gettati ha slatentizzato false certezze ed equilibri di facciata su cui funambolavano molte delle nostre relazioni ed esistenze. E così oggigiorno tutto si sgretola e va a pezzi su diversi fronti.

Come possiamo vivere questo tempo precario e instabile? Su cosa ci possiamo basare? Vi sono ancora delle sicurezze di base su cui fondare le nostre vite oppure è il momento di fidarsi dell’incertezza e precarietà? Prendo spunto per qualche riflessione dall’autunno nel quale ora ci troviamo e soprattutto dalle foglie e dalla lezione che annualmente esse ci offrono.

Credo che le foglie abbiano davvero molto da insegnarci, se ci diamo la possibilità di ascoltare il messaggio che silenziosamente esse ci trasmettono. Se infatti durante l’autunno osserviamo una foglia, una foglia qualsiasi, e sostiamo per un po’ di tempo ad ammirarla, possiamo notare innanzitutto la sua calda bellezza: i suoi colori ci attraggono e affascinano; le sue sfumature, che variano dal verde al giallo al rosso attraverso gli arancioni, ci ammaliano.

foglia

Notiamo anche spaccature, alcune rotture, dei tagli che il tempo ha inferto nella foglia. La vita non solo ci dona vigore ed energia: a volte ferisce e infligge ferite più o meno dolorose. Eppure, le sfumature, i contrasti, i tagli e le ferite nella foglia sono mischiati in un tutto armonico che ci appare in una bellezza complessiva che lascia a bocca aperta. Ne restiamo affascinati, ammaliati, sorpresi.

Una bellezza che, quando le foglie germogliavano in primavera e poi si sviluppavano rigogliose in estate, non avevamo notato. È solo ora che si accendono di colori autunnali, che ci appare la loro specifica individualità. Prima ci erano indifferenti, quasi omologate le une alle altre: ogni foglia era simile a un’altra. Ma ora che sono consunte, accese, erose, ne notiamo la singolare bellezza: non ce n’è una uguale all’altra.

E non sono perfette. Anzi! Se le guardiamo da vicino sono bucherellate, tagliate, semidecomposte… eppure ci appaiono fantastiche e meravigliose. Hanno un fascino davvero unico, proprio grazie a queste loro imperfezioni! È grazie alle fratture che il tempo ha inferto loro che ne ora emerge la singolare bellezza – come recita il ritornello della canzone Anthem di Leonard Cohen, “there is a crack in everything. That’s how the light gets in” (“C’è una crepa in ogni cosa: è da lì che emerge la luce”).

Inoltre queste foglie autunnali sono fragili e precarie: basta una folata di vento o un insetto più pesante che si posa su di loro o una goccia di rugiada per staccarle dal ramo cui sono ancora flebilmente aggrappate e farle precipitare al suolo. Eppure loro si lasciano andare con fiducia fino a depositarsi sulla terra dove pian piano verranno decomposte dagli agenti atmosferici e diventeranno fertile humus per una nuova vita. Si fidano e affidano a questo processo di trasformazione vitale, lasciandosi andare.

Quel lasciarsi andare che è passaggio essenziale nel cammino spirituale di ciascuno di noi. Scrive Matthew Fox nel libro In principio era la gioia: “La spiritualità dovrebbe aprire la strada proclamando la verità e la pratica di una sana Via Negativa. Questo viaggio consisterebbe nel lasciar andare e lasciar essere, nel respirare a fondo e nell’aver fiducia degli spazi vuoti e dei silenzi”. Come una foglia che in autunno si fida e si affida, lasciandosi andare con fiducia nel vuoto per cadere a terra e trasformarsi, nel silenzio dell’inverno, in fertile humus per il fiorire della primavera.

Così è il percorso vitale di ogni essere vivente, noi inclusi. “Panta rei” diceva nel V secolo a.C. il filosofo greco Eraclito: tutto sempre scorre. “Wu Wei” insegnava nel IV secolo a.C. in Oriente il taoismo: non agire e lasciarsi andare al flusso della Vita. “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”, affermava nel XVIII secolo d.C. il chimico francese Antoine-Laurent Lavoisier. È ciò che ogni anno ci insegna una semplice foglia qualunque in autunno.

Ora che le foglie sono consunte, accese, erose, ne notiamo la singolare bellezza: non ce n’è una uguale all’altra

Proprio a noi che vorremmo essere sempre verdeggianti, in forma, esuberanti, rigogliosi, in pista. A noi che odiamo ogni smagliatura, ogni ruga, ogni ferita inferta dalla vita. A noi che ci aggrappiamo ostinatamente al miraggio dell’eterna giovinezza. A noi che viviamo con tristezza l’arrivo del nostro autunno e non sappiamo abbandonarci e lasciarci andare. A noi che detestiamo l’inverno, la dissoluzione, la morte e ci aggrappiamo, comunque e sempre, a qualsiasi antidoto pur di restare sempre in salute.

Quante lezioni potrebbe darci una semplice foglia d’autunno, se solo la stessimo ad ascoltare in ossequiosa contemplazione! La vita scorre: tutto nasce, cresce e si trasforma. Nulla resta identico a sé stesso. Ogni cosa è parte del grande flusso che genera e distrugge e rigenera ogni cosa. Anche una foglia, che si stacca dall’albero e cade a terra, diviene l’inizio di un nuovo ciclo vitale. E così anche noi!

Perché allora, in questo autunno, non fermarci ogni tanto a osservare la natura e imparare le lezioni da una semplice foglia? Potrebbe essere un utile esercizio spirituale per allenarci anche noi, come la foglia, a lasciarci andare al fluire della vita. Wu Wei. Panta rei. Tutto si trasforma.

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